«C'è uno scol­la­men­to tra Ti­ci­no e Sviz­ze­ra»

Loris Dellea, direttore della Conferenza delle Associazioni Tecniche del Canton Ticino (CAT), riflette sulla posizione delicata del Cantone nella situazione attuale: dal dibattito sulla chiusura dei cantieri fino alle azioni intraprese dalla sua associazione per aiutare il settore edilizio. Tra richieste, auspici, prese di posizione e… tanti link.

Data di pubblicazione
02-04-2020

Espazium – Loris Dellea, in quanto direttore della CAT si è trovato al centro del dibattito sulla chiusura dei cantieri in Ticino, che fino a venerdì 27 marzo ha rappresentato un'incognita: non si sapeva infatti se la Confederazione avrebbe concesso al Cantone di mantenerla in vigore. Come si è posizionata la CAT in questa circostanza?
Loris Dellea – Giovedì 26 marzo si è svolto un incontro di CostruzioneTicino, che riunisce CAT, la sezione ticinese della Società Svizzera Impresari Costruttori (SSIC TI), l'Unione Associazione dell'Edilizia (UAE), i sindacati OCST e UNIA. Eravamo tutti concordi nell'appoggiare il Consiglio di Stato e sperare che il Consiglio federale ci sarebbe venuto incontro, altrimenti sarebbe stato un disastro; come si fa a mantenere la distanza sociale in un cantiere? Quindi mentre a livello nazionale SIA, USIC, SSIC e altre associazioni stanno chiedendo di continuare a lavorare quasi come prima, qui in Ticino noi anche prima della decisione della Confederazione capivamo e sostenevamo la chiusura dei cantieri.

Concedendo la chiusura dei cantieri, la Confederazione ha di fatto sancito la particolarità della situazione ticinese all'interno di questa emergenza. Lei pensa che sia corretto trattare il Ticino come un caso a parte?
Il Ticino si trova senz'altro in una situazione difficile e particolare, schiacciato tra la Lombardia e la Svizzera, che a volte fatica a capire le sue peculiarità. Se già solo le cifre del contagio, fatte le proporzioni con gli altri cantoni, ci dicono che la situazione ticinese è diversa, bisogna anche dire che la condizione di cantone di frontiera pone dei problemi particolari, meno sentiti in altre zone del paese. Alla riunione di CostruzioneTicino, che si è tenuta il giorno prima che fosse comunicato il via libera della Confederazione alla chiusura dei cantieri, il direttore della SSIC TI ci diceva che se anche fossero stati riaperti i cantieri, per farli funzionare si sarebbero dovute riaprire pure le frontiere, perché molti operai e collaboratori di studi d'architettura e ingegneria vivono oltre confine.
Mi sembra sintomatico di questo scollamento tra il Ticino e il resto della Svizzera il fatto che, mentre il Cantone ha congelato tutti i bandi di concorso, seguito da tanti comuni, i grandi committenti pubblici federali, come FFS e USTRA, siano andati avanti a pubblicare concorsi di prestazione in Ticino (l'FFS ha anche rifiutato di prolungare i termini del bando per le Officine a Castione). Certo, pubblicando i bandi garantiscono la continuità del lavoro a quei pochi studi di ingegneria e architettura ticinesi che hanno i requisiti per concorrereanche se questo atteggiamento potrebbe essere letto come una mancanza di rispetto verso la situazione vigente nel Cantone.

Non sarebbe però d'aiuto ai piccoli studi che il Cantone riattivasse i concorsi?
Senz'altro, ma se il Cantone al momento ha bloccato tutto è perché con il lavoro ridotto dei funzionari non può assicurare la giusta comunicazione e non può svolgere le questioni pratiche: con gli uffici pubblici chiusi gli studi non possono reperire i documenti richiesti dai bandi, non possono consegnare i materiali ecc. Continuare in queste condizioni sarebbe insostenibile, ma è chiaro che questo arresto debba essere breve. I concorsi saranno riattivati, con nuove scadenze, quando la situazione si sarà chiarita. Al Consiglio di Stato e ai committenti pubblici noi della CAT chiediamo di far chiarezza il prima possibile. È importante che agli studi venga data la possibilità di continuare a lavorare, nel rispetto della salute e delle norme sanitarie.

Ci sono dei modi per facilitare lo scongelamento?
Sì. In primo luogo auspichiamo delle alternative alle procedure standard: ad esempio si può semplificarle evitando di chiedere dei documenti che al momento gli uffici pubblici non possono fornire, o accontentarsi di documenti non aggiornati. Per i concorsi di prestazione, se non è possibile organizzare un'apertura pubblica si può farla in videoconferenza. Sono tutte misure che permetterebbero di garantire una continuità e che noi come CAT abbiamo chiesto alle autorità di applicare.
Un'altra cosa che intendiamo fare è agire a livello politico per riattivare lo stanziamento dei crediti di progettazione ed esecuzione. Il rinvio delle elezioni comunali crea problemi all'edilizia perché molti comuni aspettavano il nuovo esecutivo per farglieli votare. Quel che ora non deve accadere è che la decisione sia rinviata di un anno. Dovremo convincerli a non farlo, perché per gli studi aspettare un anno è pesante.

In che modo la CAT sta collaborando con la SIA?
Lavoriamo a stretto contatto con Paolo Spinedi, presidente della sezione ticinese e pure della CAT; con lui stiamo cercando di sottolineare con la sede centrale che il nostro cantone sta vivendo una situazione diversa dal resto del paese.

Quali misure concrete al momento aiutano ad arginare gli effetti negativi del virus sull'edilizia?
Sicuramente sono importanti gli aiuti dello Stato per il lavoro ridotto e l'erogazione di crediti e fideiussioni, che bisognerà capire se funzionano anche per gli studi, oltre che per le imprese.

Il sito della CAT raccoglie molte informazioni e strumenti che possono aiutare gli studi ad affrontare la situazione. Può riassumere i principali?
Raccogliamo tutte le informazioni rilevanti per l'ambito edilizio in rapporto al Covid-19 (tratte dai siti di Confederazione, Cantone e associazioni), organizzate in ordine di data.
A parte le informazioni sulla salute, con i link al sito del Cantone e dell'Ufficio federale per la sanità pubblica, mettiamo a disposizione tutte le informazioni di natura economica: come ricevere gli aiuti di indennità di perdita di guadagno per i dipendenti, come annunciarsi per il lavoro ridotto, come funziona con le vacanze… E abbiamo raccolto le domande generali più frequenti in una tabella.
Il servizio è gradito: di solito il sito della CAT registra 200 visite al giorno, ora siamo passati a 1800…

Intervista realizzata il 31 marzo

Conferenza delle Associazioni Tecniche del Canton Ticino (CAT)

 

Riunisce:

  • ASIAT – Associazione Studi d’Ingegneria e d’Architettura Ticinesi
  • ATRA – Associazione Tecnici Riconosciuti Antincendio
  • CSEA – Collège Suisse des Experts Architectes
  • FAS – Federazione Architetti Svizzeri
  • FSU – Federazione Svizzera degli Urbanisti
  • IGS Ticino – Associazione Ingegneri e Geometri Svizzeri, sezione Ticino
  • OTIA – Ordine Ingegneri e Architetti del Cantone Ticino
  • SIA – Società Svizzera Ingegneri e Architetti

 

Maggiori informazioni qui

La cultura della costruzione di fronte all'emergenza Covid-19 – La parola ai professionisti

 

La crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando sta colpendo tutti i settori professionali, tra cui anche l'edilizia. Per valutarne l'impatto sulla cultura della costruzione, Espazium dà la parola ai professionisti del settore affinché testimonino di come hanno riorganizzato il proprio lavoro, di quali difficoltà abbiano incontrato e – poiché ogni crisi rivela i punti di forza ma anche le debolezze di un sistema – condividano con noi i loro pensieri sulla propria professione. Per non dimenticare, e nella speranza che queste testimonianze ci aiutino a riflettere così che, una volta sconfitto il virus, non tutto torni com'era prima.

 

I contributi di questo ciclo sono raccolti nel dossier digitale.

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