Re­cen­sio­ne a «Co­vid-Ho­me. Luo­ghi e mo­di dell’abi­ta­re, dal­la pan­de­mia in poi»

Il pregio principale di questo volume, scrive Stefano Guidarini, è che nessuno degli autori si azzarda a dare risposte univoche o soluzioni definitive ai problemi dell’abitare contemporaneo.

Data di pubblicazione
17-07-2021
Stefano Guidarini
Architetto, professore di Progettazione architettonica e urbana DAStU POLIMI

Covid Home è un agile libro, di scorrevole lettura, che raccoglie una serie di contributi interdisciplinari su un tema che conosciamo tutti fin troppo bene a livello planetario. Il suo pregio principale è che nessuno degli autori si azzarda a dare risposte univoche o soluzioni definitive ai problemi dell’abitare contemporaneo. Nessuno esprime certezze – se non quella del dubbio ­– ma tutti propongono argomenti di riflessione sotto diversi punti di vista.

Gli autori sono variegati: urbanisti, architetti, designer, ricercatori e docenti universitari, esperti di housing sociale, imprenditori, quasi tutti peraltro culturalmente trasversali e perciò difficilmente collocabili in una sola di queste categorie. I punti di vista sono quindi molto diversi, l’analisi e le considerazioni spaziano (è proprio il caso di dirlo) dalla scala delle politiche urbane a quella architettonica, passando dall’arredo domestico fino alla dimensione immateriale e del nostro alter ego digitale.

Dal libro emergono diversi temi: l’importanza degli spazi esterni dell’abitazione (logge, balconi, terrazze, giardini ecc.), i servizi condivisi della residenza, gli spazi intermedi dell’edificio (atrio, pianerottoli, ballatoi, in pratica tutto ciò che sta tra l’uscio di casa e il marciapiede), l’abitare collaborativo, gli spazi interstiziali della città, oltre alle possibili soluzioni per arginare l’isolamento personale ma che permettono il raccoglimento per attività di studio, di lavoro o di didattica. Forse il tema comune è proprio questo: come vincere l’isolamento delle persone, una condizione alla quale siamo stati costretti un anno fa ma che riemerge continuamente.

Nel libro Imma Forino rintraccia una serie di precedenti nella storia, ricordandoci l’intermittenza della memoria; Andrea Marcante e Adelaide Testa ritrovano in Leon Battista Alberti e in Plinio il Giovane gli spazi del raccoglimento e gli «spazi interstiziali» e di relazione (ingresso, corridoio, pianerottoli ecc.); Jacopo Leveratto analizza le politiche urbane sul tema della casa e dell’emergenza abitativa; Giordana Ferri ricorda l’importanza della «capacità di abitare» delle singole persone, dell’abitare collaborativo e delle funzioni integrative della residenza, suggerendo uno smart-working alla scala del quartiere; Michela Bassanelli – la curatrice – nel suo saggio analizza il concetto di «soglia» come momento di passaggio tra due condizioni differenti e riprende il concetto di «casa all’italiana» di Gio Ponti, ricordandone le estensioni dello spazio residenziale e rilanciando il tema degli «interstizi urbani» come luoghi da ri-progettare; Stefano Mirti analizza la dimensione temporale che influenza l’uso degli spazi, evocando la nostra «doppia identità» fisica e digitale nei «mondi paralleli» delle piattaforme informatiche; Pierluigi Salvadeo paragona la complessità dei fenomeni urbani contemporanei all’ambiente domestico; Stefano Spremberg e Davide Ferrari ricordano le condizioni generali dello «stare sulla terra» per tentare di migliorare le aspettative di vita del pianeta e descrivono due loro interessanti progetti in corso; Marco Borsotti si chiede quale sia il concetto di normalità ricordando, come ha detto Ángel Luis Lara, che «la normalità è il problema» e analizza una serie di coppie dialettiche che descrivono possibili evoluzioni dello scenario contemporaneo, affermando che la difficile condizione della pandemia può comunque essere utile per aprire nuovi scenari di vita. Infine, Marco Ferreri lancia diversi temi, ci ricorda che nel 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivranno nelle città (nel 2021 siamo al 50%...) e si domanda quale potrà essere la dimensione di una casa di quattro persone dedite anche al lavoro da casa, senza volutamente rispondere ma lasciando il lettore con il fiato sospeso, come se si trattasse di un thriller irrisolto… o irrisolvibile.

«Archi» 3/2021 «Complessi residenziali e sostenibilità» può essere acquistato quiQui si può leggere l'editoriale con l'indice del numero.

Michela Bassanelli, Covid-Home. Luoghi e modi dell’abitare, dalla pandemia in poi, LetteraVentidue, Siracusa 2020

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