Ti­ci­no: un es­em­pio per la Svi­z­zera

A Zurigo Daniele Graber è di casa, così come è di casa nel suo cantone d’origine, il Ticino. Abbiamo chiesto al giurista, esperto in diritto della costruzione e interlocutore principale per i corsi di formazione continua SIA, di descrivere quali sfide e quali temi si trovino ad affrontare oggi i progettisti e gli architetti ticinesi.

Publikationsdatum
09-04-2018
Revision
09-04-2018

È un’occasione del tutto unica poter parlare della realtà ticinese in ambito di architettura e di ingegneria a degli architetti e ingegneri romandi e svizzeri tedeschi. Il compito non è semplice, ma la vivacità e la creatività del settore della costruzione ticinese forniscono molteplici spunti per presentare l’esemplarità, nel bene e nel male, del Canton Ticino.

Dovendo fare una scelta, attualmente i principali aspetti che preoccupano i membri SIA ticinesi sono i temi legati all’aggiudicazione dei mandati da parte di committenti assoggettati alla legislazione sulle commesse pubbliche, alla salvaguardia del territorio, alla propria retribuzione e, non da ultimo, al significativo deterioramento del valore della professione di architetto e di ingegnere nella società.

Questi temi sono intimamente legati tra loro. La risultanza del loro interagire è un’immagine in chiaroscuro, che ha stimolato la SIA, Sezione Ticino, a reagire con determinazione, unendo le forze, collaborando con le altre associazioni professionali di architetti, ingegneri e professioni affini attive in Ticino e potenziando la federazione mantello, ossia la Conferenza delle Associazioni Tecniche del Canton Ticino (CAT).

Le misure adottate in Ticino per affrontare una situazione di mercato diventata molto preoccupante dovrebbero servire da stimolo per le altre sezioni SIA.

Un osservatorio, a monte dei bandi di gara

In concreto, alcuni esempi. La pratica negativa di diversi committenti ticinesi in ambito di concorsi di progettazione ha portato la CAT a creare l’Osservatorio commesse pubbliche (OCP). A differenza dell’OMPr in Romandia o del BWA a Zurigo, l’OCP non si limita alla verifica di bandi di gara dei concorsi per prestazioni, ma agisce a monte, all’inizio del processo decisionale. Quando un committente manifesta determinate esigenze realizzative, l’OCP interviene offrendo consulenza. L’azione dell’OCP ha permesso ad esempio di triplicare il numero dei concorsi di progetto nello spazio di tre anni. Grazie all’OCP, i committenti usufruiscono di maggiore chiarezza nella scelta della giusta forma di messa in concorrenza, a tutto vantaggio, non solo dei professionisti, ma pure dei committenti e dell’utenza finale dell’opera.

Interventi in nome della qualità

Viste le ridotte dimensioni del territorio cantonale e i molteplici interessi in gioco, la salvaguardia del territorio è pure una delle preoccupazioni maggiori dei progettisti ticinesi. Per cercare di agire con maggiore incisività a favore di una pianificazione territoriale sostenibile, la CAT ha istituito una specifica Commissione tecnica Urbanistica e Architettura (CT UA). L’obiettivo è di fornire una consulenza specialistica in questo ambito, in particolare ai comuni e al politico. Una misura efficace per contribuire alla salvaguardia del territorio è la nomina, chiesta con determinazione dai progettisti ticinesi, dell’architetto cantonale. La richiesta è sostenuta dal Parlamento, ma non ancora sufficientemente capita da una parte dell’amministrazione cantonale.

Il tema del degrado delle condizioni di lavoro e degli onorari è un tema che non tocca solo il Ticino. Il fatto di essere un cantone di confine accentua la problematica. La gravità del degrado ha spinto i progettisti a reagire, in particolare elaborando un Contratto collettivo di lavoro ed esigendo procedure di aggiudicazione idonee alle prestazioni di natura intellettuale, dove l’elemento qualitativo dell’offerta deve avere il sopravvento rispetto all’elemento economico. In questo ambito, le azioni dell’OCP contribuiscono significativamente al miglioramento dell’attuale degrado.

Il Ticino dei progettisti reagisce

Negli ultimi 15-20 anni, l’immagine delle professioni di architetto e di ingegnere e delle professioni apparentate ha subito un importante deterioramento. A livello di opinione pubblica, i progettisti non hanno più il medesimo valore. Si è arrivati addirittura a considerare, da parte di certi ambienti, pure secondo il Consiglio federale, le professioni di architetto e di ingegnere non di interesse pubblico. Nel suo piccolo, il Ticino dei progettisti sta reagendo, ad esempio con campagne d’informazione, intensificando i contatti con i politici, offrendo consulenza ai comuni e agli enti para-pubblici, collaborando con il mondo accademico, in particolare nella formazione continua, potenziando la CAT con l’assunzione di un direttore e non da ultimo rafforzando la deontologia professionale e combattendo, in attesa di una legge federale, per il mantenimento della legge cantonale sull’esercizio della professione LEPIA, unica nel suo genere in Svizzera, e del suo Ordine OTIA.

Soluzioni a livello nazionale

In conclusione, malgrado la grande vivacità e creatività nel voler adottare le giuste misure per affrontare in modo costruttivo e a lungo termine le numerose problematiche che condizionano negativamente il loro agire quotidiano, gli architetti e gli ingegneri ticinesi si sono velocemente resi conto che la maggior parte di tali problematiche può essere affrontata con successo unicamente con azioni a livello nazionale. In effetti, le condizioni di aggiudicazione delle commesse pubbliche, il degrado delle condizioni di retribuzione o la salvaguardia del territorio sono temi di attualità in tutte le sezioni della SIA. Di conseguenza, un maggiore dialogo e scambio di esperienze gioverebbe in modo tangibile a tutti i professionisti che hanno scelto di svolgere il favoloso mestiere dell’architetto o dell’ingegnere.

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