Restaurare un luogo
Il Bagno pubblico di Bellinzona
Il Bagno pubblico
Progettato da Aurelio Galfetti, Flora Ruchat-Roncati e Ivo Trümpy nel 1967 e inaugurato nel 1970, l’impianto sportivo consiste nella costruzione di un luogo attraverso la realizzazione di una colonna vertebrale – la passerella sopraelevata –, di un livello intermedio – contenente spogliatoi e servizi – e del piano di svago, con piscine, prati e percorsi, a livello del suolo sistemato. Il Bagno pubblico è dunque formato da entrambe le componenti, costruita e paesaggistica, con la valenza urbana di collegamento che trascende la sua pura funzione di luogo di svago. L’importanza di questo progetto per la storia dell’architettura nel Cantone Ticino è dimostrata anche dal fatto che il complesso è tutelato a livello cantonale quale monumento storico del Moderno. Già prima della tutela, nel 2007, Aurelio Galfetti e Flora Ruchat-Roncati avevano definito una linea guida per il restauro di questo complesso, perché dopo quasi quarant’anni dalla sua costruzione, il luogo presentava molteplici alterazioni, sia ai materiali sia all’assetto originale del progetto. Questo risultato era dovuto all’assenza in alcuni periodi di una corretta manutenzione e all’accumulo di interventi puntuali che non si rifacevano ai principi ordinatori del progetto originale. Per queste ragioni, gli architetti proposero che «debba essere affrontato il restauro nella sua duplice valenza “critica e architettonico-urbanistica”, nel rispetto della sua consistenza fisica e alla triplice istanza: estetica, storica rispetto al tempo e al luogo, attuale rispetto alle sue caratteristiche di opera aperta, capace di incidere tutt’ora su destinazioni e scelte future».1 Mentre nel 2011 il gruppo di lavoro BpB, formato dagli architetti Aurelio Galfetti, Flora Ruchat-Roncati, Ivo Trümpy, Carola Barchi e l’ingegnere Enzo Vanetta, ha definito i temi e le modalità per attuare questa forma di restauro conservativo del Bagno pubblico in qualità di «frammento urbano»2 tutelato.
Il progetto per il restauro conservativo
Il Bagno pubblico, come indicato, è un complesso formato da diversi elementi costruiti. Il progetto è retto da una trama le cui dimensioni sono determinate tramite il Modulor di Le Corbusier e realizzato attraverso quattro materiali principali: acciaio zincato, calcestruzzo armato faccia a vista, legno (abete in origine) e vetro. Per ognuno di questi è stato definito un metodo di intervento al fine di conservare la sostanza costruita, prolungarne la vita e sostituire in modo consono laddove necessario. A questi materiali si aggiungono gli elementi vegetali, le piantumazioni che permettono di definire il luogo e lo spazio del Bagno. Caratteristica distintiva del Bagno è quella di essere un spazio all’aperto, sottoposto agli agenti atmosferici in quasi tutte le sue parti, perché anche la maggior parte dei locali chiusi non sono ermeticamente separati dall’esterno. Il Bagno pubblico è ancora oggi l’unica piscina a cielo aperto della città di Bellinzona e quindi il restauro si è declinato in modi diversi al fine di garantire sia la conservazione sia il prolungamento della vita dell’insieme rispondendo alle nuove esigenze in materia di sicurezza e comfort di utilizzo. Tutti gli interventi tendono a ripristinare lo stato originale con eventuali inserimenti coerenti e che rispettino i principi del progetto del 1967. A oggi solo un quarto della sostanza è stata restaurata.
Un intervento a tappe
Il progetto è stato suddiviso in tappe di realizzazione che corrispondono agli elementi costitutivi del progetto sia dal punto di vista architettonico sia materiale. A questi si sono aggiunti degli interventi minori legati alle esigenze del committente. La prima tappa ha quindi interessato la torre dei tuffi e i trampolini, la seconda il ristorante e la cassa, la terza la passerella, la quarta gli impianti e i servizi sanitari a livello terra. Queste prime quattro fasi sono concluse. È in corso di realizzazione la quinta tappa che prevede gli interventi sul livello intermedio, a cui seguirà la sesta con le vasche, le pavimentazioni a livello del suolo e il parco.
Le tappe realizzate
La passerella in calcestruzzo armato faccia a vista è stata risanata a livello sia strutturale sia estetico in modo da poter continuare a svolgere la propria funzione di passeggiata urbana, elemento ordinatore del Bagno e accesso per almeno un altro mezzo secolo. Al restauro del calcestruzzo è seguito il rifacimento secondo il disegno originale dei parapetti in acciaio zincato che ora adempiono alle richieste della sicurezza contemporanea attraverso l’adeguamento dell’altezza e l’aggiunta di un sistema di illuminazione attraverso delle luci led poste sui corrimano.
Il restauro della torre dei tuffi non ha interessato solo la struttura in calcestruzzo armato faccia a vista che è stata completamente risanata, ma è stato necessario anche aggiungere nuove protezioni anti caduta sulle piattaforme che si configurano secondo il disegno dei parapetti in acciaio zincato esistenti in altre parti del Bagno. L’ampliamento del ristorante è stato invece affrontato attraverso la sua ricostruzione integrale, rispettando però materiali e principi compositivi dell’originale. Lo stesso è avvenuto con l’aggiunta di alcuni nuovi locali di servizio in mattoni di cemento al piano terra che permettono di rispondere alle esigenze d’uso contemporanee della struttura pubblica. L’adeguamento degli impianti tecnici ha permesso l’allacciamento del Bagno alla rete cittadina di teleriscaldamento.
Il livello intermedio, progetto in corso
Occupato dagli spogliatoi realizzati con una struttura in acciaio zincato e tamponamenti in vetro colorato e pannelli in fibrocemento, e dai relativi camminamenti esterni (comprese rampe e scale che lo collegano al piano terra), il livello intermedio sarà restaurato in modo conservativo per quanto riguarda i materiali, mentre alcuni spogliatoi riceveranno una nuova suddivisione degli spazi e degli utilizzi permettendo così di soddisfare le richieste degli utenti del Bagno. La modularità degli elementi e la loro ripetizione costituiscono una base che permette di assorbire, senza essere snaturata, nuove forme di occupazione dei locali.
Il restauro del parco
Infine, per l’ultima tappa, si dovrà ricercare una coerenza tra il contesto vegetale e i manufatti andando a ritrovare l’unità del luogo realizzata anche nel progetto originale da un manto erboso continuo punteggiato dalla presenza degli alberi scelti dai progettisti. Anche in questo caso sarà necessario ridare ordine agli elementi così che si possa ritrovare la giusta gerarchia tra le parti e ricostruire così questa parte di città con le «particolari concezioni e espressioni corrispondenti a un’epoca, nel caso in oggetto degli anni Sessanta del Novecento».3
Luogo
via Mirasole 20, Bellinzona
Committenza
Municipio della Città di Bellinzona - Discastero opere pubbliche e ambiente
Architettura
Galfetti Associati Sagl, Massagno
Collaboratori
L. Bini, T. Giannesi, F. Malachin, A. Melita, A. Morfini, G. Sintini, A. Speroni, M. Torri
Impresa
tappa I e II: Mafledil SA, Riviera; Casanova SA, Taverne. Tappa III: Cavazzoni SA, Giubiasco; Merlini & Ferrari SA, Minusio. Tappa IV: Maggetti & Co SA, Viganello; Reali SA, Osogna. Tappa V: Maggetti & Co, Viganello
Ingegneria civile
Studio d’ingegneria civile Vanetta, Pregassona
Progetto impianti RVCS
Rigozzi Engineering SA, Giubiasco
Progetto impianti elettrici
Erisel SA, Bellinzona
Consulenza per le costruzioni in legno
prof. ing. Andrea Bernasconi, Mendrisio
Consulenza per il risanamento del calcestruzzo
prof. ing. Eugen Brühwiler, Losanna
Fotografia
Marcelo Villada Ortiz fotografo, Bellinzona
Date
tappa I e II: 2013; tappa III: 2016; tappa IV: 2019; tappa V: 2022- (in corso)
Intervento e tipo edificio
restauro conservativo + ampliamento
Particolarità
edificio di interesse pubblico, impianto sportivo-ricreativo. Bene culturale di interesse cantonale. Riscaldamento ed acqua calda forniti da un sistema di teleriscaldamento
Note
1 A. Galfetti, F. Ruchat-Roncati, Restauro Bagno pubblico Bellinzona, lettera inviata al Municipio di Bellinzona il 20 agosto 2007, p. 1.
2 Ibid.
3 Ibid., p. 6.