Mi­glio­re ope­ra Pre­mio SIA Ti­ci­no 2024

Data di pubblicazione
14-02-2024
Alberto Winterle
Architetto, direttore di «Turris Babel», rivista della Fondazione Architettura Alto Adige/Südtirol

Studioser Architects, Riqualificazione degli spazi pubblici, Castel San Pietro Monte 2020-2022

Il progetto scelto dalla giuria come vincitore di questa edizione del Premio SIA Ticino, realizzato da studioser Architects a Monte frazione di Castel San Pietro in val di Muggio, più che una singola opera, può essere considerato come una sorta di strategia, una somma di azioni concretizzate nell’inserimento di limitati elementi, delicati e poetici, che permettono di attivare fertili dinamiche di socialità in un piccolo paesino abitato da poco più di cento persone. Attraversando le vie del borgo si scorgono minimi oggetti: una seduta, una fontana, una protezione, un parapetto, accomunati dalla matericità degli elementi impiegati o dal colore verde scelto per caratterizzare e rendere riconoscibili gli interventi. Sono componenti evocativi che non cercano «visibilità» ma che invece sembrano poter essere sempre appartenuti al luogo. Sono oggetti e forme commisurate e coerenti con il contesto, piccole aggiunte realizzate con la consapevolezza della mancanza di accenti nel villaggio. In un centro abitato dove c’è «poco» ci si limita ad aggiungere altro «poco». Le realizzazioni che oggi possiamo vedere e apprezzare corrispondono a un progetto che potrebbe essere ritenuto incompiuto e non finito in quanto è possibile immaginare di aggiungere ulteriori elementi nel corso del tempo. Ma è proprio attraverso la misura che questo processo progettuale si confronta, lavorando sull’attivazione di una comunità in un paese posto, di fatto, a poca distanza dai centri abitati più importanti ma che non esprime particolari vocazioni turistiche ed economiche, rischiando così un effetto di abbandono. Riprogettare per microinterventi quei piccoli spazi vuoti posti tra le abitazioni è il modo per prendersi cura del bene comune e quindi della comunità che quei luoghi li abita. Si tratta quindi di valorizzare ciò che già c’è, rafforzare l’identità, riscoprire la consapevolezza del valore che si ha in mano. Per questo il progetto nasce anche attraverso una serie di incontri di ascolto e dialogo con le persone che quel territorio lo vivono e lo presidiano. Il lavoro, coordinato dai due componenti dello studio: Rina Rolli e Tiziano Schürch, fonda le sue radici nel tentativo di rafforzare l’attrattività del villaggio e allo stesso tempo di migliorare la qualità di vita degli abitanti lavorando sull’inclusività e la relazione tra diverse generazioni. Tentativo simbolicamente rappresentato dai parapetti, fondamentale elemento urbano necessario per proteggere e sostenere gli anziani, ma nella visione dello studioser diventa allo stesso tempo strumento di gioco per i bambini che possono inserire le biglie nell’anima dei parapetti inclinati posti lungo scale e rampe.

Il lavoro dei giovani progettisti, che proprio grazie a questo intervento hanno avviato il proprio studio di architettura elaborando un approccio molto personale, dimostra quanto i piccoli progetti, aventi come obiettivo la realizzazione di oggetti di limitate dimensioni, possono costituire occasioni di ricerca ed esprimere un concentrato di idee e intenti, di tecniche e significati, capaci di porre questioni complesse e profonde.

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