IBA Ba­sel 2020

Affrontare la situazione con concretezza

L’esposizione IBA Basel 2020 sarà la prima a superare i confini nazionali. La direttrice Monica Linder-Guarnaccia racconta cosa significhi moderare gli interessi dei vari attori a beneficio di tutti, considerando al tempo stesso la diversa cultura della progettazione di tre paesi.

Data di pubblicazione
13-10-2016
Revision
13-10-2016

Traduzione di Andrea Bertocchi

Judit Solt: Signora Linder-Guarnaccia*, quali sono le particolarità di IBA Basel 2020 rispetto alle precedenti edizioni?

Monica Linder-Guarnaccia: È la prima volta che l’esposizione si svolge fuori dalla Germania e, per giunta, in tre paesi contemporaneamente. Abbiamo esportato uno strumento di pianificazione tedesco al fine di sfruttarlo per promuovere progetti transfrontalieri. Sulla base di questi esempi studieremo come si possa in futuro collaborare meglio, con maggiore efficienza e in modo più sostenibile al fine di sviluppare la regione di Basilea nel suo complesso. Una regione che è nota per il fatto di pensare e agire in maniera transfrontaliera. Tuttavia, questo finora era avvenuto soprattutto a livello politico: l’esperienza con progetti concreti era infatti ridotta. Gli organi esistenti non hanno generato una collaborazione progettuale. È questo il motivo per cui la politica ha convocato questa IBA.

Come avete individuato i progetti?

Si tratta di un’altra particolarità di questa IBA: abbiamo avviato un processo dal basso. Le amministrazioni comunali nei tre paesi hanno diffuso l’invito a presentare idee di progetto. Nella regione sono stati raccolti in questo modo circa 120 progetti e abbiamo quindi dovuto procedere a una selezione ponendoci alcune domande fondamentali. Cosa è davvero sostenibile? Cosa promuove la coesistenza? Cosa aumenta la qualità della vita? Cosa incrementa la capacità di adattamento della regione? Originariamente volevamo concentrarci su 45 progetti, ma rispetto alle dimensioni del nostro team era un obiettivo troppo ambizioso. Non tutte le amministrazioni e i privati dispongono dei mezzi per portare avanti il proprio progetto nella strettissima cornice temporale prescritta.

L’ufficio amministrativo dell’IBA ha dovuto prendersi carico della prosecuzione di questi progetti, un compito che richiede molto personale e molte risorse. Le esposizioni internazionali dell’architettura sono una condizione eccezionale e al tempo stesso un procedimento di qualificazione: durante lo svolgimento dei lavori verifichiamo con la nostra commissione tecnica lo sviluppo dei progetti così come i loro standard qualitativi e la loro fattibilità (ovvero se entro il 2020 potranno essere realizzati perlomeno a grandi linee).

I progetti selezionati possono essere visti nell’esposizione attualmente in corso. Quanti sono ora? 

I soggetti nominati sono 19. A questi si aggiungono tre progetti già completati fin d’ora, che hanno ottenuto l’etichetta IBA: «Region Grüngürtel», «24 Stops» e «Rheinuferweg St. Johann–Huningue». Altri dieci progetti si trovano in uno stadio di pre-nomina e non ricevono un supporto diretto da parte dell’IBA; qualora tuttavia entro il 2018 i responsabili riescano a sviluppare un progetto fino al livello che abbiamo concordato con loro, tale progetto potrà essere nominato e ricevere il supporto dell’IBA.

Le iniziative mirano a promuovere la sostenibilità e a fungere da catalizzatori volti a valorizzare una regione transfrontaliera. Cosa intende per valorizzazione?

È un’ottima domanda: il tema della sostenibilità è immenso e si presta a numerosissime interpretazioni. L’IBA ha elaborato dei criteri qualitativi anche per stabilire come interpretiamo lo sviluppo sostenibile. 

Il progetto «3Land» – lo sviluppo di un quartiere tedesco-francese-svizzero – ne è un buon esempio. Abbiamo approvato un progetto territoriale comune, ma a livello attuativo si pongono alcune domande. Cosa si intende in ciascuno dei tre paesi per qualità, carattere esemplare e sviluppo sostenibile? Quando le cose si fanno concrete, bisogna anche affrontare la situazione con grande concretezza e fissare delle priorità. Per il progetto «3Land» abbiamo deciso di mettere in primo piano il criterio della sostenibilità sociale, visto che fra le nazioni coinvolte sussistono notevoli disparità economiche. Altri aspetti importanti sono la sufficienza e l’economia circolare. Come vengono interpretati nei diversi paesi?

Ma è possibile confrontare progetti sulla base di criteri così diversi?

Sì, affrontando i temi in maniera sufficientemente ampia è possibile. A seconda del paese ci sono poi diversi punti chiave. La Francia ad esempio promuove l’edilizia residenziale sociale attraverso il finanziamento di costruzioni destinate a un determinato gruppo di destinatari. Per contro, la Svizzera cerca di supportare direttamente le persone, scelta che comporta un maggiore mescolamento sociale. Qui sostenibilità sociale significa quindi costruire in maniera che persone diverse vivano nello stesso quartiere. Sulla base di queste interpretazioni divergenti, IBA Basel cerca di elaborare un catalogo di criteri qualitativi a cui tutti possono orientarsi nonostante i loro specifici sviluppi nazionali. Naturalmente è possibile definire aspetti chiave individuali, ma nel complesso deve essere raggiunto un determinato punteggio.

Sono previsti anche criteri di esclusione?

Uno stop è assicurato nel caso in cui un progetto persegua unicamente interessi individuali. Tutti gli attori sono chiamati a riflettere su quale beneficio economico, ecologico e sociale possa avere il loro progetto per gli altri: devono quindi pensare assieme al vicino anziché contro di lui. I progetti devono avere ripercussioni positive a livello transfrontaliero, laddove la frontiera non coincide con la particella del vicino, ma piuttosto con i confini comunali o nazionali. Ciò richiede tempo: ogni paese e ogni comune è infatti in concorrenza con altri. I politici devono superare questo atteggiamento di concorrenza per poter poi dire agli elettori: «Continuerete ad avere dei vantaggi, ma non sarete più i soli. E va bene così».

L’IBA sta lavorando proprio a questo processo di cambio di mentalità.

I 19 progetti esposti soddisfano i criteri IBA Basel e ne ricevono pertanto il sostegno. Come va inteso questo sostegno?

Si manifesta in molti modi. Il team IBA comprende professionisti altamente qualificati provenienti da diversi settori: architettura, pianificazione territoriale e urbanistica, sociologia, comunicazione ecc. Si tratta quindi di una squadra eterogenea che affronta i progetti in maniera altrettanto eterogenea. Lavoriamo con un approccio interdisciplinare, coinvolgendo anche la popolazione.

 Quindi non ci limitiamo alla partecipazione prescritta dalla legge, ma rileviamo per tempo il quadro della situazione. Prepariamo studi e li bandiamo. Supportiamo i comuni minori a cui mancano le figure professionali necessarie e in questi casi assumiamo anche la direzione del progetto. Soprattutto, però, fungiamo da mediatori fra paesi o comuni. In ogni progetto ci sono anche interessi individuali, che di per sé sono legittimi; in fondo i politici vengono eletti per ottenere il meglio per il loro comune o il loro paese. Ma quando un ente indipendente come l’IBA è in grado di dimostrare quale vantaggio aggiuntivo comporta una misura, cercando al tempo stesso dei modi per renderla possibile (ad esempio attraverso il reperimento dei necessari fondi), nasce una collaborazione che va a beneficio di tutti i soggetti coinvolti. Si tratta di una parte importante del nostro lavoro: cercare sovvenzioni e presentare richieste, ovvero sbrigare tutta la parte amministrativa.

L’IBA fornisce un apporto creativo?

Sì, indirettamente attraverso la giuria quale massimo organo consuntivo. Anche in questo caso, tuttavia, ci sono specifiche differenze nazionali. In Francia sono gli eletti («les élus») a decidere: noi siamo coinvolti solo con un ruolo di consulenza. Un ruolo che tuttavia può essere molto significativo quando si è credibili e si è in grado di motivare perché un determinato progetto presenta una qualità elevata e vale quindi la pena di affrontare costi aggiuntivi. Vantiamo un forte ruolo di mediazione e consulenza.

Come viene finanziata l’IBA?

Nel complesso sono coinvolti 22 enti territoriali: i comuni attorno a Basilea, il land tedesco del Baden-Württemberg, i Cantoni di Argovia e Basilea Città, la Confederazione e l’Unione Europea. Tutto ciò ci offre infinite opportunità!

In Germania ad esempio sono previsti numerosi sussidi in campo urbanistico e visto che il Baden-Württemberg è uno dei partner IBA, le nostre domande godono di un trattamento prioritario: possiamo inviarle direttamente all’istanza superiore e ricevere una risposta in brevissimo tempo. In questo modo guadagniamo tempo prezioso! A livello europeo, l’autorità di gestione Interreg di Strasburgo è competente per la promozione della collaborazione transfrontaliera. Attualmente è in corso un nuovo programma, l’Interreg V, e l’IBA è il primo progetto che riceve le relative sovvenzioni. Fungendo da progetto pilota abbiamo lo svantaggio di dover affrontare iter non consolidati di gestione amministrativa (affinché in seguito possono essere attuati direttamente processi ottimizzati), ma per contro apprendiamo quali criteri e indicatori sono importanti per l’Unione Europea e possiamo integrarli prontamente nelle richieste da presentare per i nostri nuovi studi.

Di quali criteri e indicatori si tratta?

Per i progetti europei è rilevante soprattutto cosa viene concretamente costruito, quanto costa la superficie di edificazione al metro quadrato, quante persone vengono raggiunte e come le stesse vengono raggiunte.

 L’attenzione dell’IBA si concentra qui sull’attività di collegamento in rete e mediazione, sulla governance dei progetti. Concretamente ciò riguarda aspetti che vanno dal numero di riunioni o colloqui fino al numero di persone raggiunte da ciascun evento. Nel complesso, il numero di indicatori è incredibilmente elevato: stiamo attualmente scrivendo una relazione che a quanto pare richiederà diverse migliaia di pagine!

In questa marea di carta come riuscite ancora a ponderare i criteri e a concentrarmi sull’essenziale?

Il team comprende due persone che conoscono alla perfezione queste procedure e se ne occupano. A livello di sviluppo del progetto ci concentriamo sulla domanda di quale beneficio apporti un determinato progetto per la popolazione. Già così siamo a un ottimo punto. In campo amministrativo è necessario occuparsi di processi in parte molto banali, come ad esempio gli elenchi delle presenze alle riunioni, perché anche il numero di incontri necessari per avviare un progetto è di per sé un indicatore. All’inizio mi sembrava assurdo dover documentare queste cose. Ma tutto ciò ci fornisce una base di dati e statistiche significative che sono molto istruttive per i nuovi progetti. È utile sapere quanti colloqui (un numero davvero inimmaginabile) con politici e successivamente collaboratori tecnici bisogna mettere in programma per portare avanti un’idea. Oggi non passa settimana senza riunioni di progetto alle quali partecipino anche decisori politici. È una dimostrazione del fatto che i processi si sono intensificati e che le strutture gerarchiche sono diventate più piatte. È anche da aspetti come questo che ci rendiamo conto di come tutti collaborino al progetto.

C’è voluto moltissimo lavoro per instaurare i canali di comunicazione e creare la base di fiducia...

…ora si tratta di mantenerli. A questo proposito posso raccontarvi un piccolo aneddoto. Assieme alle tre etichette che abbiamo potuto assegnare finora volevamo consegnare anche un oggetto. Per lungo tempo non sapevamo di cosa dovesse trattarsi. Alla fine abbiamo scelto di produrre assieme all’artista svizzera Maude Schneider un’opera in ceramica: un triangolo quale simbolo della convivenza dei tre paesi circondato da un pittogramma che riporta tutti i progetti, dipinto in vero argento, nel quale il progetto premiato di volta in volta è evidenziato in vero oro. Ogni esemplare di quest’opera d’arte è realizzato a mano con grande amore. La ceramica richiede molte cotture a temperatura elevatissima: deve quindi passare ripetutamente in forno prima di diventare dura e resistente. Se tuttavia la si lascia cadere, va in mille pezzi. Ritengo che si tratti di una metafora molto azzeccata del nostro lavoro: sono necessari tanti passaggi e molto lavoro per ottenere la fiducia reciproca e raggiungere un risultato soddisfacente per tutti. E bisogna agire con estrema cura per non rovinare tutto.

* Monica Linder-Guarnaccia è responsabile di IBA Basel 2020 dal 2014. In precedenza ha diretto per sei anni ol Salone Mondiale dell'Orologeria e della Gioielleria Basilea, guidandone il riposizionamento ha fatto inoltre parte della dirigenza dell'azienda Tritec International, attiva nel campo del solare, e ha lavorato presso l'Ufficio della cultura del Cantone di Basilea Campagna.

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