L’evo­lu­zio­ne del­la nor­ma SIA 144, tra ri­schi e op­por­tu­ni­tà

Mentre il dibattito interno alla SIA sulla stesura della nuova norma 144, riguardante concorsi per prestazioni, volge al termine, Pablo Valsangiacomo riflette su questo tipo di procedura, che talvolta viene utilizzata in maniera problematica.

Data di pubblicazione
20-02-2021

In questi ultimi mesi si sta concludendo il dibattito interno alla SIA che interessa la stesura della nuova norma SIA 144, riguardante concorsi per prestazioni. Nonostante il tema non sembri particolarmente appassionante, esso è di fondamentale importanza e influenzerà il contesto degli appalti pubblici per gli anni a venire. La discussione offre importanti opportunità per un’evoluzione qualitativa della procedura, ma vi sono pure iniziative insidiose che se dovessero passare – mi sento di dire senza paura di esagerare – minerebbero il futuro della Baukultur svizzera.

Già da qualche anno la configurazione del concorso per prestazioni è stata messa in discussione. Infatti non è sempre chiaro quando vada usato il concorso per prestazione rispetto a quello di progettazione. Questa ambiguità di forma ha portato a utilizzare il regolamento SIA 144 in contesti dove sarebbe stato più adatto un concorso di progetto. Il concorso per prestazione va utilizzato quando c’è già un progetto e il committente vuole assegnare l’esecuzione dello stesso. Al contrario, in assenza di un progetto, va utilizzata la SIA 142 attraverso la quale i progettisti offrono la loro migliore soluzione; una modalità che indubbiamente porta a una maggiore qualità delle realizzazioni.

La nuova SIA 144, nella sua peggiore interpretazione, potrebbe consentire l’utilizzo della procedura di miglior offerta accompagnata da qualche schizzo, mettendo da parte il concorso di progettazione.

Una proposta invece interessante, che è stata mossa alla SIA centrale, è l’introduzione dell’obbligo di utilizzo del metodo delle due buste. L’ingegner Paolo Spinedi, presidente di SIA Ticino, ci fornisce qualche approfondimento: «Nei concorsi per prestazioni normalmente si consegnano l’onorario e una relazione tecnica in un unico pacchetto. Vi è così il rischio che, al momento dell’apertura delle offerte, il committente si lasci influenzare troppo dall’onorario dando meno importanza a tutto il resto. Il metodo delle due buste prevede di consegnare la parte tecnica in una busta e l’onorario in un’altra. Il committente dovrebbe in prima battuta aprire solo la busta contenente gli aspetti tecnici, fare una valutazione e stabilire una prima classifica. A questo punto potrebbe aprire la seconda busta con l’offerta economica e assegnerebbe i punteggi agli onorari. Infine andrebbero sommati i due punteggi e definito il vincitore. In questo modo sarebbe valutata la parte tecnica dell’offerta senza pregiudizi di costo».

D’altra parte l’Assemblea federale si è mossa nella direzione dei progettisti che auspicano un approfondimento dei criteri di valutazione delle offerte. «Il parlamento ha accettato lo scorso anno la modifica della Legge federale sugli acquisti pubblici e la relativa ordinanza. La loro entrata in vigore è avvenuta il primo gennaio 2021. Fra i criteri di valutazione di un’offerta vi è ora anche la plausibilità di quest’ultima. Siamo soddisfatti di questo passo avanti, che auspicavamo da molto tempo».

Questi criteri sono fondamentali poiché chiariscono se la prestazione fornita avrà la qualità richiesta. Il sistema delle due buste si spingerebbe oltre in questa direzione, diminuendo l’influenza assoluta del costo a vantaggio di una qualità superiore. Ma sono scelte coraggiose che spaventano alcuni.

«È argomento di dibattito quanto profondo debba essere il cambiamento della SIA 144. C’è chi preferirebbe una norma che sposi in parte le pratiche soprattutto dei grandi committenti, correggendone leggermente il tiro, oppure chi opterebbe per una linea più purista, con una norma chiara e forte, per poi cercare di promuovere un cambiamento di metodo nei committenti. Inizialmente sembrava che sarebbe passata la linea morbida, ma la discussione si è fatta intensa perché sono in molti, e da tutte le parti della Svizzera, a volere un documento esemplare che segni la direzione in cui ci si vuole muovere nei prossimi anni. L’esito è quindi ancora aperto», conclude speranzoso il presidente di SIA Ticino. L’auspicio è che si possa stilare un documento di riferimento con chiare linee guida, che si rivelerebbe utile sia per i committenti pubblici che per quelli privati.

Bisogna però infine sottolineare la responsabilità della nostra categoria professionale. Spesso i committenti non sanno come muoversi e nella fase iniziale del progetto si rivolgono a professionisti, chiamati in veste di consulenti, che li devono indirizzare verso procedure affidabili e deontologicamente ineccepibili. È quindi auspicabile che tutti i membri della nostra categoria, indipendentemente dall’esito della consultazione, adottino una condotta corretta, nel migliore interesse della cosa pubblica e di riflesso della ricerca della massima qualità.

I risultati dei concorsi su competitions.espazium.ch/it

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