At­ti di ri­con­ci­lia­zio­ne

Kongresshaus, Zürich (ZH)

Abstract dell’articolo, in italiano, di Judit Solt per la pubblicazione «Cultura della costruzione: qualità e critica».

Data di pubblicazione
25-02-2022

Si lamenta molto il distacco tra arte di alto livello e il grande pubblico. Ci sono tuttavia opere che convincono sia i professio­nisti che i dilettanti. Quello che hanno da dire riguarda tutti; e lo dicono in modo comprensibile a chiunque. Incarnano lo spirito di un’epoca, di un luogo. Costituiscono un punto focale per l’identità comune delle persone attraverso le generazioni, mostrando come il senso di appartenenza presupponga bellezza e durabilità.

Judit Solt espone la sua scelta.

La Kongresshaus di Zurigo ne è un esempio eloquente. Inaugurato nel 1939 per l’esposizione nazionale, l’edificio trasmetteva l’immagine di una Svizzera moderata e sicura di sé. Era un’opera collettiva dell’edilizia svizzera, testimonianza di unità e solidarietà; e dimostrava principi di design moderni, come le transizioni fluide tra interno ed esterno, le stanze inondate di luce e le geometrie semplici. Eppure non si trattava di un edificio manifesto radicale: vi trovavano posto sia l’artigianato tradizionale che proporzioni classiche e forme organiche.

La costruzione incarna un atteggiamento progettuale che non indugia programmaticamente nella negazione del vecchio, anzi ne rielabora gli elementi in modo nuovo. Rappresenta il progresso nel senso di avanzamento tranquillo: un passo per volta. Vi è un prima e vi sarà un dopo. La costruzione è un ponte nel tempo. Qualità questa parzialmente compromessa negli anni. Economia e politica spingevano per un nuovo edificio, ma gli elettori hanno deciso a favore di una sua riqualificazione. Una scelta lungimirante: non solo sono state rimosse alcune aggiunte e completate le parti mutilate, ma si è intervenuti ri­organizzando con coraggio e intelligenza la distribuzione dei locali. Ottemperate le norme antincendio e antisismiche, il rapporto tra luce e spazio si compone oggi in una nuova armonia e un’eleganza gioiosa è tornata a risplendere. L’edificio è stato ampliato nello spirito del pro­getto originale, ma con un atteggiamento ­contemporaneo. Il passo successivo è compiuto. Il ponte nel tempo resiste.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero speciale «Cultura della costruzione: qualità e critica». Ordina adesso!

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