Il Di­spo­si­ti­vo di at­tac­co in­ter­me­dio

In questo contributo si traccia una mappa dei luoghi del cantiere, a cominciare dal suo baricentro: il dispositivo di attacco intermedio, il quale ha centralizzato tutte le lavorazioni principali.

Data di pubblicazione
04-11-2020
Alberto Del Col
Direttore Costruzione grezza / Tecnica ferroviaria GbC, AlpTransit San Gottardo SA

Le dimensioni dell’opera, l’ottimizzazione dei processi di lavoro, l’esigenza di minimizzare i tempi realizzativi come anche gli impatti sulle aree densamente urbanizzate in corrispondenza dei portali hanno portato a prevedere un dispositivo di attacco intermedio.

Si è trattato di un punto del progetto, geograficamente baricentrico, avente la funzione di centralizzare tutte le lavorazioni principali e permettere la realizzazione delle opere in sotterraneo su più fronti di lavoro in contemporanea.

La soluzione adottata ha quindi previsto l’occupazione di diverse superfici entro i territori comunali di Monteceneri (quartieri di Sigirino e Camignolo) e Mezzovico-Vira.

In questa area era già presente il Cunicolo di prospezione di Sigirino (CPS), costruito nel 1997 per la caratterizzazione geologica dell’ammasso roccioso, al quale, tra il 2007 e il 2009, sono stati aggiunti la Finestra di Sigirino (FIS) e la Caverna operativa (CAOP), uno spazio operativo sotterraneo, sede degli impianti di cantiere necessari agli avanzamenti delle canne della galleria, alla produzione di calcestruzzo e alla gestione dei materiali.

La scelta di spostare diverse attività di cantiere, tra cui la centrale di betonaggio, all’interno del tunnel è stata dettata dalla volontà di contenere al minimo l’impatto sull’ambiente esterno circostante e avvicinare il punto di produzione alla messa in opera del calcestruzzo, migliorando notevolmente la gestione delle attività.

Al fine di annullare qualsiasi impatto acustico all’esterno, anche l’impianto di ventilazione è stato installato al piede del cunicolo di prospezione.

L’intero sistema (vedi fig. 2), che a tutti gli effetti rappresentava una propaggine dell’area di cantiere in sotterraneo, è stato completato con diverse aree logistiche e di cantiere esterne, atte alla gestione amministrativa e alla esecuzione di attività e trattamenti che necessitavano spazi aperti quali: l’impianto per la produzione di aggregati per il calcestruzzo, sili in acciaio per lo stoccaggio di materiali, nastri trasportatori, impianti per il trattamento acque e aree di deposito del materiale di scavo.

Il comparto è stato inoltre collegato funzionalmente alla rete stradale esistente (strada cantonale e autostrada A2) e alla rete ferroviaria, predisponendo un apposito raccordo di cantiere che ha permesso di garantire l’approvvigionamento di materiali su rotaia senza incidere sulla rete stradale.

Anche la volontà di garantire una costante e attenta gestione del materiale di scavo è stata una sfida importante. Essa ha difatti influenzato la gestione organizzativa e logistica del cantiere, nonché l’approccio progettuale delle sistemazioni finali.

Gli obiettivi, quali la garanzia di un elevato grado di sicurezza per l’approvvigionamento, lo smaltimento del materiale, la creazione delle premesse necessarie al riutilizzo del materiale di scavo, il controllo dell’economicità delle operazioni e il contenimento dei carichi ambientali, sono stati perseguiti grazie all’adozione dei seguenti principi:

  • riutilizzazione del materiale di scavo nell’ottica della miglior destinazione possibile, sia qualitativamente sia quantitativamente;
  • limitazione al minimo di trasporti su gomma;
  • attenta analisi delle modifiche morfologiche del terreno, eseguite nel rispetto del paesaggio e compatibilmente con la pianificazione del territorio.

A seguito di accurate ricerche, che hanno interessato vaste aree del Cantone Ticino, si è deciso di allestire il deposito definitivo del materiale di scavo in determinate aree del territorio di Sigirino. In questo modo oltre 3 milioni di metri cubi di materiale, esclusa dunque la parte che è risultata adatta al riutilizzo per riempimenti o per la produzione di sabbia e ghiaia, hanno potuto essere messi in dimora praticamente senza utilizzare la rete stradale esistente.

Il corpo del deposito è stato infatti sviluppato entro un’ansa naturale creata dai versanti del Monte Ferrino, sulla sponda sinistra del fiume Vedeggio.

Complessivamente è stata interessata un’area prevalentemente boschiva di superficie totale superiore a 16 ettari.

La pendenza massima delle scarpate è stata fissata, per ragioni tecniche e di stabilità, a 2:3 e, ogni 15 m di dislivello, è stata realizzata una superficie orizzontale (berma) che ha permesso di cogliere dei vantaggi sia dal punto di vista ingegneristico (stabilità, accessibilità, manutenzione), sia ambientale (ricoltivazione) e di inserimento nel territorio (morfologia).

Sulla base di studi specifici eseguiti in loco, e la creazione di particelle sperimentali, si è potuto inoltre attuare un rinverdimento progressivo delle scarpate ultimate. L’obiettivo è infatti quello che, nel corso degli anni, le attività di rinverdimento lanciate con il progetto AlpTransit permettano di ricostituire un bosco.

Come per tutti gli elementi definitivi, visibili all’esterno, anche il deposito è stato oggetto di studio da parte della commissione di accompagnamento dell’inserimento architettonico e paesaggistico (BGG). Lo stesso gruppo, oltre a occuparsi dell’inserimento territoriale, ha gestito l’impatto ambientale dell’intera opera. Sulla base di approfonditi bilanci è stato dunque possibile definire, oltre a una lunga serie di misure di accompagnamento atte a mitigare o a minimizzare gli impatti derivanti dalla costruzione dell’opera, anche delle cosiddette misure di compensazione volte a creare, nei dintorni delle aree interessate dal cantiere, opere a valore ambientale aggiunto. 

Tra queste ultime spicca il passaggio faunistico al Dosso di Taverne. Con la costruzione del deposito definitivo del materiale di scavo a Sigirino si è andati a compromettere ulteriormente la possibilità di movimento della fauna locale dal versante est a quello ovest della Valle del Vedeggio, già parzialmente pregiudicata dalle precedenti costruzioni della linea ferroviaria esistente, della strada cantonale e dell’autostrada. La ricerca eseguita sul territorio ha identificato la località Dosso di Taverne, nel territorio comunale di Monteceneri, dove l’autostrada A2 passa in galleria, come la zona più idonea per inserire un manufatto di questo genere.

Il progetto si compone di una serie di interventi:

  • creazione di aree attrattive per la fauna in corrispondenza del fondovalle;
  • realizzazione di un manufatto in cemento armato con relativi muri d’ala per consentire il sovrappasso della strada cantonale;
  • formazione di rampe di accesso e di riempimenti per modellare e raccordare convenientemente il territorio;
  • adattamento locale del tracciato della strada cantonale e indirettamente la realizzazione di una nuova rotonda posta a nord-ovest del manufatto;
  • facilitazione dell’attraversamento della linea ferroviaria tramite creazione di una rampa di accesso ed eliminazione di una tratta della rete di delimitazione del sedime ferroviario;
  • facilitazione del guado del fiume;
  • inverdimento in corrispondenza dell’imbocco del manufatto, costituito da alberi da frutto e arbusti, atto a creare le condizioni necessarie a invogliare il passaggio degli animali.

Una volta completata l’opera è stato possibile avviare un vero e proprio programma di monitoraggio pluriennale del funzionamento globale del sistema, basato su precise direttive dell’Ufficio federale dell’ambiente.

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La geografia del cantiere – immagine 1

 

Area logistica tecnica: ad eccezione delle sole aree secondarie, tutta la logistica tecnica è stata concentrata sulla sponda sinistra del fiume Vedeggio, in territorio di Sigirino, a est del rilevato ferroviario. In particolare: depositi di materiali d’opera, magazzini, posteggio dei veicoli di cantiere, officina, impianti di gestione e trattamento del materiale di scavo ecc.

 

Area logistica amministrativa: le installazioni amministrative hanno trovato posto pure sulla sponda sinistra del fiume Vedeggio, ma a ovest del rilevato ferroviario. Complessivamente sono stati realizzati tre blocchi modulari in legno di due piani ciascuno (uffici per le imprese, uffici per il committente e centro informativo) disposti in linea parallelamente al rilevato ferroviario.

 

Area per il trattamento delle acque: l’impianto per il trattamento di tutte le acque di cantiere è stato realizzato in territorio comunale di Mezzovico-Vira sulla sponda destra del fiume Vedeggio.

 

Area depositi di terra vegetale: queste superfici hanno trovato posto su diversi terreni ubicati sulla sponda sinistra, entro il territorio comunale di Monteceneri (località Camignolo) e Mezzovico-Vira.

 

Area deposito: realizzato in tappe annuali che hanno permesso di predisporre la superficie tramite dissodamento e opere preparatorie per accogliere il materiale di scavo.

 

Area del Villaggio Operai: in base all’esperienza di cantieri precedenti si è deciso di realizzare uno specifico villaggio operaio che potesse consentire di ospitare fino a 450 persone. A questo proposito è stata individuata un’area in territorio comunale di Monteceneri (località Sigirino) a ovest della strada cantonale. Complessivamente sono stati realizzati sette edifici modulari in legno, e più precisamente quattro blocchi di tre piani ciascuno quali alloggi per le maestranze, un blocco da un piano quale alloggio per i quadri, un blocco da un piano quale mensa e un ulteriore blocco da un piano quale spogliatoio.

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