Sovrap­pas­so di via­le Sca­ram­po, via­dot­to via­le Cer­to­sa-Mon­te Ce­neri, 1959­-1965

L’ingegneria di Silvano Zorzi tra Svizzera e Italia

Due progetti che illustrano come Silvano Zorzi, protagonista di Archi 5/2019, si sia confrontato con il tema, allora poco sperimentato, delle strade sopraelevate urbane, personalizzandolo all'insegna della fusione di tecnica ed estetica.

Publikationsdatum
03-10-2019

Nel corso della sua carriera, Silvano Zorzi si è trovato ben presto di fronte a un tema progettuale relativamente poco sperimentato e al contempo molto complesso in termini di esigenze architettoniche, urbanistiche e funzionali. La crescita economica degli anni Cinquanta richiedeva infatti la costruzione di strade sopraelevate urbane.

Zorzi, nell’affrontare questo tema, fa espressamente riferimento a quanto realizzato dall’ingegnere tedesco Fins­terwalder, che ha depositato qualche anno prima alcuni brevetti per la costruzione di impalcati a piastra, ma lo personalizza e lo orienta secondo il suo approccio progettuale, basato sul connubio di tecnica ed estetica, per ottenere quello che lui definisce «un nastro sottile».

La ricerca intrapresa da Zorzi ha modo di trovare il suo primo riscontro pratico quando gli viene affidata la progettazione della circonvallazione ovest di Milano.

Il progetto, sviluppato con la collaborazione dell’ingegnere Giorgio Macchi e realizzato dall’impresa Angelo Farsura SpA, è il principio di un sodalizio professionale lungo e proficuo. Il primo tratto consta nel sovrappasso di viale ­Lodovico Scarampo: una sopraelevata di circa 350 m costituita da pile centrali, di altezza variabile tra 2.5 m e 4.5 m, ­che sostengono un impalcato a nastro sottile, monolitico, largo 14 m e rinforzato al centro da costolature triangolari in grado di riprendere gli sforzi di momento e di taglio trasmessi in corrispondenza degli appoggi.

Successivamente Zorzi realizza una seconda sopraelevata, quella che lungo l’asse delle vie Renato Serra e Monte Ceneri completa la circonvallazione ovest.

Si tratta di un’opera di circa 1 km in cui le pile centrali, anche in questo caso, supportano la piastra continua dell’impalcato su campate di 20 m che raggiungono i 42 m in corrispondenza dell’intersezione con viale Certosa e via Mac Mahon. In questo progetto Zorzi riesce a sintetizzare la sua idea di infrastruttura urbana. Scegliendo la tipologia strutturale della piastra continua bidirezionale, realizzata in calcestruzzo armato gettato in opera senza precompressione (se non dove le luci maggiori lo richiedono) e sostenuta da ­pilastri puntuali di altezza e sezione contenute, egli persegue il suo obiettivo, ovvero la realizzazione di quell’idea di nastro sottile che ben si inserisce nel contesto urbano.

Così anche la sezione stradale, con uno spessore degradante verso l’esterno e le pile che si allargano per accogliere l’impalcato, donano una qualità non solo ingegneristica ma anche architettonica all’opera; denotando come il progettista, pur non avendo tralasciato alcun dettaglio, abbia focalizzato l’attenzione sulla parte più visibile dell’opera, ovvero l’intradosso.

 

Bibliografia

  • S. Zorzi, L. Magagnato, Silvano Zorzi: ponti e viadotti, Museo di Castelvecchio, De Luca Editore, Verona 1981
  • S. Zorzi, A. Villa, E. Martinelli, Silvano Zorzi: ingegnere 1950-1990, Electa, Milano 1995
  • T. Iori, S. Poretti, SIXXI: storia dell’ingegneria strutturale in Italia, Gangemi, Roma 2014-2017
  • G. Barazzetta, M. Landsberger, Itinerari di architettura milanese: Produrre_muoversi_abitare, struttura e forma nell’architettura milanese contemporanea, Ordine degli architetti di Milano, Milano 2013
  • I. Blandino, I viadotti di Silvano Zorzi: sperimentazioni strutturali e costruttive tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, Tesi di dottorato in ingegneria civile, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Roma 2015
  • S. Zorzi, Il primo esempio di strada sopraelevata in Milano, L’Industria Italiana del Cemento, 1961, n. 3, pp. 135-140.

So­vrap­pas­so di via­le Sca­ram­po

Ing. Silvano Zorzi, Ing. Giorgio Macchi

 

Dati

Località viale Scarampo, Milano

Anno 1959-1960

 

Geometria

Lunghezza 350 m: campate 18-21 m

Larghezza 14 m

Altezza statica 0.25 m minimo ai lati, 1 m in campata in mezzaria, 1.4 m sugli appoggi in mezzaria

Altezza pile 2.50-4.50 m

 

Statica

Schema trave continua

Elementi portanti verticali pile su fondazioni dirette

Elementi portanti orizzontali impalcato a travata continua gettata in opera

 

Esecuzione

Impresa esecutrice Angelo Farsura SpA

Metodo getto in opera

scelta del materiale

calcestruzzo armato

Via­dot­to di via­le Cer­to­sa-Mon­te Ce­ne­ri

Ing. Silvano Zorzi, Ing. Giorgio Macchi

 

Dati

Località viale Certosa-Monte Ceneri, Milano

Anno 1963-1965

 

Geometria

Lunghezza 1000 m: campate 20-22 m + 2 attraversamenti da 42 m

Larghezza 15 m

Altezza statica 0.25 m minimo ai lati, 1.13 m in campata in mezzaria, 1.60 m sugli appoggi

Altezza pile 6.00 m

 

Statica

Schema trave continua

Elementi portanti verticali pile su fondazioni dirette e su pali

Elementi portanti orizzontali impalcato a travata continua gettata in opera

 

Esecuzione

Impresa esecutrice Angelo Farsura SpA

Metodo campate ordinarie: getto in opera, attraversamenti da 42 m: cemento armato precompresso

Scelta del materiale calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso

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