Per­ché si è re­so ne­ces­sa­rio un Pia­no Di­ret­to­re co­mu­na­le

Publikationsdatum
05-12-2018
Revision
05-12-2018

Fra gli obiettivi dello studio aggregativo dell’alto Mendrisiotto vi era quello di formulare una visione strategica anche per le tematiche territoriali, cercando di correggere lo sviluppo poco armonioso avvenuto negli ultimi decenni.

Sotto gli occhi di tutti vi è infatti un territorio che, pur mantenendo importanti ricchezze paesaggistiche, ambientali, culturali, sociali, economiche e insediative, ha particolarmente sofferto le fasi di una pianificazione lacunosa relativamente a concetti di sviluppo sostenibile. 

Oggi è fortunatamente nata una nuova sensibilità verso il territorio: sempre più spesso i cittadini chiedono all’istituzione una marcata attenzione verso la pianificazione, con l’intento di migliorare la propria qualità di vita, in particolare nelle zone maggiormente urbanizzate.

La pianificazione non è tuttavia un argomento semplice in quanto richiede un approccio olistico nell’approfondimento tematico. Pianificare significa anche trovare risposte di equilibrio fra i vari ambiti che compongono una comunità: economia, ambiente, spazi urbani, socialità, evoluzione demografica, traffico ecc.

A volte però è necessario concentrarsi su nuove domande prima ancora di fornire risposte che potrebbero risultare condizionate dalle scelte effettuate precedentemente. Quali sono le caratteristiche del nostro territorio? Qual è la sua storia, la sua cultura? In quale contesto generale si inserisce? Chi sono i suoi abitanti e quali esigenze hanno? Vivono bene? Sono felici? L’ambiente è sano? Che effetti potrebbero avere fenomeni quali la globalizzazione, la digitalizzazione e l’evoluzione demografica? Come evolverà il mercato del lavoro, l’economia? Come ci muoveremo in futuro? Da che cosa sarà caratterizzata l’offerta culturale, sportiva e di svago? Queste sono alcune delle domande che frullano nella mia testa ogniqualvolta si discute di territorio. Credo che alcune di esse siano le medesime tra gli attori coinvolti nel lungo cammino che condurrà Mendrisio a dotarsi di un Piano Direttore comunale (PDc). 

Ma procediamo con ordine cercando di scoprire la genesi di questo progetto.

Con l’ultima tappa aggregativa è risultato da subito evidente che la nuova città necessitava di strumenti adeguati per la pianificazione territoriale che potessero intervenire sui dieci Piani Regolatori (PR) non ancora armonizzati, ritenuto che l’unificazione in un unico PR, pur essendo un obiettivo a cui tendere, rischiava di essere eccessivamente complessa, presentando lunghi tempi di realizzazione.

Già nel 2012 il Municipio, in risposta all’interrogazione di Mario Ferrari (recentemente scomparso e fra i primi a inserire nel dibattito politico il concetto di PDc), esplicitò l’intenzione di dotarsi di un Piano Direttore comunale. Tale obiettivo fu formalizzato nel Regolamento comunale (art. 126) e, ancor più specificatamente, nel Piano degli indirizzi denominato Strategie Mendrisio 2030 – per lo sviluppo sostenibile della Città di Mendrisio, che mira a meglio strutturare le linee strategiche della nuova città.

Vi è una forte correlazione tra il piano degli indirizzi e il PDc, in quanto viene creato un legame fra la visione strategica e le misure di intervento che riguardano temi con incidenza territoriale.

Il PDc permette inoltre di creare una sorta di livello intermedio fra i PR dei nuovi quartieri e gli strumenti pianificatori già esistenti, in particolare il Piano Direttore cantonale (PD) e il Programma d’agglomerato (PA), che forniscono il quadro generale dello sviluppo territoriale regionale, ma non definiscono le strategie operative della città. Tali piani si completano con gli obiettivi contenuti nel Piano energetico comunale (PEco) senza dimenticare il Piano finanziario e il Piano delle opere prioritarie, indispensabili per definire una conduzione delle finanze pubbliche sostenibile nel medio-lungo periodo.

Un nuovo strumento quindi che non sostituisce quelli esistenti, anzi tende a meglio integrarli con la realtà comunale. Il PDc si occuperà infatti di «individuare una strategia di sviluppo territoriale comunale, con i suoi specifici obiettivi esplicitati tramite dei concetti settoriali (modulo 1)» per poi «elaborare delle schede operative con la determinazione delle priorità di intervento (modulo 2)» (cfr. Messaggio Municipale 102/2016), che potranno in seguito portare all’allestimento di varianti al PR o alla modifica dei Regolamenti edilizi. 

L’importante lavoro attorno al PDc ha inoltre permesso, e permetterà, di osservare il territorio e noi stessi con un approccio critico e mente aperta, al fine di creare una discussione priva di pregiudizi, orientata a migliorare lo spazio entro il quale viviamo, fine ultimo di questo importante esercizio.

Con il PDc, la Città di Mendrisio ha quindi deciso di intraprendere una via, per certi aspetti pionieristica, la cui conclusione consentirà di meglio rispettare il Manifesto dei valori e concretizzare gli obiettivi territoriali stabiliti nel Piano degli indirizzi, con il fine di migliorare la propria politica di pianificazione territoriale, nell’interesse di tutte le cittadine e i cittadini.

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