Una cit­tà in ri­va al fiu­me

Il progetto del Gruppo Svizzera francese

Il Gruppo Svizzera francese, vincitore tra i partecipanti ai mandati di studio paralleli per Mendrisio, presenta il suo progetto.

Data di pubblicazione
11-12-2018
Revision
11-12-2018

Il comune di Mendrisio dispone di risorse evidenti sia a livello topografico e paesaggistico, sia sul piano economico e culturale; da esse si delinea la sua identità territoriale, punto di partenza del progetto.

Strategia territoriale: una città al bordo dell’acqua

Il comune di Mendrisio è una città al bordo dell’acqua: sorge lungo il fiume Laveggio che collega la valle al Ceresio e i cui affluenti, scendendo dalle montagne, attraversano tre configurazioni diverse della città. Queste sono distinte anche a livello di vegetazione: la città di montagna («città alta»), preservata perché situata su monti boschivi che hanno lo statuto di parco protetto, la città delle colline viticole e la città situata nel cuore della valle («città bassa»), le cui pianure aperte sono più esposte alle dinamiche urbane. Qui si collocano anche le aree industriali e artigianali.

La relazione del comune con l’acqua è andata gradualmente sfumando fino a divenire opaca a causa della privatizzazione di gran parte delle rive del lago, della canalizzazione di parte del Laveggio e dello sviluppo nella valle di vie di comunicazione (ferrovia, autostrada) che tagliano il corso delle acque e lungo le quali si è formato un tessuto industriale che interrompe le relazioni col fiume.

Si è scelta dunque l’acqua, fattore di qualità urbana, come elemento generatore del progetto: lavorare a partire da essa permette di riconnettere la città al lago e di restaurare le relazioni trasversali tra le montagne e la valle, tra città alta e città bassa. A unire spazio dell’acqua e spazio della città (con i suoi nuclei storici, piazze, parchi e stazioni) sarà il rafforzamento della rete dei trasporti pubblici e della mobilità lenta, attualmente sacrificate al dominio delle automobili e ostacolate dall’assenza parziale di percorsi pedonali e piste ciclabili. 

 

Lo spazio dell’acqua

Per quanto riguarda lo spazio dell’acqua, ci si ricollega al progetto del Parco del Laveggio e si propone di ridefinire il corso del fiume tramite un processo di rinaturalizzazione che ne consideri il tracciato storico, cosa che permetterà anche di ridurre i pericoli di alluvione causati dall’attuale tracciato artificiale tra Mendrisio e Rancate. Si propone anche di intervenire sugli affluenti del Laveggio in modo da evidenziare i rapporti trasversali che questi istituiscono tra «città alta» e «bassa»: lo si farà completando i corridoi boscosi che già in parte accompagnano il corso degli affluenti. Grazie a queste misure, lo spazio dell’acqua andrà a corrispondere con quello del Laveggio e dei suoi affluenti; si creeranno collegamenti tra la città e il lago e, al contempo, tra città di pianura, di collina e di montagna.

 

Lo spazio della città

Per quanto riguarda lo spazio della città, si propone di impostare lo sviluppo urbano in modo da distinguere nettamente, tramite piani d’azione specifici, le peculiarità delle varie aree: città di montagna, di collina, di valle, all’interno della quale si distinguono le zone industriali da quelle residenziali e dedicate ai servizi. Il Piano regolatore già ora definisce delle zone e fornisce una cartografia degli utilizzi del territorio; si tratta quindi di apportare modifiche puntuali agli azzonamenti, integrando lo spazio dell’acqua, per ottenere una strategia territoriale coerente.

Innanzitutto andranno definiti dei limiti precisi per l’espansione urbana basandosi sul patrimonio naturale, così che il processo di definizione degli spazi urbani andrà al contempo a salvaguardare il paesaggio, rendendo la città più attrattiva. Si è convinti infatti che la qualità di una città dipenda sì dall’architettura, ma anche e soprattutto dalla qualità dei vuoti e del paesaggio.

All’interno degli spazi d’espansione urbana si intende poi promuovere lo sviluppo centripeto degli insediamenti (come auspicato, tra gli altri studi, dal Programma di agglomerato del Mendrisiotto – PAM3): le zone edificabili saranno poste, dunque, in aree già edificate, così che la città si troverà a «costruirsi su se stessa». Tale strategia di addensamento andrà perseguita in particolare attorno alle aree di riferimento per i trasporti pubblici: il quartiere della stazione e la zona che costeggia il lago. 

Riguardo alle aree industriali, se il loro posizionamento vicino alle infrastrutture dei trasporti e al fiume è già attualmente efficiente e funzionale, rimane importante preservarne il rapporto con l’acqua, obiettivo che sarà perseguito tramite un progetto specifico di «parco industriale». Le zone industriali considerate a rischio di incidenti rilevanti vicino alle infrastrutture ferroviarie (Riri e Benoil) andranno spostate per non compromettere lo sviluppo urbano.

 

La rete di spazi pubblici

Spazio dell’acqua e spazio della città saranno uniti dalla costituzione di una rete di spazi pubblici. Tale rete vuole interagire con quella formata dai trasporti pubblici e dalla mobilità lenta e trova solide fondamenta in due progetti esistenti: quello per il Parco del Laveggio, che riunirà industrie e attrezzature pubbliche, e quello per la stazione di Mendrisio. Interagendo tra loro, i progetti offrono la possibilità di creare un asse della mobilità lenta lungo il fiume che vada dalla dogana al lago passando per il quartiere dietro la stazione di Mendrisio e i luoghi di produzione industriale e artigianale. Su quest’asse si innesteranno percorsi trasversali collegati alle vicine località. La rete di mobilità lenta permetterà dunque di connettere, senza il bisogno di ricorrere all’automobile, valle e montagne, spazi abitativi e lavorativi, oltre alle infrastrutture pubbliche. L’accesso alla rete sarà facilitato dalla trasformazione delle zone adiacenti alla stazione in aree di addensamento del tessuto urbano, che mira a farle diventare dei centri residenziali e lavorativi dove possano svilupparsi nuovi commerci. La loro prossimità alle stazioni di treno e bus e alla rete della mobilità lenta favorirà dunque una riduzione dell’uso dell’automobile, e, con esso, di inquinamento e rumore.

 

Progetti urbani per applicare la strategia territoriale 

Il progetto prende le mosse dalle acque, e quindi la sua realizzazione parte con il Parco del Laveggio, che potrà essere realizzato soltanto previo spostamento della fabbrica Benoil, come implicato dall’Ordinanza sulla protezione contro gli incidenti rilevanti.

Per quanto riguarda il tessuto urbano della città di pianura, si prende spunto dal nucleo di Mendrisio, le cui costruzioni affacciate sulla strada formano un fronte continuo senza però interrompere il legame con il paesaggio naturale, che resta ben visibile da vari punti d’osservazione. Si riprende questa logica dei «fronti stradali» al fine di creare un paesaggio costruito coesivo. 

Un secondo fronte viene allora identificato nei viali delle stazioni di Mendrisio e di San Martino, dove, sul lato della strada che fronteggia i binari, si vuole formare un fronte costruito discontinuo prolungando quanto iniziato dal progetto di Mario Botta vicino alla rotonda. Esso sarà più denso in direzione nord-est, al fine di favorire le connessioni trasversali con il centro, più arioso in direzione sud-ovest, verso i binari, con sporadiche costruzioni alternate a spazi aperti e piazzette che lascino intravedere il paesaggio. 

Un terzo fronte stradale funge invece da limite e da cintura al quartiere della stazione: è una sorta di balcone che offre una vista panoramica sulla valle, le montagne e le colline viticole. 

La via della stazione fungerà da nuovo portale d’accesso alla città. Articolata come una piazza, raccoglierà un insieme di infrastrutture pubbliche (oltre all’accesso ai treni, terminal degli autobus, posteggi per biciclette ecc.). Il legame pedonale tra Mendrisio e il quartiere situato dietro la stazione sarà rinforzato ristrutturando i sottopassaggi all’intersezione tra via Catenazzi e via Zorzi, edificandone uno nuovo e creando una passerella supplementare, parallela al ponte stradale, che vada a connettere maggiormente la città alla zona industriale e al FoxTown. Si consoliderà così il ruolo centrale del quartiere della stazione, destinato a diventare, come s’è detto, un centro residenziale e lavorativo a elevata densità di costruzioni. 

Lo smantellamento della fabbrica Riri permetterà di iniziare la trasformazione del quartiere e sarà quindi occasione per stabilire regole di sviluppo urbano: un piano di massima coordinato permetterà di concentrare i posteggi sotterranei e liberare così le superfici centrali, assicurando un’arborizzazione importante, garante di qualità di vita e biodiversità. La permeabilità del tessuto urbano dovrà essere assicurata da servitù di passaggio inscritte nel piano particolareggiato.

Si propone poi di avvicinare ulteriormente Rancate (città di collina) alla stazione di Mendrisio collegando le due tramite una passerella destinata alla mobilità lenta che riduca il dislivello per pedoni e biciclette. In conformità con il PAM3, si propone poi una densificazione semi-intensiva di Rancate che rispetti le qualità paesaggistiche della collina. Tale densificazione coprirebbe un’area più estesa di quella attuale, al fine di conferire alla cittadina una forma urbana omogenea.

Si ritiene per contro che a Tremona e Meride (città di montagna), situate in un parco protetto, la densificazione comporterebbe un incremento del traffico motorizzato; si preferisce quindi limitarla.

 

Conclusioni

Nella proposta l’area del fiume diviene il supporto delle future dinamiche urbane: fiume e città costituiscono dunque un intreccio da cui derivano numerosi vantaggi, alcuni dei quali saranno visibili su una scala più ridotta del progetto.

La trama urbana di Mendrisio non viene stravolta: ci si limita a intervenire in luoghi strategici per sfruttarne tutte le potenzialità. Un’attenzione particolare è tributata agli spazi pubblici che connettono luoghi di abitazione, produzione e svago, al fine di promuovere una qualità di vita urbana durevole e rendere la città più attrattiva.

 

Architettura del paesaggio: Atelier Descombes Rampini SA, Ginevra
Architettura: LRS architectes, Laurent Lin Alain Robbe Rolf Seiler, Ginevra


Intervista a Julien Descombes

Clicca qui per vedere l'intervista in cui Julien Descombes racconta il progetto.


 

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