Pre­mio Ma­ster Ar­chi­tet­tu­ra 2022 del­la SIA: ri­co­no­sci­men­ti

Progetto di Fabiana Frisullo

Tesi di Master ETH di Zurigo | Relatrice: Elli Mosayebi

Data di pubblicazione
30-10-2022

Flux – Umgang mit in Zukunft fehlenden Wasserressourcen und Entstehung einer neuen Wasserlandschaft Schweiz.
 

Niente meno che un nuovo paesaggio acquatico per la Svizzera: è questa la promessa del titolo del progetto. L’autrice propone un nuovo approccio per la gestione delle risorse idriche: con lo scioglimento dei ghiacciai, verranno meno le riserve d’acqua dolce e l’Altopiano dovrà fare da spugna. Partendo dall’esempio dei serbatoi del Cantone di Zurigo, dove confluiscono la Limmat, l’Aare e il Reno, l’autrice indica una possibile prospettiva sotto il profilo della costruzione. Le infrastrutture attuali, come i garage sotterranei, si potrebbero riempire temporaneamente per farne delle cisterne, mentre i nuovi bacini di compensazione si potrebbero sfruttare in via provvisoria come piscine. Interessante dal punto di vista idrologico, lo studio viene visualizzato con tinte cupe, quasi a voler sottolineare, anche graficamente, l’urgenza del tema.


Florian Gugger, Der Kanal, der Garten und die Stadt.
Scuola Universitaria Professionale di Lucerna – Tecnica & Architettura. Relatori: Johannes Käferstein (progetto) / Dr. Oliver Dufner (libro)


In un quartiere misto a bassa elevazione di Kyoto, in Giappone, trova posto un progetto nato da una lunga collaborazione fra l’autore e la facoltà di architettura locale. Gli spazi acquatici, di grande importanza per la città e, nello specifico, gli spazi liberi che costeggiano un canale che attraversa il quartiere, oggi sono completamente sigillati e sfruttati come parcheggi. Per liberarli dalle automobili, l’autore propone di realizzare un autosilo comunale centrale e di riconvertire gli spazi così liberati, trasformandoli in aree verdi dedicate al relax e allo svago con le quali contribuire ad abbassare le temperature della città. All’occorrenza, l’autosilo comunale, in legno, si potrà poi convertire in appartamenti. Inoltre, a completare il progetto con altre utilizzazioni comunitarie vi sono un parcheggio per biciclette e una casa del tè. Il progetto, coerente ed elaborato con cura, convince per il suo approfondito confronto con la cultura giapponese, per il particolare linguaggio formale ispirato al luogo e per l’integrazione, ecologicamente opportuna, dei canali esistenti all’interno dell’ambiente costruito.


Adrian Kiesel, Beton wiederverwenden! – Das Potential einer Wiederverwendung bereits vergossener Betonstrukturen für eine nachhaltige Baukultur.
ZHAW. Relatori: Ingrid Burgdorf, Andreas Sonderegger, Marc Loeliger

Eccezion fatta per quello riciclabile, finora non si era mai parlato di riutilizzo del calcestruzzo. L’autore affronta questo tema con un progetto riguardante un capannone che viene smantellato e poi ricostruito sulla superficie di un’ex stazione merci, con l’aggiunta di nuovi elementi. Partendo da un catalogo di componenti, sono studiate in dettaglio le opportunità costruttive legate al disassemblaggio, alla ricostruzione e all’integrazione. Degni di nota sono i concetti costruttivi per il rinforzo trasversale della struttura primaria riutilizzata. Si è discusso in particolare della facciata – in quanto struttura secondaria non portante non avrebbe un potenziale di riutilizzo maggiore? – e di quanto sia ragionevole demolire e ricostruire un intero capannone dove prima c’era una stazione merci. Alla fine, però, la giuria ha voluto premiare la rilevanza del progetto e lo studio puntuale del tema del «riutilizzo su larga scala».


Michael Nelson, Entropia. Landschaftsinfrastrukturen – Starke Formen.
ETH di Zurigo. Relatrice: Corinna Menn

Questo lavoro combina vari ambiti disciplinari, dall’edilizia di montagna alle infrastrutture, dalle conseguenze del cambiamento climatico all’architettura del paesaggio, in una chiave abbastanza inconsueta per le opere statiche, ovvero quella del cambiamento perpetuo. In una vallata di montagna, nel Cantone del Vallese, il ghiacciaio si ritira, lasciando sul suo letto roccioso dei laghi, con conseguente rischio di smottamenti. Ed è proprio questo che la grande struttura di sostegno prevista dal progetto vuole evitare. Creando una specie di rastrello, si intendono collocare, nella direzione della valle, dodici elementi a forma di Z per intercettare i detriti ma lasciare defluire l’acqua. Con il tempo si formerà spontaneamente uno sbarramento con l’accumulo dei ciottoli oppure si riunirà il materiale raccolto e si edificherà una diga, grazie all’aiuto di un sistema di gru incluso nel progetto. La funivia necessaria per la costruzione verrà successivamente utilizzata per il trasporto degli escursionisti. Il lavoro risulta convincente per l’impiego di pochi mezzi, la forma forte e la combinazione di pragmatismo e poesia – esattamente in sintonia con la tradizione dell’architettura alpina.


Roxane Noëlle Unterberger, Dream Baby Dream. A Field Guide to «Housing First».
Università della Svizzera italiana. Relatore: Muck Petzet

L’autrice pensa il progetto per la città di Bruxelles, dove negli ultimi dieci anni il numero di senzatetto è più che raddoppiato. Partendo da un’analisi sulla situazione in loco, propone di trasformare un edificio esistente in una casa comune per chi non dispone di una dimora fissa. Nell’attuale struttura con griglia in calcestruzzo vengono inseriti dei monolocali dalle planimetrie insolite. I punti d’incontro sociali d’importanza nevralgica, come la sala comune o le cucine, sono disegnati con attenzione. L’autrice del progetto affronta il problema a più livelli. Dal punto di vista progettuale convincono gli schizzi vettoriali di coinvolgente bellezza e la narrazione di una biografia personale in più capitoli, che si dipana come un filo rosso attraverso i diversi livelli di scala dei piani.

Tutti i progetti insigniti del Premio Master Architettura 2022 della SIA sono visionabili online nell’omonimo dossier.

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