Pas­se­rel­la del­le due ma­ni

«Nel collegamento del ponte le rive si manifestano in quanto tali. Il ponte riunisce la terra in qualità di paesaggio intorno al fiume». 

Questo è quanto Martin Heidegger sosteneva nella conferenza Costruire, abitare e pensare tenutasi nel 1951 a Darmstadt.

Data di pubblicazione
11-02-2019
Revision
11-02-2019

Il messaggio è tuttora attuale: Cugnasco e Gerra Piano hanno voluto sancire la loro fusione in un unico comune con la costruzione di una passerella sul riale Riarena; un collegamento pedonale sicuro tra il centro scolastico e la Scuola dell’infanzia nonché la casa comunale, posti su sponde opposte.

La forma scelta richiama il gesto di due mani che si uniscono, da qui la denominazione: «Passerella delle due mani». 

Si tratta di una passerella ciclo-pedonale avente una lunghezza di 30 m circa, sostenuta da due archi in acciaio a lame sottili che, uniti sulle spalle, si aprono verso il centro, sostenendo e abbracciando l’impalcato.

Il piano di camminamento sottile (25 cm), composto da due travi di bordo unite da travi trasversali anch’esse in acciaio, è leggermente convesso nel senso longitudinale e ha una larghezza utile nel tratto centrale di 2.50 m per poi aprirsi verso le spalle fino a raggiungere i 3.00 m. 

L’effetto risultante è sorprendente: chi attraversa il ponte viene accolto e racchiuso da esso, ricavandone così una sensazione di protezione e al contempo di continuità paesaggistica e sociale.

 

Impostazione strutturale

L’impalcato è sostenuto dai due archi longitudinali principali, inclinati trasversalmente, che lo intersecano in due punti per lato.

Il sistema statico è il risultato di un’interazione tra gli archi e le travi di bordo dell’impalcato, che, a causa dei carichi concentrati trasmessi nei punti di intersezione, sviluppa un momento flettente massimo e uniforme nella zona centrale e delle forze di taglio alle estremità. Laddove la struttura è soggetta a sollecitazioni di taglio più intense (tra le spalle e i punti di incrocio arco-impalcato), l’arco e la trave si fondono trasformandosi in vele metalliche che permettono di diffondere gli sforzi verso gli appoggi, equilibrandoli in modo tale che alle spalle in calcestruzzo sia garantita la presenza delle forze orizzontali necessarie a contrastare la compressione indotta dagli archi e le forze verticali necessarie a contrastare il peso totale del ponte.

Nella zona centrale, soggetta a flessione pura, gli elementi diventano essenziali: l’arco agisce quale corrente compresso superiore e l’impalcato agisce quale corrente teso inferiore.

La scelta consapevole del progettista di calibrare e concentrare i carichi in determinati punti ha permesso quindi di ridurre la struttura al minimo, ottenendo un’interessante alternanza di pieni e vuoti per permettere una vista aperta sul riale e sulla natura circostante, congiunta a un considerevole risparmio in termini di economicità e di velocità di posa. 

 

100% locale

Degni di nota sono anche il processo costruttivo e la posa: la passerella è stata infatti interamente realizzata e assemblata in una officina poco distante e poi è stata trasportata e messa in opera come un pezzo unico mediante un rimorchio ribassato e una gru gommata da 250 ton.

Questo, in accordo al concetto di chilometro zero, ha permesso una notevole riduzione dei costi e un significativo contenimento di energia grigia, nonché ha contribuito a creare un ulteriore legame tra l’opera e il suo territorio.

 

Luogo: Cugnasco-Gerra
Committenza: Municipio di Cugnasco-Gerra
Ingegneria civile: Studio di ingegneria Giorgio Masotti, Bellinzona
Illuminotecnica: Linetel SA, Sementina
Realizzazione: Officine Ghidoni SA, Riazzino; Ferriere Cattaneo, Giubiasco
Fotografia: Carlo Cometti, Besazio
Date: realizzazione ottobre 2015

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