La por­ta d’in­gres­so dop­pia co­me in­no­va­zio­ne ti­po­lo­gi­ca

Da sempre attenta agli sviluppi degli stili di vita, sin dalla sua fondazione la Société Coopérative d’Habitation Genève (SCHG, Società cooperativa d'abitazione di Ginevra) cerca risposte architettoniche concrete agli attuali cambiamenti delle strutture familiari. In quanto fautori di una rivoluzione dolce nell’edilizia abitativa mista, vi presentiamo una delle recenti proposte tipologiche di questa società cooperativa: l’edilizia abitativa mista integrata (in francese LMI).

Data di pubblicazione
13-11-2020

Che fosse necessario rivedere l’edilizia residenziale collettiva per rispondere alla molteplicità dei nuovi stili di vita era noto da tempo; la pandemia ha però evidenziato l’urgenza di soluzioni tipologiche innovative. L’edilizia abitativa mista integrata è una delle poche soluzioni concrete che rispondono perfettamente alla crescente esigenza da parte della popolazione di alloggi ad assetto spaziale e funzionale flessibile e misto che possano adattarsi alla situazione personale del momento.

Edilizia abitativa mista integrata: maggiore flessibilità funzionale per la vita moderna

All’origine della teoria e dello sviluppo di questo concetto incentrato sulla ricerca di una forma architettonica che tenga adeguatamente conto anche delle questioni di ordine sociologico, vi è lo studio di architettura ginevrino Ris + Partenaires Architectes. Il modello proposto ha persuaso la Société Coopérative d’Habitation Genève (SCHG) che ha deciso di realizzarlo in stretta collaborazione con lo studio brodbeck roulet architectes associés. Questo ha dunque realizzato una prima operazione emblematica: l’edificio residenziale «LMI du Parc», situato lungo il Parc Gustave & Léonard Hentsch nel quartiere Charmilles di Ginevra: un edificio lungo 145 metri con 140 appartamenti di 3-6 locali distribuiti su 9 piani. Questi appartamenti ad assetto spaziale e funzionale flessibile e misto, frutto di una riflessione programmatica sull’intero edificio, rispondono a una domanda molto precisa: dove ubicare le aree di attività normalmente situate al piano terra quando il contesto urbano di un progetto richiede di limitare al massimo la superficie edificata?

Per garantire la massima permeabilità dei piani terra, i progettisti hanno dovuto interrogarsi su come distribuire i locali commerciali ai piani superiori e relazionare tali superfici con gli appartamenti. La risultante riflessione programmatica sulla tipologia non avrebbe potuto essere più ingegnosa ed efficace: disporre queste unità autonome in modo che costituiscano una sorta di snodo tra la sfera privata e il mondo esterno. Per raggiungere questo obiettivo è stato sufficiente collegare una delle stanze dell’appartamento alla tromba delle scale tramite una seconda porta sul pianerottolo.

Questo locale «jolly», dotato di una propria autonomia funzionale – accesso, ripostiglio, servizi igienici – e collegato internamente al resto dell’appartamento, permette agli inquilini di godere di una flessibilità funzionale unica nel suo genere: uno spazio multifunzionale di 18-25 m2, originariamente destinato ad accogliere un’attività professionale che non comporti inconvenienti per gli altri inquilini, che può però trasformarsi in un’estensione dello spazio abitativo a seconda dell’evoluzione del nucleo familiare. E questo grazie a un semplice ed economico trucco tipologico: una seconda porta sul pianerottolo.

Quando una seconda porta d’ingresso modifica la dinamica di un intero edificio

Oggi gli appartamenti LMI possono rappresentare una soluzione pratica al crescente fenomeno del lavoro a domicilio. Come ci spiegano Louisa Gueddimi e Carol Jornod presentandoci la visione della SCHG, «questi progetti sono più in generale una risposta chiara alla trasformazione dei modelli abitativi che implicano diversi gradi di convivenza, sporadica o continua». La struttura familiare si dota di una nuova stanza per ospitare diversi tipi di attività o un utente indipendente, approfittando di questa flessibilità per stabilire ritmi di vita indipendenti senza tuttavia disturbare l’atmosfera generale dell’appartamento, una delle principali carenze dell’home office.

Così come le moderne tipologie dello stile «a grappolo» (appartamenti situati intorno a spazi comuni), che in pochi anni hanno dimostrato i loro vantaggi pur provocando anche qualche frustrazione coabitativa, le unità abitative di tipo LMI (appartamento + 1 locale) si propongono di rispondere efficacemente ai cambiamenti di una struttura familiare contemporanea nel tempo. Considerate le crescenti esigenze professionali (attività indipendente, lavoro a tempo parziale, attività condivisa, ecc.) e i ricorrenti bisogni intergenerazionali (adolescenti indipendenti, genitori anziani dipendenti, visite di amici), gli alloggi ad assetto spaziale e funzionale flessibile e misto rappresentano una risposta realistica agli adattamenti urbani della società. L’unica limitazione di questo modello è che gli statuti della Cooperativa vietano espressamente il subaffitto e altre forme di messa a disposizione a terzi. Questa variante tipologica dimostra empiricamente che l’innovazione non comporta necessariamente uno sconvolgimento.

SCHG: una cooperativa all’avanguardia nell’edilizia mista

Istituita nel 1919 come prima cooperativa nella Svizzera romanda, la SCHG si è da sempre distinta per il suo spirito innovativo in materia di alloggio. La Cité Vieusseux, concepita da Maurice Braillard, ne è il biglietto da visita: un complesso urbano costruito all’inizio degli anni Trenta a Ginevra per lottare contro la precarietà degli alloggi destinati alla popolazione più svantaggiata. Questo complesso residenziale è il primo nel suo genere a offrire ai suoi abitanti servizi comuni come una lavanderia, un atelier o un asilo nido. Una strategia d’avanguardia per l’epoca, in grado di suscitare un sentimento di edilizia collettiva che oggi, a distanza di cento anni, è all’origine di nuove forme di edilizia cooperativa.

Il successo di questi modelli di edilizia abitativa mista si fonda sull’esperienza della SCHG nel gestire gli equilibri finanziari delle operazioni urbane che realizza. Estranea a qualsiasi tipo di tentazione speculativa, questa cooperativa senza scopo di lucro ha la capacità di controllare il rendimento locativo degli edifici che costruisce in modo da garantire affitti equi e convenienti per qualsiasi tipo di struttura familiare. Nel caso degli alloggi ad assetto spaziale e funzionale flessibile e misto, la combinazione di locazione a uso abitativo e commerciale è una delle chiavi del successo di questa operazione immobiliare. Questo vantaggio tipologico non comporta costi aggiuntivi sproporzionati. L’unità polifunzionale è soggetta a un regime commerciale proprio ed è perfettamente bilanciata dal costo controllato del resto dell’appartamento. L’inquilino ha quindi il diritto di richiedere una sovvenzione dello Stato per l’alloggio, mentre il locale misto non beneficia di alcun sostegno statale.

Dopo questa prima esperienza, attualmente è in progetto una seconda operazione di edilizia abitativa mista integrata con più di cento alloggi nel quartiere storico della SCHG. Questo nuovo modello dovrebbe sfruttare l’insegnamento del primo prototipo di Parc Hentsch per perfezionare la struttura tipologica dell’edificio. I locali polivalenti saranno più grandi – fino a 30 m2 – e le aree d’attività previste dal programma saranno distribuite in tutto l’edificio, la metà ai piani superiori e l’altra metà al piano terra. L’idea è di trovare il giusto equilibrio e di assicurare una vita di quartiere equilibrata a tutti i livelli. Si tratta indubbiamente di una nuova rivoluzione dolce nell’edilizia abitativa mista che seguiremo da vicino, nella speranza che anche altri attori del settore immobiliare privato si impegnino a favore della diversificazione professionale e familiare degli alloggi e, più in generale, della costruzione contemporanea della città di domani.
 

Traduzione dal francese di Sofia Snozzi

Il testo si basa su un’intervista dell’autore con:

  • Louisa Gueddimi, responsabile Promozione immobiliare presso la SCHG
  • Carol Jornod, responsabile Comunicazione e Amministrazione presso la SCHG

 

Per ulteriori informazioni: Société Coopérative d'Habitation Genève (Società cooperativa di abitazione Ginevra)

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