Al­la ri­cer­ca del­la qua­li­tà

Sistema di gestione, percezione soggettiva oppure assenza di lacune? Il concetto di «qualità», tanto come sostantivo che come attributo, è oggi sulla bocca di tutti, solo che ognuno ne dà una definizione leggermente diversa. Ecco alcune riflessioni al riguardo.

Data di pubblicazione
18-08-2021
Laurindo Lietha
vice caposervizio Regolamenti e responsabile Aggiudicazione, SIA

Gli esempi in cui il concetto di qualità è chiamato in causa sono innumerevoli. Citiamone alcuni.

1° gennaio 2021, Palazzo federale, Berna: la nuova legge federale sugli appalti pubblici (LAPub) entra in vigore, segnando una vera e propria inversione di tendenza. La concorrenza basata sul prezzo cede finalmente il passo alla concorrenza «basata sulla qualità».

14 agosto 2019, Genova: crolla il ponte Morandi e 43 persone perdono la vita. La tragicità dell’evento lascia senza parole. I media parlano di «lacune qualitative», nella costruzione e nella manutenzione.

Da qualche parte, un giorno come tanti: è indetto un bando di concorso. La giuria sceglie un progetto, mettendone in risalto le «notevoli qualità».

E la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti? Dal canto suo, la SIA lavora al raggiungimento di un obiettivo prioritario: promuovere un ambiente di vita «altamente qualitativo», progettato con lungimiranza, all’insegna della sostenibilità.

La qualità, secondo ISO 9000

Basta considerare gli esempi sopracitati per convincersi che il concetto di qualità non può essere inteso in modo univoco. Oppure sì? Lo standard che regola i sistemi per la gestione della qualità ISO 9000 prova nell’intento e definisce la qualità come «il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti». Potremmo anche dire, in altre parole, che la qualità è la misura in cui un insieme di elementi distintivi di un determinato oggetto riesce a soddisfare un sistema di esigenze o aspettative specifiche, implicite o cogenti. Il concetto di «qualità» risulta insomma piuttosto soggettivo. Bisogna definire una scala di valori e un catalogo di requisiti, e chiedersi in che misura una determinata cosa sia in grado di soddisfarli. Esaminiamo ora la questione partendo dal presupposto che i requisiti definiti interessino i processi legati al ciclo di vita di un’opera o di un’infrastruttura. In questo caso specifico, la procedura è semplice se siamo in grado di classificare le esigenze in caratteristiche misurabili a livello quantitativo. Possiamo, ad esempio, fissare nel catalogo di requisiti un elenco di dati concreti, come le dimensioni, la durezza, la composizione dei materiali, il contenuto di umidità, il tipo di superficie o l’energia grigia legata a un determinato processo di realizzazione. Definite le caratteristiche, è possibile valutare una data opera, tenendo conto delle differenze, vale a dire del divario che separa la situazione effettiva da quella pianificata. La qualità corrisponde, in tal caso, al delta complessivo tra valore reale e valore auspicato, ponderato in base a criteri individuali.

Quaderno tecnico SIA 2007: focus sulla «qualità nella costruzione»

Vent’anni fa usciva, fresca di stampa, la nuova edizione del quaderno tecnico SIA 2007 Qualità nella costruzione – Elaborazione e applicazioni per sistemi di gestione, pubblicato in tedesco, francese e inglese. Il documento è stato stilato da un gruppo di lavoro composto da diversi autori, rappresentanti di numerose organizzazioni e attivi in svariate funzioni. Da un lato, il quaderno tecnico è stato elaborato come ausilio, come aiuto per sistematizzare e ottimizzare l’insieme dei processi legati alla progettazione e alla realizzazione di un’opera. Dall’altro, il documento mira ad affiancare gli attori coinvolti, dalle organizzazioni dei committenti agli studi di progettazione, comprese le imprese esecutrici, fornendo gli strumenti necessari per sviluppare un’organizzazione interna in grado di garantire un sistema di gestione della qualità solido e conforme. Di fatto, il presupposto per poter contare su processi di progettazione e costruzione altamente qualitativi è la qualità stessa dell’impresa. Insomma, è un po’ come dire che l’uovo determina la qualità della gallina, ma che anche la gallina influisce non poco sulla qualità dell’uovo. Una volta assodata la qualità a livello organizzativo, bisogna trovare un linguaggio comune. Ed è proprio in quest’ottica che il documento dedica quasi una decina di pagine alla terminologia di riferimento, definendo una lista di concetti chiave. Solo con questa premessa infatti è possibile focalizzarsi sul tema cruciale, vale a dire quello della «gestione della qualità del progetto», in breve PQM. Per gestire la qualità vanno fissate le esigenze di progetto, valutati i rischi, chiarita l’organizzazione dei vari organi e convenuti gli obiettivi sul piano qualitativo. Ed è così che, durante lo sviluppo progettuale, la PGM funge da ausilio comunicativo e strumento di gestione, facilitando l’attuazione del processo.

Il Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione

Mentre il quaderno tecnico SIA 2007 definisce, quale base fondamentale della qualità, il processo stesso che accompagna lo sviluppo e la realizzazione di un progetto, il Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione si focalizza sul risultato. Questo secondo documento va letto come una sorta di continuazione della Dichiarazione di Davos, stilata nel 2018 per promuovere un’elevata cultura della costruzione in Europa. «La cultura della costruzione comprende tutte le attività che hanno un impatto sul territorio, dal dettaglio artigianale alla pianificazione urbana su larga scala e allo sviluppo del paesaggio», è con queste parole che gli autori, tra cui anche la SIA, definiscono il concetto nell’introduzione del Sistema Davos.

Per descrivere e valutare oggettivamente la qualità dei luoghi, il documento fissa otto criteri, accompagnati da una lista di domande chiave che aiuta a definire il concetto di cultura della costruzione. Gli otto criteri contemplati, e da ponderare in base a una specifica situazione, sono i seguenti: governance, funzionalità, ambiente, economia, diversità, contesto, genius loci e bellezza. Le domande non sono forzatamente di natura quantitativa, bensì implicano una comprensione e una consapevolezza più ampia delle questioni in gioco.

Ecco alcune delle domande poste: «Il luogo previene la segregazione, la gentrificazione e la ghettizzazione in determinate aree?»; «Il luogo contribuisce alla coesione spaziale e sociale creando o valorizzando opportunità di interazione sociale, amplificando una visione condivisa delle sue identità e l’orgoglio civico?»; «Al luogo vengono attribuiti specifici valori estetici, bilanciati tra le sue qualità formali e l’integrazione nel suo Contesto complesso?».

Prima Giornata dei regolamenti SIA

Entrambi i documenti, descrivono il proprio sistema come unitario, eppure non soltanto scelgono indicatori completamente diversi, ma anche varie modalità di osservazione. Altrettanto diversi sono dunque i cataloghi di requisiti che ne risultano e che sono utilizzati per misurare la qualità. Si lascia così spazio a molteplici valutazioni. Un’opera può infatti essere gestita in modo eccellente, venire realizzata rispettando i costi e con la piena soddisfazione del cliente, senza tuttavia apportare alcun contributo alla cultura della costruzione. Viceversa, una costruzione può soddisfare pienamente i criteri del Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione, ma poi essere gestita male a livello organizzativo. Ed è proprio in occasione della prima Giornata dei regolamenti SIA che cercheremo di illustrare in che cosa consiste quel complesso e delicato passaggio che collega la qualità dei processi alla qualità del risultato. E lo faremo partendo dalle finalità poste dalla nuova LAPub, tra cui quella di perseguire «un impiego dei fondi pubblici economico, nonché sostenibile sotto il profilo ecologico, sociale e dell’economia pubblica», ma anche prendendo come riferimento il Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione. Parteciperanno al dibattito, in veste di relatori: Kerstin Müller, ing. dipl. e architetta presso lo studio Baubüro in situ; Heinz Ehrbar, presidente della commissione SIA 118; Stefan Kurath, professore presso il Dipartimento di Architettura, design e ingegneria dell’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW); Mario Marti, segretario generale dell’Unione svizzera degli studi consulenti d’ingegneria (usic) e altri ancora. I relatori esporranno le proprie argomentazioni, apportando grande valore alla discussione con i propri interventi sul tema della qualità.

Prima Giornata dei regolamenti SIA
 

La prima Giornata dei regolamenti SIA avrà luogo il 16 settembre 2021 presso il Kongresshaus di Zurigo. Diversi rappresentanti della sfera economica, politica, come pure della società civile e della ricerca si riuniranno per discutere delle questioni più urgenti che si sollevano attorno al tema degli appalti. Per avere maggiori informazioni e prenotare i biglietti consultare il sito delle Giornate.


Avete una vostra personale definizione del concetto di qualità? Condividetela con noi, scrivendo a: laurindo.lietha [at] sia.ch (laurindo[dot]lietha[at]sia[dot]ch)

Via alle candidature!
 

Vent’anni fa, gli autori del quaderno tecnico SIA 2007 scrivevano: «Attraverso il nostro pensare e agire ci chiediamo periodicamente che cosa significhi qualità, impegnandoci nella ricerca della più ampia comprensione di questo termine (...)». Tale impegno va ora concretizzandosi. Di fatto, un gruppo pilota è stato incaricato di definire un elenco di obiettivi e di formare una squadra che porti avanti la revisione del quaderno tecnico 2007.

Siete interessati a prendere parte a questo gruppo di lavoro? Inviate la vostra candidatura a: laurindo.lietha [at] sia.ch (laurindo[dot]lietha[at]sia[dot]ch)

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