«Hein­rich Tes­senow. Av­vici­na­men­ti e pro­get­ti ico­ni­ci», in mos­tra a Mend­ri­sio

Al Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana una mostra su Heinrich Tessenow, curata dal prof. Martin Boesch.

Publikationsdatum
12-04-2022

È una mostra emblematica, ricca, complessa «Heinrich Tessenow. Avvicinamenti e progetti iconici» curata dal professor Martin Boesch al TAM di Mendrisio, come emblematica è l’opera dell’architetto tedesco, che ha avuto fortuna critica e interpretazioni mutevoli nel corso dei decenni. Da un percorso di ricerca professionale, legato anche all’insegnamento, e da un personale fil rouge tessuto nel corso degli anni, Boesch esplora alcuni temi – senza presunzione di essere esaustivo – che chiama appunto «avvicinamenti» all’opera di Tessenow (1876-1950) con l’obiettivo di aprire nuove direzioni, capire come la sua opera – attraverso gli edifici costruiti, i progetti non realizzati e i numerosi scritti – possa essere ricca di significato ancora oggi.

Organizzata in tre sezioni tematiche – Costruire nel paesaggioProgetti per la città, La grande casa e la piccola casa – la mostra espone disegni originali preziosi (l’archivio dell’architetto è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale); ma anche tavole e modelli interpretativi dei progetti, fotografie d’epoca, scritti e pubblicazioni, raggruppando campioni di materiali e reperti (persino una finestra per cogliere il senso di un dettaglio o un colore), oltre ad alcuni arredi progettati. Oltre quarant’anni dopo la riscoperta di Tessenow da parte della scuola di architettura di Venezia – da Giorgio Grassi a Marco de Michelis1 –, l’esposizione fornisce una chiave di lettura aperta, che i modelli di studio realizzati dagli studenti dell’Accademia di Mendrisio esprimono in modo tangibile: il legame con il passato diventa così traccia per pensare e costruire l’architettura di oggi. Martin Boesch è un architetto – precisa – non uno storico dell’architettura, e il suo metodo di ricerca segue questo approccio.

Tessenow è spesso conosciuto per i progetti di case per contadini, operai, artigiani e per la classe media; case disegnate in forme semplici e squadrate, con proporzioni controllate, prive di decorazioni, quasi archetipiche: la sezione La grande casa e la piccola casa analizza questo aspetto centrale dell’opera dell’architetto, approfondito nel libro Der Wohnhausbau (1909). Ma Tessenow sa spaziare a tutto tondo, nel vasto territorio del progetto, disegnando «dal cucchiaio alla città»2. Tra i progetti più noti, non residenziali, la piscina Stadtbad Mitte (1930) a Berlino, le Siedlungen, «vere e proprie città in miniatura», l’Istituto per la ginnastica ritmica (1912, ora Festspielhaus) a Hellerau, cittadina dove Tessenow può sperimentare diverse tipologie di case; e ancora la trasformazione della Neue Wache di Karl Friedrich Schinkel a Berlino nel memoriale per le vittime della prima Guerra mondiale, uno degli edifici più emblematici del suo lavoro3.

È il 1996 quando Boesch viaggia alla ricerca di un’architettura nell’ex Germania est4, distrutta per alterne vicende politiche e militari sovietiche: la Landesschule (1925-1927) di Klotzsche (Dresda), un collegio per 252 studenti. Da qui inizia un interessante lavoro di «scavo archeologico» per trovare le tracce tangibili di un edificio che sembra non esistere più. Ma l’analisi sul campo, unita a una ricerca domumentale, porta alla luce preziosi frammenti, fondamenta di pilastri e relative distanze, parti di intonaco utili per conoscere la materia, i colori, le proporzioni del colonnato, mettendo pazientemente insieme le parti di un mosaico, con le testimonianze raccolte dagli ex allievi della scuola: Boesch riesce a realizzare una minuziosa ricostruzione dell’edificio attraverso disegni e modelli. Situata in un bosco, la Landesschule dà occasione a Tessenow di esplorare il contrasto tra topografia naturale e artificiale: l’edificio appare filtrato da un «velo di betulle» (sono parole di Tessenow) che sposta gradualmente lo sguardo dagli alberi, distribuiti secondo un ordine naturale, al colonnato monumentale, una fila di colonne sottilissime (sezione di 18 cm e altezza fino a 7 metri) che ha ispirato molta architettura europea, mezzo secolo dopo.

Nella sezione sulla città sono esposti, invece, molti progetti urbanistici di grande respiro, in parte anche non realizzati: sono le città ideali di Tessenow, ovvero quelle comprese tra i 20.000 e i 60.000 abitanti. Un tessuto urbano formato da case, scuole, edifici amministrativi articolati attorno a piazze e strade che, a loro volta, formano spazi urbani variabili grazie a lievi arretramenti delle case, slarghi e restringimenti del fronte viario: per esempio, nello schizzo a matita per la cittadina di Diedrichshagen o nel progetto per l’insediamento urbano Mogiskau, del 1941. Il tema della ripetizione e della variazione, attraverso cui Tessenow, libero da schematismi formali o stilistici, controlla sia la piccola sia la grande scala della città. «(…) è anche ragionevole cercare sempre di essere, innanzitutto, all’interno della grande comunità urbana, sulla strada, tranquilli e discreti e, quali cittadini, di accentuare tutto ciò che è legato al nostro gusto personale, ai nostri colori particolari preferiti, in modo generale alle nostre particolarità più personali, solo in luoghi dove il mondo ci appartiene in modo molto personale. E questo è – rispetto alle nostre case – l’interno domestico».5

L’attenzione al contesto naturale emerge nella sezione Costruire nel paesaggio: casa Böhler (1917, ora demolita) nei dintorni di St. Moritz è immersa nel paesaggio dell’Engadina, quel paesaggio mistico delle Alpi dove il profilo iconico delle vette richiama il profilo del tetto della casa di montagna, per affinità geometrica. Un altro progetto, in un ambiente completamente diverso, è il centro di vacanze balneari sul litorale di Prora sul Mar Baltico (1936) di cui oggi rimangono solamente «le immagini per la sala delle feste in foggia di un grande ipostilo aperto».

Nell'allestimento – sempre curato da Boesch – due modalità di rappresentazione avvicinano il visitatore alla «dimensione reale» dell’architettura: la tecnica del frottage, come strumento inedito di studio delle superfici costruite da Tessenow, restituisce in scala 1:1 l’impronta materica di pietre, muri, pavimentazioni su grandi fogli di carta; e il reportage fotografico, realizzato da Marco Introini nel 2005, e proiettato su grande schermo, che rende la percezione spaziale delle architetture di Tessenow un’esperienza immersiva, quasi reale.

Boesch ha realizzato un progetto dichiaratamente internazionale, grazie a un comitato scientifico di grande levatura, composto da Theodor Böll, Hartmut Frank e Bruno Reichlin e da trenta studiosi di tutto il mondo che hanno contribuito con saggi raccolti in un volume (di prossima pubblicazione) a dar luce alle sfaccettature di un maestro dell’architettura del primo Novecento.

«Heinrich Tessenow. Avvicinamenti e progetti iconici»
Teatro dell’architettura Mendrisio

1°aprile 2022 – 17 luglio 2022
www.tam.usi.ch
La mostra è stata promossa dall’Accademia di architettura - USI

 

Note

1È del 1991 la prima mostra esaustiva sul lavoro di Tessenow, curata dallo storico dell’architettura Marco de Michelis per il Deutsches Architekturmuseum di Francoforte e la Biennale di Architettura di Venezia.

2Espressione usata da Ernesto N. Rogers nella Carta di Atene (1952) per significare l’ampiezza di campo del lavoro di un architetto.

3 Tessenow vince il concorso, guadagnando il primo posto, seguono Mies van der Rohe e Hans Poelzig.

4 La riunificazione delle due Germanie, Deutsche Demokratische Republik e Bundesrepublik, è avvenuto nel 1990.

5Heinrich Tessenow, I colori esterni delle nostre case: «Die äussere Farbe unserer Häuser», 1925, riedito in Heinrich Tessenow, Geschriebenes, Braunschweig 1982)

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