Al­l'­ar­chi­tet­tu­ra "eco­lo­gi­ca" di Buser e Hon­eg­ger il Gran Pre­mio svi­z­ze­ro d'ar­te

Gli architetti Barbara Buser ed Eric Honegger sono stati insigniti del Gran Premio svizzero d’arte – Prix Meret Oppenheim 2020 per il loro lavoro di «pionieri della sostenibilità». Altri riconoscimenti sono stati assegnati all'artista Marc Bauer e alla curatrice Koyo Kouoh.

Publikationsdatum
04-07-2020

Come ogni anno, l'Ufficio federale della cultura ha premiato, su raccomandazione della Commissione federale d’arte, l'operato di alcuni operatori culturali elvetici con il Gran Premio svizzero d’arte – Prix Meret Oppenheim 2020. Tra loro, gli architetti Barbara Buser ed Eric Honegger, per il loro lavoro di «pionieri della sostenibilità».

Buser e Honegger operano da più di vent'anni nel campo del recupero di elementi architettonici e della trasformazione, riappropriazione e riabilitazione di edifici. Con il loro concetto di architettura vanno controcorrente rispetto alle “archistar”: si situano lontano da ogni sistema e, finora, da ogni forma di concorrenza. Trasformano edifici dismessi in spazi di vita e al contempo ricostruiscono il tessuto urbano di interi quartieri. Nel 1995, Barbara Buser ha fondato l’associazione Bauteilbörse, che ricicla componenti edilizi in disuso. Forti della loro esperienza in paesi in via di sviluppo come la Tanzania o gli stati balcanici, nel 1998 i due architetti hanno poi fondato Baubüro Mitte, divenuto oggi baubüro in situ. Hanno trasformato l’edificio dell’ex Banca popolare svizzera in uno spazio di lavoro e caffè, l'Unternehmen Mitte. Nel 2000 hanno anche fondato la Kantensprung AG e il Gundeldinger Feld, facendo rinascere il quartiere Gundeldingen grazie alla riabilitazione della fabbrica Sulzer Burckhardt e dei suoi dintorni. Fra i progetti più recenti vi sono la riconversione della Markthalle di Basilea, la Lagerplatz di Winterthur e il Kindl Areal di Berlino. Buser e Honegger hanno dato vita all’associazione unterdessen per l’utilizzo temporaneo di proprietà private e gestiscono insieme a Tabea Michaelis e Pascal Biedermann l’incubatore di idee denkstatt sàrl, pensato per sviluppare progetti in aree urbane e rurali.

«Il riuso genera creatività». Leggi l'intervista di «Tracés» a Barbara Buser

«Pionieri nel valorizzare il preesistente a tutti i livelli e nel rivalutare l’obsoleto, innegabilmente Barbara Buser ed Eric Honegger perseguono da molti anni un credo ecologico e politico» scrive la giuria. «Le loro realizzazioni sono il risultato di processi inclusivi e partecipativi diventati un riferimento per chi intende comprendere un contesto e le persone che vi fanno parte. Sobrietà ed essenzialità caratterizzano i loro interventi, che concretizzano in modo intelligente e innovativo i principi di modularità, riciclo e riconversione, in piena sintonia con le tendenze attuali».

Gli altri premiati sono l'artista Marc Bauer e la curatrice Koyo Kouoh. Di Bauer, che ha fatto della storia contemporanea il centro della sua opera, la giuria scrive: «Il disegno non è solo il medium preferito da Marc Bauer, ma anche il suo messaggio stesso. Abbozzi, tratteggi, leggeri chiaroscuri e forti contrasti in bianco e nero formano motivi che risaltano e lasciano intuire la storia. Motivi che seguono l’ambivalenza di questo strumento: precisione nell’esecuzione formale e nel delineare l’immaginario. È proprio in questo che si manifesta la qualità intrinseca del lavoro di Marc Bauer». Koyo Kouoh viene invece premiata in quanto «è una delle personalità più importanti e influenti della scena artistica internazionale. Come curatrice e critica, ma anche come fondatrice di istituzioni culturali, ha proposto nuove forme di mediazione e contribuisce in maniera sostenibile alla visibilità dell’arte africana in un contesto globale».

I premi saranno eccezionalmente consegnati in autunno insieme a quelli destinati alle vincitrici e ai vincitori del Gran Premio svizzero di design (Ida Gut, Monique Jacot e Kueng Caputo) e del premio Jan Tschichold (Maximage).

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