Re­si­den­za le Stel­le, Sol­du­no

I tre edifici sorgono in un luogo di transizione ai bordi del sobborgo di Solduno a Locarno, tra una strada di quartiere e un ripido pendio verso il fiume Maggia. Il complesso aperto si orienta all’urbanizzazione delle ville borghesi del vicinato. Lungo la strada l’edificio orizzontale con appartamenti in affitto e un piano terreno commerciale crea un fronte urbano, un indirizzo e un moderato spazio pubblico adatto al quartiere. 

Data di pubblicazione
19-04-2017
Revision
19-04-2017

Verso il delta si elevano due snelle torrette condominiali in cui si è ideato un solo appartamento per piano secondo la tipologia milanese della villa a piani. Le piante variano di piano in piano grazie alla sezione con tre differenti altezze interne (cucina intima 2.31 m, camere 2.62 m e salone borghese 2.93 m). Gli appartamenti e i loro spazi s’incastrano tra loro innescando un dialogo individuale con la corte interna, il vicinato e il paesaggio fluviale. 

Come un tulle le facciate aderiscono ai corpi di fabbrica. La facciata ondulata in mattoni è stata fissata e sospesa a mensole indipendenti dalla struttura in cemento armato isolata esternamente. Gli elementi incollati e accastellati da un robot in orditura aperta creano l’effetto di una parete continua dal quale sono tagliate le aperture rettangolari che incorniciano le finestre. Rispetto alle finestre le aperture sono parzialmente sfasate e realizzate senza orlo ai bordi. La trama ricorda le pareti delle stalle lombarde, riprese da Rino Tami a metà anni Cinquanta in numerosi edifici residenziali e nell’adiacente casa Beretta del 1962. Il disegno a patchwork e l’irregolarità della parete ondulata nascono da un confronto progettuale con le tolleranze di cantiere e la produzione digitale. La facciata si compone di un assemblaggio casuale di sette elementi tridimensionali – «pixel patchwork» – dall’effetto bugnato in mattoni ROB-brick di argilla del Giura, appositamente prodotti per questo edificio che si adattano alle tolleranze e alle differenti misure della costruzione.

Il progetto e le sue premesse. Ville e palazzine

Sono nato in questo quartiere e quindi lo conosco bene. Il progetto si è ispirato al carattere delle ville borghesi d’inizio Novecento che sorgevano in questo quartiere. Le loro facciate ecclettiche, i generosi spazi interni e i giardini aperti che le circondavano sono stati reinterpretati nel progetto. Anche gli edifici in mattone sorti alla fine del XX secolo segnano il carattere di questo quartiere, in particolare l’edificio contiguo dell’architetto Tami. Queste due premesse storiche hanno ispirato il progetto che ne diventa una combinazione.

Un complesso aperto

Sia il carattere architettonico che la disposizione degli edifici integrano il complesso nel tessuto del quartiere di Solduno. L’edificio di Tami, il parco fluviale del delta della Maggia e i giardini interni del vicinato diventano le quinte della corte interna. Se su via Varenna l’edificio risulta molto urbano, quando si attraversa la corte si scopre un altro mondo, aperto sul fiume, immerso nel verde del delta. Grazie alla loro intelligente disposizione tutti e tre gli edifici godono la vista dello scenario sul delta e il lago Maggiore. 

La tipologia interna variabile e le tre altezze interne regalano una forte individualità a ogni appartamento e ricordano il carattere generoso delle ville borghesi. Anche i loggiati diventano dei giardini d’inverno, una stanza all’aperto aperta sul panorama fluviale.

Ordine e disordine 

Abbiamo creato una grande varietà architettonica usando pochi elementi, che si ripetono, allo scopo di realizzare un’unità espressiva a un costo razionale. Grazie alla mancanza di qualsiasi allineamento di facciata la costruzione ha potuto essere realizzata in maniera veloce ed economica.

La filosofia di progetto. Tradizione e innovazione

La nostra architettura non è mimesi o una mera copia del passato, ma ne è un’interpretazione contemporanea. Si nutre del substrato urbano, dell’atmosfera del luogo in cui sorge, così da diventarne un nuovo tassello adeguato alla sua specificità. 

Progettare un edificio che si radica nel contesto e non un oggetto alieno contribuisce a combattere la crescente banalizzazione del paesaggio costruito, riconcilia passato e presente. Solo così l’edificio diventa parte della città, ne stimola il rinnovamento e la continuità, divenendo un contributo non solo privato ma pubblico alla vita di tutti giorni per chi vi abita. I processi e le tecnologie innovative della costruzione che utilizziamo per interpretare le qualità formali e materiali del luogo esistente radicano la nostra architettura non solo nel luogo ma anche nel tempo in cui nasce. Un architetto deve usare i mezzi della sua epoca, anzi possibilmente contribuire con modestia all’evoluzione della pratica del mestiere. Anche il tempo è in fondo un luogo nel quale l’architetto s’inserisce: oggi dobbiamo rispondere a nuove esigenze ecologiche sociali ed economiche che rappresentano una sfida che si rinnova di giorno in giorno, e che richiede adeguati mezzi e conoscenze sempre nuove.

Commitenza: Anastasi ingegneria SA

Architettura: Buzzi studio d'architettura, M. Comaschi, M. Inches, D. Scardua, L. Nocerino, M. Martinelli

Ingegneria civile: Anastasi ingegneria SA

Date: progetto 2006-2010, realizzazione 2012-2015

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