Le fon­ti e l’ap­pa­ra­to cri­ti­co

Casa Albairone, 1954-56

È tradizione di Archi dedicare numeri monografici ad alcuni degli edifici che hanno fatto la storia dell’architettura del Cantone Ticino. La residenza Albairone a Massagno di Peppo Brivio è l’oggetto di una raccolta di articoli pubblicati sul nostro sito.

Data di pubblicazione
06-08-2013
Revision
19-10-2015

Abbiamo avuto accesso alle tavole originali di progetto grazie alla disponibilità di Peppo Brivio e della Fondazione Archivi Architetti Ticinesi, che ora custodisce l’intera raccolta dei materiali dell’autore.

Il più recente studio su Peppo Brivio si deve alla cattedra di Flora Ruchat-Roncati al Politecnico Federale di Zurigo, che nel 1997 aveva pubblicato un piccolo libro1, che rimane ad oggi l’unico contributo monografico dedicato a due opere magistrali dell’architetto.
Su Brivio sono apparsi articoli su testate specializzate, sia nazionali che internazionali, lungo tutta la sua lunga carriera, ma non una monografia completa.

La volontà di questa raccolta di articoli è di mostrare una parte del materiale d’archivio accompagnato da alcuni saggi. Sono state scelte alcune tavole originali inedite, che permettono la lettura della genesi del progetto ed alcuni dettagli fondamentali per la comprensione e la collocazione dell’edificio nel suo contesto. I disegni che illustrano le varianti di progetto, gli esecutivi definitivi e alcuni dettagli, sono commentati da didascalie di Andrea Roscetti e dei curatori. Abbiamo quindi dato spazio a due autori che hanno indagato da una parte i riferimenti utilizzati dall’architetto nella complessità delle sue opere e dall’altra la novità nella «grammatica» compositiva. I responsabili del corso di Teoria dell’Housing all’AAM, Marc Collomb e Monica Sciarini, indagano le specificità di Casa Albairone nel contesto del fenomeno dell’alloggio collettivo. Anche gli articoli curati da G. Neri, P. Fumagalli e A. Riverso Ortelli trattano dello stesso tema, approfondendo altri aspetti della vita e dell’opera di Brivio.

La Casa Albairone è stata oggetto di recenti e approfondite ricerche da parte della cattedra di Franz Graf per il corso Sistemi e Processi della costruzione all’AAM, che pubblichiamo integralmente sul nostro sito. Infine, oltre alla testimonianza di Vittorio Gregotti che ha collaborato ad alcuni progetti con Brivio nei primi anni ’702, concludiamo con un’appendice documentaria, necessaria per situare la figura dell’architetto tra i protagonisti dell’architettura moderna ticinese del dopoguerra.

Le fotografie che documentano lo stato attuale dell’edificio sono state realizzate da Marco Introini mentre le foto documentarie delle tavole depositate all’AAT sono di Marcelo Villada.

Origine e motivi della costruzione Albairone 

La casa d’appartamenti Albairone, una delle opere centrali di Brivio, gli viene commissionata nel 1954 dall’ingegner Alessandro Rima, che sarà anche il progettista della struttura.
Abbiamo scelto di pubblicare alcuni stralci dall’inedito Rapporto finale del 1957, perché crediamo che si potranno meglio comprendere le scelte alla base del progetto e gli standard abitativi dell’epoca.3

La costruzione palazzo «Albairone», Massagno, ha avuto la sua origine quale iniziativa con il signor arch. Peppo Brivio, nell’ottobre del 1954. Il motivo di una costruzione a Lugano, va trovato nel fatto del forte incremento turistico di questa regione, l’aumento di popolazione superiore agli altri centri. […] La zona di Massagno, al No. di mappa 620, detta «Bomborozzo», era favorevole per i seguenti motivi:

a) Vicinanza alla stazione FFS (8 minuti a piedi); vicinanza della chiesa di S. Nicolao (3 minuti); vicinanza della scuola di Massagno; dunque posto centrale
b) Zona tranquilla per opposto alle altre zone dove le costruzioni raggiungono almeno 12m di altezza
c) Costruzione delle strade (5 vie, via Besso) in via di esecuzione (ora terminate), e costruzione strada via Lisano-via Besso che dà accesso al palazzo in parola, con promessa da parte dei dirigenti del Comune, di costruzione imminente (infatti il progetto già pronto; per il 1958 passerà in esecuzione)
d) La costruzione, già a quel tempo in progettazione, dei nuovi palazzi della radio, che sorgeranno in prossimità (distanza circa 300m), fanno si che la plaga prenda uno sviluppo importante
e) Il tasso d’imposta, (0,75 dal tasso cantonale) del comune di Massagno, favorisce la situazione finanziaria per la proprietà e per gli inquilini.

Il nome di «Albairone» è stato tolto da una pergamena del XIII. secolo (vedi Brentani «Codice diplomatico, volume IV, Loco 15 giugno 1366, nome della frazione di Barione, in Mosogno, valle Onsernone).4

Il terreno su cui sorge l’edificio venne acquistato il 23 marzo del 1955, per una somma totale di 49.900 franchi ed una superficie di 2’495m2.

Descrizione. L’edificio principale, con tipica pianta e insolazione bilaterale, cioè con orientamento migliore in direzione nord-sud, nel progetto ha una lieve inclinazione rispetto all’asse solare, in modo da rispettare il parallelismo con gli edifici già esistenti, e con il muro di confine a ovest. Verso nord e verso sud si è mantenuta la distanza di 2,5m. A est le parti della costruzione più vicina al confine, distano 7m. Verso ovest, addossato al muro di confine (che attualmente ha un’altezza variabile fra i 2 e i 3m) e ai piedi di esso, con pavimento a quota leggermente inferiore a quella del terreno naturale, è previsto un corpo di autorimesse, con muri senza apertura ai confini nord e sud. Questo edificio secondario avrà copertura piana, posta al di sotto del livello dei terreni No. 397 e 431 (previste 17 autorimesse, costruite 10). Altezze e quote, vedi sezione. La gronda non oltrepassa i 21m (19,60m ) ed il piano arretrato con il suo tetto all’altezza di 22,24m resta ancora nell’angolo normale di un tetto in tegole, così che resta rispettato il regolamento edilizio. L’altezza dei singoli piani è stata ridotta, con disposizioni speciali, dopo l’accettazione del progetto, a 2,80m. I servizi interni del fabbricato sono convenientemente areati per mezzo di normali apparecchi di ventilazione. La descrizione delle opere sarà fatta a seconda della delibera.

Nella costruzione però sono previsti i seguenti impianti:
a) cucine completamente ammobiliate, composte di armadi bassi e piattaforma a tavolo con copertura in Textolite, armadi alti. 
b) Televisione, impianto completo funzionante in parallelo per tutte e tre le costruzioni (casa A, B, C)
c) Ventilazione con apparecchio aspiratore posato sul tetto per ogni singola casa
d) Riscaldamento centrale per ogni singola casa (ed indipendente per ogni casa.
e) Lavanderia, composta da: macchina da lavare, centrifuga, essicatrice, per ogni casa.
f) Attacco telefono in tutti gli appartamenti 

Fu previsto separatamente, quanto sopra, per ogni casa onde lasciare la libertà di divisione della proprietà in tre lotti.

Architettura. La notevole lunghezza dell’edificio è divisa da tre corpi in forte rilievo che danno un ritmo preciso, un’articolazione che gli permette di rimanere in un rapporto normale di misura con le case circostanti. Purtroppo i disegni non possono dare un’idea precisa dei diversi piani delle facciate. Il rapido sviluppo edilizio di una zona urbana crea una quantità di rapporti nuovi di forme e di volumi, che assai raramente trovano una loro adeguata espressione; tanto più rischioso il problema dell’intero spazio urbano, ne è composizione di singoli corpi estranei fra di loro. Di fronte a questi difficili compiti, e in tono così strettamente utilitario, non si è voluto rinunciare a un serio impegno d’architettura. I colori scelti per le tre case sono: casa A, verde; casa B, arancio; casa C, viola.5

Il costo preventivato era stato stimato in 1.853.462 franchi. L’edificio ha sopportato bene il passare degli anni, fino al 1977 quando sono stati pianificati diversi interventi sulle cucine, i pavimenti e il tinteggio delle pareti. L’oggetto che più ha sofferto della ristrutturazione è stato il tetto dove sono state chiuse le fenditure sugli aggetti delle terrazze, eliminando la parte vetrata ma lasciando la «memoria» dei precedenti tagli.
Nel 2011 le facciate sono state ritinteggiate, senza purtroppo ripristinare i colori originali.

Note

  1. Christian Dill, Casa Cate, Albairone, Lehrstuhl für Architektur und Entwurf Prof. Flora Ruchat-Roncati, eth Zürich 1997.
  2. Vittorio Gregotti, si era già espresso sull’opera di Peppo Brivio in archi 2/2001, p. 27.
  3. Alessandro Rima, Costruzione Palazzo «Albairone», Massagno, al N°. di mappa 620, di proprietà ing. Alessandro Rima, Muralto. Rapporto Finale «Albairone», dattiloscritto, 7 settembre 1957.  Archivio privato ing. Alessandro Rima.
  4. Ibidem, pp. 3-12.
  5. Ibidem, pp. 13-15.

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