L'ar­chi­tet­tu­ra-ur­ba­ni­sti­ca di Wal­ten­spü­hl

Editoriale Archi 3/2012

«Il est possibile dans ce cas de parler d’un microcosme à l’imitation de vieux Borgo di Mendrisio; lui aussi est serré contre une colline et formé de deux moitié lineairés disposées de parte et d’autre d’un rivière, unies par l’antique centro civico.» Paul Waltenspühl, 1990

Data di pubblicazione
27-02-2013
Revision
19-08-2015

Come racconta Luigi Brenni, che è stato l’ingegnere civile della scuola Canavée di Mendrisio, all’inizio degli anni ’70 un grande dibattito divideva la città. Il tema era la scelta del sito dove edificare la nuova scuola elementare e le tesi contrapposte sostenevano il sito del campo sportivo adiacente al mercato coperto di Chiattone, contro il sito del Canavée, una lunga e stretta striscia di terreno confinante con il bosco della collina che domina il villaggio. Paul Waltenspühl, che era stato incaricato del progetto dal Municipio, sosteneva le ragioni del secondo sito, che alla fine raccolse il maggiore consenso.
Tra i numerosi progetti realizzati dall’architetto ginevrino tra il 1946 e la fine degli anni ’80, questo di Mendrisio è certamente uno dei più urbanistici, nel senso inteso da Aurelio Galfetti, quando scrive di Waltenspühl (che fu suo maestro al Politecnico di Zurigo) … penso di poter dire che Waltenspühl è prima urbanista e poi architetto. Inevitabilmente egli è quindi tra quegli architetti-urbanisti che raramente vedono realizzati i loro progetti migliori.
Galfetti intendeva dire che i progetti concepiti a grande scala, più densi di urbanità, anche a prescindere dalla loro dimensione quantitativa, sono quelli più difficili da realizzare, perché sono quelli che contengono la maggiore potenzialità modificativa di assetti consolidati, e per i quali è necessario raccogliere consenso maggiore e a livelli istituzionali più elevati. La scuola Canavée è uno di questi rari progetti, nei quali l’architettura assume un ruolo spaziale significativo a scala territoriale, uno di quei progetti che si sono rivelati decisivi per determinare la qualità abitativa della città.  
In generale, le scuole sono edifici pubblici attraverso i quali (a differenza delle sedi municipali o delle istituzioni culturali) è più difficile realizzare modificazioni urbanistiche, perché la loro relazione con la maglia stradale e con gli allineamenti preesistenti è fortemente condizionata dal requisito della dotazione di un’area scoperta e verde di dimensione adeguata, necessaria alla missione pedagogica. Per questo la situazione scolastica più diffusa, e più banale, soprattutto per le scuole dei gradi inferiori, prevede edifici collocati al centro di lotti sistemati a verde, come edifici residenziali isolati. Nella vasta produzione di progetti scolastici di Paul Waltenspühl, questo di Mendrisio è il più chiaramente intenzionato ad affermare qualità da edificio pubblico.
L’edificio si articola parallelo alla pendenza, con due piani terra, al livello dell’abitato sottostante e al livello del percorso sulla collina, ed è privo di un’area verde di pertinenza. Lo spazio cortilizio pavimentato prospiciente le tre piccole torri delle aule separa la scuola dal bosco attrezzato a parco pubblico, che è il vero spazio verde «di pertinenza». Se il Municipio negli anni ’70 avesse scelto l’area sita più in basso, tra le case, l’edificazione privata avrebbe lentamente risalito la collina senza un limite, e la scuola non avrebbe usufruito di uno spazio verde di questo rilievo territoriale. Dal piano alto della scuola si domina la città, e la vista della città dalla collina è mediata dagli edifici della scuola, il cui criterio di aggregazione «imita», come scrive Waltenspühl, il nucleo antico del villaggio. In questo caso «l’imitazione» non si riferisce certo al linguaggio, ma al grado di densità architettonica, che conferisce agli spazi della scuola una qualità davvero straordinaria.
La costruzione dell’edificio nuovo dell’Accademia di Architettura, allineato al bordo superiore della scuola Canavée, ha confermato l’intuizione di Waltenspühl, trasformandola in regola insediativa.
L’engagement, l’impegno civile, di cui scrive Jacques Gubler a proposito dell’appassionata dedizione al mestiere di Waltenspühl, sta soprattutto nella scala di questo progetto esemplare. La razionalità, basata sulla rigorosa distinzione e riconoscibilità della parti costruttive, esaltata a Mendrisio dalla dualità dei materiali (il beton ed il mattone di cotto), conferisce all’architettura un valore didatticamente etico, che assume una dimensione politicamente civile quando il progetto traguarda aldilà dei confini catastali, assumendo consapevolezza della sua carica innovativa.

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