Jean Arp tra ar­te e ar­chi­tet­tu­ra

Una mostra a Locarno

L'arte di Jean Arp ha spesso sconfinato nell'architettura, con forme organiche e leggere che si protendono negli spazi dando loro forma. La mostra «Public Arp», che dal 21 maggio arriva alla Fondazione Marguerite Arp di Locarno dopo una tappa in Appenzello, racconta il dialogo tra Arp e gli architetti nel nome della «sintesi delle arti» e presenta le sue grandi opere destinate a spazi pubblici. In occasione dell'esposizione proponiamo un estratto dal catalogo, pubblicato in italiano dalle Edizioni Casagrande e in tedesco da Scheidegger & Spiess: si tratta di un brano dal saggio della curatrice della Fondazione, Simona Martinoli.

Data di pubblicazione
20-05-2020

Public Arp

Il contributo di Jean Arp alla «sintesi delle arti»

Arp, artista e poeta, amava i giochi di parole. «Public Art» è l’arte nello spazio pubblico, dunque in un luogo condiviso, e l’aggettivo «pubblico» può riferirsi sia ai destinatari dell’opera, sia al suo spazio di fruizione. Un’arte che esce dagli spazi tradizionali ad essa preposti – musei, gallerie e salotti privati – per invadere strade, piazze e facciate di edifici.

In diversi paesi nel periodo della Grande depressione sono stati avviati programmi di sostegno agli artisti, come il Federal Art Project negli Stati Uniti e i corrispettivi europei – Kunst am Bau, Legge del 2%, 1% artistique, tanto per citarne alcuni. Tutte iniziative che, in occasione della costruzione o della ristrutturazione di edifici pubblici, prevedono la realizzazione di opere d’arte finanziate con una percentuale dei costi di costruzione.

Di regola la selezione degli artisti avviene tramite concorsi e, soprattutto in passato, questa forma di promozione delle arti ha spesso sostenuto espressioni artistiche di tipo tradizionale e in molti casi l’intervento dell’artista si è limitato a un’aggiunta decorativa a posteriori.

Nel caso di Arp le opere relazionate all’architettura nascono invece dalla stretta collaborazione con i progettisti in un periodo, quello del secondo dopoguerra, in cui la relazione tra arte e architettura acquisisce grande importanza nel dibattito architettonico, come vedremo qui di seguito.

«Les artistes devraient travailler en communauté comme les artistes du moyen âge»

La critica nei confronti della concezione dell’arte dominante a partire dal Rinascimento – che pone al centro il genio creativo del singolo artista – in favore di un’arte collettiva e anonima, è formulata da Arp nel suo primo testo teorico, pubblicato nel 1915 nel catalogo della mostra Moderne Wandteppiche, Stickereien, Malereien, Zeichnungen allestita alla Galerie Tanner di Zurigo con opere dello stesso Arp, di Otto van Rees e di Adya van Rees-Dutilh. Ripresa in testi successivi, come Art concret (1942) da cui è tratta la citazione che dà il titolo a questo paragrafo, sintetizza lo spirito che anima i suoi primi lavori pubblici.

Già nel 1904 Arp aveva sperimentato in questa direzione realizzando insieme a Georges Ritleng una pittura murale nella veranda della casa di campagna degli Arp a Grendelbruch in Alsazia. I due giovani avevano dipinto insieme un affresco di circa 2 metri per 6 raffigurante personaggi dell’antico Egitto con la cattedrale di Strasburgo a fare da sfondo. Un secondo intervento murale risale agli anni 1914-1915, quando Arp eseguì una decorazione a collage nell’ufficio della rivista «Le Théosophe», edita a Parigi da René Schwaller. Se di questi primi due interventi non è rimasta traccia, l’affresco dipinto da Arp negli stessi anni nella Scuola Pestalozzi di Zurigo si è invece conservato […]. 

Al periodo tra le due guerre risale uno degli interventi artistici collettivi più celebri e un Gesamtkunstwerk dell’arte d’avanguardia: il ridisegno degli interni del Café Aubette di Strasburgo. Nel 1926 l’architetto Paul Horn e suo fratello André affidarono a Sophie Taeuber-Arp e a Jean Arp l’incarico di ripensare completamente gli interni di un’ala dell’edificio settecentesco situato in Place Kléber da destinare a centro d’intrattenimento e svago con bar, cinéma-dancing e sala per le feste. La coppia condivise il lavoro con Theo van Doesburg e i tre artisti ridisegnarono una decina di locali con interventi legati all’astrazione geometrica (Taeuber-Arp e van Doesburg) e all’astrazione organica (Arp), in gran parte distrutti a partire dal 1938 perché considerati troppo moderni e parzialmente ripristinati a partire dagli anni Ottanta del XX secolo.

Queste realizzazioni sono tutte da ricondurre all’iniziativa di singoli committenti. Nel secondo dopoguerra si assiste invece a un fenomeno di vasta portata che pone in primo piano la collaborazione tra artisti e architetti con l’obiettivo di raggiungere una «sintesi delle arti». Certamente non si trattava di un tema nuovo. La collaborazione tra artisti, architetti e artigiani è il fondamento dell’insegnamento di Gropius al Bauhaus; anche per Le Corbusier la compenetrazione tra arte e architettura rivestiva importanza e il concetto di «synthèse des arts majeurs» ricorre nei suoi scritti. Pure movimenti artistici d’avanguardia come De Stijl o il costruttivismo russo aspiravano all’unione delle arti. Ma è nel secondo dopoguerra che la «sintesi delle arti» e il tema della «riconciliazione» tra l’arte e il pubblico assumono un’importanza fondamentale e si concretizzano in progetti di ampio respiro che vedono coinvolti i maggiori esponenti delle avanguardie storiche. Tra questi, Arp occupa un posto di primo piano, poiché ha partecipato ai maggiori progetti di «sintesi delle arti» degli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo, a partire dall’Harvard Graduate Center di Cambridge (Massachusetts), progettato nel 1948 da Walter Gropius con la collaborazione di diversi artisti. Per Arp questa commessa costituisce un trampolino di lancio per i lavori successivi […]. Tra i protagonisti dei progetti di «sintesi delle arti» si annovera la Chiesa cattolica – basti citare la Cappella del Rosario di Matisse a Vence (1951) – e in questo ambito Arp realizza arredi liturgici in edifici ecclesiastici progettati principalmente da Hermann e Hans Peter Baur […]. Tra i progetti più ambiziosi si annovera la Ciudad Universitaria di Caracas in Venezuela, concepita da Carlos Villanueva e considerata un esempio particolarmente felice di «sintesi delle arti». Anche qui Arp interviene con altri artisti di fama internazionale […].

 

Ringraziamo le Edizioni Casagrande e Scheidegger & Spiess per aver concesso la pubblicazione dell'estratto e delle immagini.

La mostra

Public Arp. Jean Arp. Arte e architettura in dialogo

Inaugurazione: 21 maggio, dalle 14 alle 18

La mostra sarà poi visitabile ogni domenica dalle 14 alle 18 fino all'8 novembre.

Fondazione Marguerite Arp, via alle Vigne 46, 6600 Locarno-Solduno

Il catalogo

Curato da Simona Martinoli e Roland Scotti e pubblicato in collaborazione con la Fondazione Marguerite Arp di Locarno e il Kunstmuseum Appenzell, è disponibile in due versioni: quella italiana si intitola Public Arp. Jean Arp. Arte e architettura in dialogo ed è pubblicata dalle Edizioni Casagrande, quella tedesca si intitola Public Arp. Hans Arp – Architekturbezogene Arbeiten ed è pubblicata da Scheidegger & Spiess.

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