Alla scala del paesaggio
Centro sportivo nazionale della gioventù, Tenero
Il Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero (CST) è un complesso architettonico di servizi alla scala del paesaggio sulle rive del Lago Maggiore e si sviluppa in cinque fasi di ampliamento, ciascuna delle quali interessa un’area specifica del comparto. Gli edifici sono connessi da viali alberati rettilinei e ortogonali, con l’eccezione di un sentiero irregolare adiacente a un ruscello preesistente che scorre lungo la diagonale dell’intera area. I percorsi delimitano e connettono gli spazi dedicati alle diverse attività sportive, che si svolgono sia all’interno sia all’esterno dei fabbricati.
Alla scala della pianificazione, il principio guida in tutte le fasi dell’intervento è stato quello di compattare e razionalizzare la costruzione, in modo da lasciare spazio libero al verde e alle attività all’aperto. Il rapporto tra architettura e paesaggio è il tema centrale del progetto e viene declinato alle diverse scale della composizione, dall’impianto di alcuni edifici, che inquadrano il passo montano da cui nasce la vallata, fino al disegno dell’attacco al cielo dei volumi.
L’area su cui sorge il Centro Sportivo Tenero è caratterizzata da un paesaggio naturale di rara bellezza, che si presentava in origine come una vasta palude estesa fino a Bellinzona, in parte preservata ancora oggi nella zona delle Bolle di Magadino. La prossimità delle vie di comunicazione favorisce a metà Ottocento l’insediamento della Cartiera del Verbano e in seguito porta a promuovere una campagna di lavori durata vent’anni per drenare il terreno e renderlo coltivabile. Nel 1921 il Dono nazionale svizzero per i nostri soldati e le loro famiglie (DNS) fonda a Tenero uno stabilimento militare di convalescenza, la Cura, a cui era annessa un’azienda agricola che offriva lavoro ai degenti in modo da aiutarli a reinserirsi nella società. Dopo la progressiva riduzione del numero degli ospiti nel secondo dopoguerra, la Cura chiude nel 1962, ma resta attiva l’impresa agricola, che nell’estate dello stesso anno ospita il primo campo sportivo dell’istruzione preparatoria per i futuri soldati. Inizia così una nuova vita per l’intera area, ma la transizione è graduale: fino al 1996, a fianco delle strutture sportive sopravvive l’azienda agricola, che rifornisce la mensa degli atleti di prodotti freschi e sani.
A seguito dell’introduzione del programma federale Gioventù+Sport accessibile anche alle donne, nel 1976 viene bandito un concorso, vinto dallo studio Otto e Associati di Lugano, per la prima fase di ampliamento del Centro, che inaugura nel 1985. L’edificio si sviluppa su un solo livello, è immerso nel verde e composto per parti autonome, come un assemblaggio di padiglioni, a rappresentare il carattere polifunzionale dell’intervento. Il volume infatti accoglie una palestra tripla, piscine (una vasca olimpionica, una adibita ai tuffi e una didattica), due campi da gioco sintetici, uffici e aule di teoria.
La seconda fase di ampliamento viene regolata da un concorso, vinto dall’architetto Mario Botta, e porta alla costruzione di due edifici compatti ultimati nel 2001. Il Sasso Rosso è un semicilindro che alberga al pianterreno – dove è previsto in futuro lo spostamento del Centro Cantonale di Medicina dello Sport – aule polivalenti e ai quattro livelli superiori le camere dell’ostello per i giovani sportivi. Il volume principale, detto Gottardo, ospita una tripla palestra, una sala polivalente, spogliatoi e servizi, aule per la teoria, una mensa con cucina e una caffetteria. È caratterizzato dalla presenza di un porticato a tutta altezza che corre lungo il fronte sud e costituisce uno spazio-filtro tra esterno e interno, capace di proteggere gli ospiti dalle intemperie e di fungere da luogo di circolazione e aggregazione. Gli edifici della seconda fase, oltre a organizzare in maniera semplice un sistema complesso di funzioni, hanno un carattere iconico che per la prima volta fornisce al Centro sportivo una sua identità formale.
Con un concorso bandito nel 2006 vengono assegnati a Mario Botta i lavori per la terza e quarta tappa di ampliamento. La terza, conclusa nel 2013, ha portato alla costruzione di tre campi da calcio e un campeggio, delimitato da un lungo blocco di servizi comuni che contiene cucine, mensa, bagni e docce. L’edificio presenta un fronte molto chiuso a sud-est lungo la linea di confine, mentre a nord-ovest si apre in un porticato che, anche se realizzato a una differente scala e con materiali diversi, riecheggia quello dell’edificio Gottardo.
Nella primavera del 2023 si completa la quarta fase di costruzione del complesso, il cui programma prevede l’ampliamento del parcheggio esistente e il rinnovo delle tende del campeggio (a cura dello studio baserga mozzetti architetti), la modifica del sistema di accesso, che viene collocato sull’asse prospettico che guarda verso il lago, e la realizzazione di un edificio polifunzionale, denominato «Brere». L’accesso al nuovo edificio avviene dal fronte nord, caratterizzato su tutto il prospetto dalla presenza di un portico con pilastri alti come la facciata.
Il nuovo volume fronteggia quelli già realizzati da Botta per il CST, lo stabile Gottardo e il Sasso Rosso, e i due porticati antistanti, con le rispettive dieci campate speculari in dialogo, costituiscono uno scenografico sistema di accesso al complesso in cui il rosso dei tamponamenti in mattone, incorniciato dalle strutture in cemento a vista, contrasta piacevolmente col verde della natura in cui è immerso il complesso. Il volume compatto dell’edificio Brere ospita al pianterreno l’amministrazione, una palestra per la ginnastica separabile in due volumi distinti attraverso una parete mobile, una mensa da 400 posti e una cucina industriale; al primo piano un auditorio attrezzato per conferenze e proiezioni e 15 aule per la teoria. Due ingressi separati, protetti dal porticato, permettono di accedere da una parte alla mensa, alla palestra, agli spogliatoi e alle aule di teoria, dall’altra agli uffici e all’auditorio. Sul retro è disposto inoltre un accesso per i fornitori delle cucine.
Pur mantenendo separati i percorsi e le funzioni, il progetto permette di connettere visivamente diversi ambienti: alcune aule e uffici infatti affacciano sul vuoto a doppia altezza della mensa e/o su quello a tripla altezza della palestra. Grazie a queste aperture interne, le viste diagonali e la luce possono attraversare l’edificio, rendendolo intimamente connesso. Anche se filtrate dalle gelosie in mattoni che proteggono l’edificio da un eccessivo irraggiamento solare, le prospettive verso l’esterno permettono di apprezzare gli spazi verdi, il lago e gli edifici circostanti, mentre alcune aule sono illuminate da profondi lucernari zenitali che garantiscono una luce indiretta dall’alto, ottimale per lo studio.
Gli edifici del CST, pur progettati in un arco temporale di quarant’anni, presentano una coerenza formale e materica e una regia sapiente nell’articolare i volumi nel paesaggio in dialogo con la natura, tali da contribuire in maniera positiva alla definizione dell’identità del Centro, in cui i giovani sportivi possono ritrovarsi e riconoscersi.
Anche il paesaggio costituisce un aspetto decisivo nella riconoscibilità del luogo: il rigore degli assi viari che inquadrano i campi sportivi, sottolineati dai lungi filari, si alterna a fasce di vegetazione arbustiva mediterranea e autoctona. Questo complesso ensemble, iniziato nel 1985 dall’arch. Paolo Bürghi e negli anni arricchito dal lavoro di diversi specialisti, è oggi affidato allo studio Maja Leonelli landscape architecture.
Mentre si celebrano insieme il completamento della quarta fase e i sessant’anni di attività del CST, è in cantiere la quinta fase. Il progetto del Centro nazionale di nuoto, selezionato tramite un concorso a procedura libera nel 2017, si deve agli architetti dello Studio Burkhardt + Stücheli Pestalozzi Schiratzki Architekten (COOPI Architetti) e si articola in diverse fasi, per permettere ai nuotatori di continuare ad allenarsi anche durante i lavori. L’area è infatti quella del primo ampliamento, le cui strutture, ormai non più adeguate, rendono necessaria una progressiva sostituzione. Le nuove piscine coperte – una vasca da 50 m con fondo mobile per regolare l’altezza, una per i tuffi e un canale per il nuoto controcorrente – saranno dotate di pareti laterali trasparenti e scorrevoli per ridurre i consumi di energia nella stagione mite. La struttura al coperto sarà completata nel 2027: solo allora verranno demolite le vecchie piscine e al loro posto sarà realizzata una vasca olimpionica all’aperto, i cui lavori termineranno nel 2029.
All’interno dello stesso mandato, un vecchio residence verrà sostituito da un nuovo ostello più accogliente e moderno a cui potrebbero in futuro affiancarsene altri due, nell’intento di potenziare e modernizzare anche l’offerta ricettiva del CST, riscoprendo quegli ideali di accoglienza, cameratismo e cura che avevano caratterizzato il Centro fin dalle origini.
Luogo
Tenero
Committenza
Confederazione Svizzera, Ufficio Federale delle Costruzioni e della Logistica, UFCL
Stabile Brere, 4ª Fase
Architettura
Studio Mario Botta Architetti, Mendrisio
Collaboratori
N. Salvadé, X. Borgye, T. Toletti, A. Bonacina
Architettura del paesaggio
M. Leonelli landscape architecture, Chiasso-Zurigo
Impresa
Consorzio SPORT 2023, Impresa Barella SA – Medici Dario e Eros SA, Chiasso
Ingegneria civile
Studio Lombardi SA, Giubiasco
Progetto impianti RVCS
Studio Rigozzi Engineering SA, Giubiasco
Progetto impianti elettrici, fotovoltaico e illuminotecnica
Studio Erisel SA, Bellinzona
Fisica della costruzione e acustica
CSD Ingegneri SA, Lugano
Geologia
Studio Ammann SA Geologia, Losone
Progetto serramenti e facciate
Studio Mario Botta Architetti, Mendrisio
Fotografia
Studio fotografico Enrico Cano, Lugano; Davide Stallone fotografo, Melano
Date
concorso 2006, progetto 2010, realizzazione 2020-2023
Pianificazione energetica
CSD Ingegneri SA, Lugano
Certificazione o Standard energetico
Minergie TI - 595 Intervento e tipo edificio: nuova costruzione
Categoria edificio (Ae)
impianti sportivi 1621 m2; ristoranti 1466 m2; amministrazione 2091 m2; scuole 1673 m2
Fattore di forma (Ath/Ae)
1.41
Riscaldamento
pompa di calore ad acqua di falda a bassa temperatura 35°C, COP 5.62
Acqua calda
pompa di calore ad acqua di falda ad alta temperatura 75°C, COP 2.46, 44%; solare termico 500 m² (installato su CST3), copertura 56%
Elettricità
impianto fotovoltaico 47.25 kWp, produzione annua 51’975 kWh
Requisito primario involucro dell’edificio
21.4 kWh/m2a (limite 30.5 kWh/m²a)
Indice energetico complessivo (da certificazione)
65.5 kWh/m²a (limite 65.6 kWh/m²a)
Particolarità
ventilazione interna con recupero di calore adiabatico, filtrazione e regolazione portata d’aria in funzione della CO2
Villaggio tende, 4ª Fase
Pianificazione
Studio Mario Botta Architetti, Mendrisio
Architettura
baserga mozzetti architetti SA, Muralto
Team di progetto
N. Baserga, C. Mozzetti, I. Rosian
Architettura del paesaggio
Giorgio Aeberli, Gordola
Impresa
Consorzio SPORT 2023, Impresa Barella SA – Medici Dario e Eros SA, Chiasso
Ingegneria civile
Reali e Guscetti SA, Ambrì
Progetto impianti elettrici
Tecnoprogetti SA, Camorino
Fisica della costruzione
IFEC Ingegneria SA, Rivera
Progetto facciate
Patocchi Sagl, Cevio
Fotografia
Marcelo Villada Ortiz, Bellinzona
Date
progetto 2019-2022, realizzazione 2022-2023