Cin­que an­ni di pra­ti­ca dei con­cor­si a Gi­nev­ra

2011-2016

Quasi 80 concorsi organizzati tra il 2011 e il 2016, di cui la metà riguarda unità residenziali: due cifre che indicano come la pratica dei concorsi a Ginevra abbia riguadagnato interesse nel corso degli ultimi cinque anni e come sia uno strumento essenziale per migliorare l’«ordinario» della città.

Publikationsdatum
05-08-2016
Revision
05-08-2016

L’ampiezza di questo campione permette oggi di osservare in maniera pertinente le tipologie dei programmi coinvolti, gli enti organizzatori dei concorsi e le procedure. È possibile anche trarre degli insegnamenti sul modo in cui sono scelti i membri delle giurie, sull’evoluzione del numero di partecipanti, sulla distribuzione dei diversi vincitori e sull’accessibilità all’albo per i concorrenti provenienti da fuori Cantone. Sono presentati infine i risultati di concorsi particolarmente significativi, per dimensioni, per il programma, per la complessità o per la qualità del progetto vincitore.

Tipologie di programma

Oltre all’oggetto classico dei concorsi di architettura, che riguarda la realizzazione di strutture pubbliche (scuole, asili ecc.) relativamente poco numerosi nel periodo considerato, la realizzazione di opere d’arte e di genio civile che associano ingegneri e architetti (ponte stradale e per il tram sull’A1, passerella «du Mont-Blanc», passerella sul Rodano), di spazi pubblici, in particolare quelli circostanti le future stazioni del CEVA, d’architettura del paesaggio (passeggiata «des crêtes», «Bois-de-la-Bâtie»), i programmi riguardano soprattutto la realizzazione di edifici residenziali collettivi. Ovvero la materia prima della città.

Più di 9000 alloggi previsti attraverso concorso

Questa tendenza può spiegarsi in primo luogo con il bisogno urgente di realizzare molte decine di migliaia di alloggi così come previsto dal Piano direttore cantonale 2030, al fine di recuperare il ritardo accumulato nel corso dei decenni precedenti. In secondo luogo con il fatto che a Ginevra la realizzazione di alloggi sociali è affidata a fondazioni immobiliari o a cooperative d’utilità e di diritto pubblico. Di fatto, in cinque anni, più di 9200 alloggi sono stati oggetto di concorso. Questo fatto è degno di nota soprattutto se si confronta questa cifra con quella della produzione complessiva di alloggi negli stessi anni, che è (tenendo conto di tutti i tipi residenziali) di 7764 unità, secondo l’Ufficio cantonale di statistica. Ciò denota da una parte che la tendenza all’aumento di produzione di alloggi dovrebbe proseguire, per stabilirsi in maniera duratura al di sopra delle 2000 unità all’anno. D’altra parte la maggioranza di questi alloggi sarà il frutto di concorsi di architettura, fatto che dovrebbe contribuire a migliorarne significativamente la qualità e la diversità tipologica. 

Questa specificità ginevrina denota l’interesse della generazione attuale di architetti alle questioni degli alloggi collettivi, secondo una tendenza avviata in Svizzera tedesca, soprattutto a Zurigo. Poiché i regolamenti che si occupano di alloggi sociali sono molto complicati a Ginevra, la partecipazione a questo tipo di concorso richiede un investimento importante da parte dei concorrenti, a riprova della loro motivazione. Questa caratteristica ginevrina ha avuto anche l’effetto di far acquisire consapevolezza ai diversi attori provenienti da ambienti politici, dall’amministrazione o dalla società civile, della necessità di ripensare i meccanismi della produzione di alloggi sociali con l’obiettivo di favorirne la qualità e la diversità tipologica. Tale presa di coscienza si è concretizzata nel 2015 nell’organizzazione dei «Rencontres du logement», con l’obiettivo di favorire la qualità e la diversità tipologica degli alloggi proposti.

Enti organizzatori

Se si esamina la natura degli enti organizzatori, ci si accorge che se il Cantone è direttamente parte interessata in 27 concorsi organizzati nel periodo considerato, ovvero circa un terzo del totale, si tratta nella maggior parte dei casi di collaborazioni con il Comune e, riguardo i programmi per gli alloggi, con le Fondazioni immobiliari di diritto pubblico (FIDP) o con la Fondazione per la promozione di alloggi a buon mercato e dell’habitat cooperativo (FPLC). La città di Ginevra è, di per se stessa, all’origine di 17 di questi concorsi, fatto che conferma un interesse costante e di lunga data verso la pratica del concorso. I comuni urbani di Meyrin, Grand-Saconnex, Vernier, Onex, Lancy, Carouge, Chêne- Bourg, Chêne Bougeries e Thônex hanno partecipato da parte loro a una trentina di procedimenti, sia in forma diretta sia attraverso le fondazioni immobiliari municipali. Gli altri comuni, più piccoli, ne organizzano in maniera più episodica.

Al di fuori degli enti pubblici, che sono tenuti a praticare la messa in concorrenza in virtù degli accordi intercantonali su mercati pubblici (AIMP), molti attori privati cominciano a ricorrere ai concorsi SIA 142 e 143, anche se non vi sono obbligati. Poiché i loro progetti si situano spesso in contesti già costruiti, i privati hanno constatato che l’esame di più varianti permetteva di confrontarli in maniera collegiale con i diversi vincoli sociali, ambientali, patrimoniali o di regolamento, risultando così una procedura assai più efficace che se avessero dovuto seguire il percorso amministrativo ordinario di una richiesta con permesso di costruire. Questi concorsi riguardano una quantità non trascurabile di alloggi, ossia circa 800.

Tipologie procedurali

La scelta del tipo di procedura può variare in base a molteplici criteri. Il concorso anonimo a procedura aperta a uno o due turni (SIA 142) è privilegiato dalla città di Ginevra e dal Cantone, eccetto che per i concorsi di urbanistica, per i quali il Mandato di studi parallelo (SIA 143) offre più degli altri delle possibilità di dialogo. 

Per i concorsi di alloggi, le fondazioni immobiliari di diritto pubblico hanno in genere una preferenza per i concorsi anonimi a procedura ristretta con pre-qualificazione su presentazione di un dossier. Nel caso delle procedure aperte, l’esperienza in effetti ha dimostrato che la maggior parte dei concorrenti ignorava spesso il corpus legislativo ginevrino, relativo all’urbanistica e alla produzione di alloggi sovvenzionati. Presentando delle proposte con un divario troppo ampio rispetto agli obiettivi della committenza, determinavano degli investimenti in perdita netta, che si sommavano e assumevano proporzioni considerevoli. Poiché la produzione di alloggi sociali si iscrive in un quadro molto vincolato relativamente al budget, le fondazioni immobiliari hanno la preoccupazione di assicurare che il vincitore del concorso sia in grado di proporre, in caso di successo, un’organizzazione capace di garantire il monitoraggio in situ della realizzazione del progetto. Questa preferenza per la procedura ristretta con pre-qualificazione ha, però, come conseguenza quella di scartare gli studi di architettura giovani, ovvero di riservare la costruzione degli alloggi sociali a una cerchia ristretta di architetti specializzati in quei programmi. Se, per il momento, la distribuzione dei vincitori non sembra confermare questo rischio, la questione merita di essere affrontata con metodo. Per questo motivo un gruppo di lavoro che vede riunite le fondazioni immobiliari, le rappresentanze delle associazioni professionali e i rappresentanti dell’amministrazione cantonale ha analizzato in maniera approfondita varie tipologie di procedura, sia dal punto di vista dell’interesse pubblico a promuovere la qualità architettonica degli alloggi, sia da quello della committenza al fine di ottenere progetti conformi al quadro finanziario cui è tenuto per legge, sia da quello delle associazioni professionali al fine di sorvegliare sulla libera concorrenza in materia di pubblico mercato. Il gruppo di lavoro ha selezionato sei varianti di procedure da monitorare a lungo termine, per analizzare vantaggi e inconvenienti derivanti da ciascuna. Gli enti privati, che non sono vincolati agli accordi intercantonali sui mercati pubblici, dispongono di un margine di manovra più grande per la scelta della procedura di messa a concorso. Tuttavia, si constata che tali enti cercano di ottenere spesso una certificazione SIA, per poter assicurare una partecipazione di qualità.

Composizione delle giurie

Come la scelta della procedura, anche la composizione della giuria è determinante per permettere di soddisfare le esigenze, tanto diverse quanto legittime, di tre gruppi di attori: il pubblico, i progettisti e i committenti. Per questa ragione è importante poter essere certi che tutte e tre le categorie siano ben rappresentate in seno alla giuria, che siano capaci di operare collegialmente per costruire le ragioni delle proprie scelte e infine che siano utili le une per le altre.

La prima categoria è la più delicata da identificare. Rappresenta ciò che oggi si chiama «la maîtrise d’usage», che fornisce una conoscenza approfondita del contesto – sociale, culturale, vissuto – del luogo in cui si intende realizzare il progetto, ai fini dell’uso quotidiano del futuro edificio o dell’effetto di influenza sulle trasformazioni della vita di un quartiere. La delegazione del pubblico in seno alla giuria può essere formata dai futuri utenti, qualora siano noti, oppure, quando non si conoscano, da un’associazione di quartiere. A Ginevra, per esempio, l’esperienza ha dimostrato che questi rappresentanti dell’utenza svolgono una vera e propria consulenza nella valutazione dei progetti, introducendo dei criteri di percezione e di analisi molto più acuti di quelli che si trovano tradizionalmente nei capitolati. Questa premura di avere una rappresentanza dell’utenza nelle giurie è una tradizione iniziata a Ginevra molto tempo fa e che il Cantone ha assunto per sé di recente. 

La qualità e l’estensione della partecipazione dei progettisti ai concorsi di architettura dipendono in buona parte dalla competenza dei professionisti che li compongono. Solo sotto garanzia che il loro progetto sarà esaminato in maniera professionale gli studi professionali acconsentiranno a investire molti mesi di lavoro su tale progetto, dal momento che uno solo tra essi potrà sperare di essere ulteriormente retribuito, se vince il concorso e ottiene il mandato di realizzazione. Al momento della valutazione, l’apporto dei professionisti risulta più efficace se il loro gruppo presenta una molteplicità di esperienze, di origine culturali, di sensibilità, e generazionale… Ed è preferibile che la loro capacità di ascolto sia superiore al loro desiderio di insegnare. 

Infine il committente deve conoscere perfettamente la natura dei bisogni e l’ampiezza dei mezzi, circondandosi, al bisogno, di specialisti capaci di sostenere l’accuratezza dei dibattiti e di ricordare con determinazione gli obiettivi da perseguire. Da parte sua, l’impegno, la curiosità, il rispetto per il lavoro di ricerca dei concorrenti sono determinanti.

Il ruolo primario del presidente della giuria è certamente una gestione intelligente degli obblighi delle tre categorie durante i dibattiti. Al contrario, ogni discordanza o violazione all’equità o formalismo eccessivo sono suscettibili di influenzare negativamente o addirittura di ostacolare le ulteriori tappe di realizzazione del progetto.

Queste riflessioni sommarie sulle giurie meritano di essere accuratamente sviluppate e rinnovate al momento della costituzione di ciascuna, in funzione del carattere del quesito che di volta in volta si presenta e dell’esperienza acquisita nei concorsi precedenti.

Evoluzione della partecipazione e distribuzione e ripartizione geografica dei vincitori 

La partecipazione ai vari concorsi organizzati a Ginevra ha subìto un incremento nel corso degli ultimi anni ed è passata da una media di circa una ventina di concorrenti a una media che supera la cinquantina, con punte di cento per i concorsi più prestigiosi. Si nota anche il netto aumento dei gruppi professionali provenienti da altri Cantoni. Quanto a questo fatto si possono formulare alcune ipotesi: da un parte l’aumento di concorsi organizzati a Ginevra corrisponde a una rarefazione dei concorsi nei Cantoni vicini e ciò produce un effetto di vasi comunicanti; ma esiste forse anche un cambiamento nella percezione dei concorsi a Ginevra, che potrebbe aver anticipato due caratteristiche rilevate dall’analisi dei campioni di questi cinque ultimi anni: una distribuzione relativamente ampia, 54 vincitori diversi a fronte di 63 concorsi, tra i quali si trovano cinque studi vincitori a due riprese, quattro a tre riprese e uno che ha vinto quattro concorsi. Per questi ultimi, la replica dei successi può spiegarsi attraverso un impegno particolarmente tenace nel settore dell’alloggio sociale, che a sua volta implica una specializzazione del sapere professionale. Queste cifre indicano che le procedure di messa in concorso permettono una distribuzione piuttosto buona dei mandati, garante di una certa diversificazione architettonica. Se si esamina la provenienza dei vincitori, si nota che quasi la metà di essi (44%) non sono ginevrini. Il 22% hanno sede nel Canton Vaud, il 10% nel resto della Svizzera e il 13 % all’estero. (Portogallo, Spagna, Francia e Lussemburgo). La proporzione dei vincitori ginevrini aumenta notevolmente (quasi il 75%) per i concorsi che riguardano gli alloggi, per le ragioni prima evocate.

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