Un tassello di urbanità tra strada e ferrovia
DF_DC, Ingegneri Pedrazzini Guidotti
La struttura si apre sul paesaggio lacustre come un vasto portico caratterizzato da un’ossatura di cemento totalmente aperta su due lati e completamente chiusa sul retro. Il complesso è sormontato da un attico, caratterizzato da uno sbalzo che ne enfatizza l’espressione architettonica.
A Paradiso, la corsa alla vista panoramica e al terreno disponibile è tanto più parossistica in quanto la pendenza pone limiti sia alla struttura sia agli accessi. Il sito occupato dagli architetti Franchini e Calderon è un buon esempio dei pendii svizzeri, dove il desiderio di paesaggio si combina – a volte in meglio e spesso in peggio – con la densità e la prossimità delle case. In questo caso, fortunatamente, l’interruzione data dalla linea ferroviaria protegge il sito, addossato alla montagna, da eventuali futuri vicini. La costruzione non è una casa a quattro lati, né una struttura interrata con una sola facciata che si apre all’orizzonte, ma presenta uno scheletro radicale, quasi fuori scala (o almeno fuori dalla scala delle abitazioni), un’ossatura di cemento totalmente aperta su due lati e completamente chiusa sul retro; il reticolo di pilastri e travi in cemento liscio risulta tamponato da pareti bocciardate, i cui leggeri accenti giocano con la luce e l’ombra, come se la brutale struttura portante fosse stata sostituita da una muratura modanata o da variazioni razionaliste di pannelli alla Auguste Perret, una delicatezza inaspettata in questo luogo segnato dalle infrastrutture. L’inserto architettonico, che non è poi così discreto, mantiene un rapporto gentile, quasi delicato, con l’ambiente circostante.
La forma curva di questa carcassa accuratamente cesellata si adatta al terreno e offre, sul lato più corto – che è anche quello dell’ingresso in rapporto diretto con lo spazio pubblico – una dimensione domestica, quasi il frontone di una casa di modeste dimensioni, che contrasta con l’ampiezza del suo impianto topografico e costituisce una piacevole attenzione per il passante.
La struttura si apre sul paesaggio lacustre come un vasto portico, con tre nuclei di servizio che rinforzano l’ossatura arretrata rispetto alla pianta: ciò garantisce – spiegano gli architetti – la flessibilità di questo involucro e i possibili adattamenti al programma nel lungo ciclo di vita del calcestruzzo, in una forma generale vincolata che solitamente non si associa alle piante aperte, ma che indubbiamente consente all’edificio una seconda vita. La geometria curva del volume retrostante è utilizzata per creare un percorso cinetico all’interno degli appartamenti, che si snoda intorno alle pareti e scivola scenograficamente dalla soglia d’ingresso verso la vista panoramica del lago e delle montagne, piuttosto che una sequenza diretta dal vestibolo verso la vista esterna.
Il contatto con il terreno è una piacevole sorpresa, poiché le auto non sono nascoste in una struttura sotterranea che neutralizzerebbe il giardino: semplicemente riparate sotto i pilastri del portico, si allineano di fronte al paesaggio. La tessitura del terreno, composta da ghiaia e ciottoli in cui cresce la vegetazione, conferisce alla grande struttura in cemento una pavimentazione che potrebbe essere quella di una villa discreta d’altri tempi.
Sopra, il complesso è sormontato da un attico più piccolo, segnato da mensole in calcestruzzo leggermente sporgenti. Con un solo generoso appartamento per livello, questo volume, chiuso sul retro del lotto, si apre su tre lati. L’espressione architettonica di questo volume completa la struttura nel suo complesso, allontanandola dalla banalità quasi meccanica di un semplice prisma dal tetto piatto. È la conferma che, come abbiamo visto più volte nella storia dell’architettura, le esigenze finanziarie della speculazione possono combinarsi utilmente con le esigenze della disciplina architettonica?
Luogo:
via Carona 6, Paradiso
Committenza:
A. P., Paradiso
Architettura:
DF_DC, Paradiso
Team di lavoro:
D. Franchini, D. Calderon, P. Crippa
Architettura del paesaggio:
T. Dalcant, Parigi
Ingegneria civile:
Ingegneri Pedrazzini Guidotti, Lugano
Impresa:
Garzoni, Lugano; BEG, Muzzano
Progetto impianti RVCS:
V. Rivolta, Balerna
Progetto impianti elettrici:
E. Franchini, Lamone
Fisica delle costruzioni:
Erisel, Bellinzona
Fotovoltaico:
E. Franchini, Lamone
Acustica:
Bonalumi & Ferrari, Bellinzona
Geologia:
Dott. G. Togliani, Massagno
Fotografia:
Simone Bossi, Varese (I); Lorenzo Zandri, Londra (GB)
Date:
progetto 2015-2017, realizzazione 2018-2020
Pianificazione energetica:
Erisel, Bellinzona
Intervento e tipo edificio:
nuova costruzione
Riscaldamento:
termopompa aria-acqua
Imprese e prodotti:
EXFABRICA pp. 87