Spa­zi per l’ar­te in Ti­ci­no

Oltre al LAC, sei occasioni per una riflessione

Dedichiamo questo numero agli «spazi per l’arte» in Ticino. 

Data di pubblicazione
15-02-2016
Revision
15-02-2016

L’apertura del LAC e l’interesse che questo evento ha suscitato, è stata l’occasione per riflettere sulla realtà delle gallerie d’arte e del collezionismo nel territorio cantonale. Abbiamo preso in considerazione le collezioni private, che costituiscono un importante motore del dibattito culturale regionale, e coinvolgono nel loro insieme sia le istituzioni pubbliche che quelle private. Le architetture che le ospitano diventano parte integrante delle stesse collezioni e ne determinano spesso l’immagine rappresentativa. Ben coscienti che gli «spazi per l’arte» non si limitano alle sole gallerie, ma comprendono gli innumerevoli musei, gli edifici sacri, gli spazi temporanei o i luoghi all’aperto che frequentemente vengono utilizzati per l’allestimento di mostre temporanee, ci siamo dedicati alle sole gallerie per esaminare con attenzione quegli edifici che oggi vengono destinati, nuovi o al seguito di ristrutturazione, all’esposizione di opere d’arte. Vogliamo indagare sul dialogo che si instaura tra le opere e l’architettura che le ospita.

Il testo storico del gallerista Tiziano Dabbeni racconta le vicende del collezionismo ticinese, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso sino ai giorni nostri. Il secondo testo, della conservatrice-restauratrice Sara De Bernardis, presenta le problematiche legate al tema della conservazione e della successiva esposizione delle opere e della complessità della materia, soprattutto dal punto di vista dell’impiantistica e dell’illuminotecnica. L’artista Mariapia Borgnini ci racconta in che modo ha affrontato la progettazione dell’allestimento della sua mostra personale al Museo Cantonale di Lugano, tenutasi nel 2013, e di come gli spazi preesistenti siano stati la base imprescindibile per la concezione dell’intero percorso espositivo e dell’allestimento.

Nella seconda parte del numero presentiamo alcuni progetti realizzati in Ticino. Nella maggior parte dei casi si tratta di ristrutturazione di edifici esistenti, mentre più raramente gli spazi sono stati pensati e costruiti appositamente per ospitarvi le opere.

Abbiamo illustrato la Fondazione Rolla a Bruzella, che occupa gli spazi di un vecchio asilo ristrutturato da Brambilla Orsoni Architetti Associati, e poi la Fondazione Marguerite Arp a Locarno-Solduno, dove, in un recente intervento di Gigon e Guyer, gli spazi interni, e quindi le opere esposte, entrano in relazione costante con l’ambiente esterno. In seguito presentiamo l’intervento di Ivano Gianola allo Spazio -1 di Lugano, allestito per la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, dove la sfida è stata il recupero di un cantinato adibito a deposito per trasformarlo, con pochi mezzi, in uno spazio espositivo nuovo e stimolante. A Capolago, invece, Milo Miler e Julia Kessler hanno ripensato l’antica villa per ricavarne uno spazio d’arte, oltre alla loro abitazione, come un luogo di incontro culturale. Un interessante equilibrio, in questo caso, nel quale architettura e opere dialogano senza prevaricazioni reciproche. All’esterno, Jachen Könz ha concepito uno spazio espositivo intimo, nel difficile confronto tra la villa e la linea ferroviaria del Gottardo, che corre lì accanto.

Ad Agra, invece, per la Buchmann Galerie, Boila e Volger hanno realizzato un nuovo edificio, uno dei pochi in Ticino costruiti esplicitamente per ospitare una galleria d’arte, in un importante contesto naturalistico in cui le opere dialogano con il parco circostante. Infine, Inches di Locarno ha realizzato la ristrutturazione di una vecchia abitazione rurale nel nucleo Mondacce a Minusio, per realizzare nuovi spazi per ospitare la collezione della Fondazione Museo Mecrì. Le dimensioni ridotte dell’edificio hanno richiesto un’attenta ricerca sulle relazioni tra i diversi livelli per concepire il percorso espositivo, con una particolare attenzione al rapporto con il nucleo storico.

In appendice sono indicati altri «spazi per l’arte» in Ticino, non illustrati in questo numero e che meritano una visita per la qualità architettonica o per il contesto in cui gli edifici sono situati.

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