«Ri­met­te­re il BIM nel­la pro­spet­ti­va dell’ar­chi­tet­to»

BIM – Reality Check

Nel 2017, i due team bunq/GD e JSAA/LRS vincono il con­corso di selezione per i due lotti urbanistici della ­Caserma di Vernets GE, per i quali è richiesto l'utilizzo del BIM sin dalla fase preliminare del ­progetto. Ecco il racconto di una formazione che solleva numerosi quesiti sul futuro della professione.

Data di pubblicazione
29-05-2019

Come si è svolta la formazione per il BIM?
Amaury Delorme, architetto ENSAL, capoprogetto e BIM manager JSAA: Da autodidatti, sulla base delle esperienze derivanti da altri uffici o da altri studi; è infatti impor­tante il know-how nella modellizzazione 3D per permettere il passaggio al BIM. Nella nostra situazione dobbiamo utilizzare i metodi di direzione dei lavori di un’impresa generale, di cui tuttavia non deteniamo la leadership. Un certo numero di parametri e tabelle di dati sono state definite dall’impresa, ma grazie all'esperienza raccolta nel corso di altri progetti iniziamo ad applicare approfonditamente le nostre metodologie.
Philippe von Bergen, architetto EPFL, associato dell'ufficio GD: Con il BIM occorrono prestazioni nuove: bisogna definire un gran numero di parametri che saranno utili all’impresa generale ma che non vengono valorizzati nel lavoro dell'architetto. Il lavoro del disegnatore o dell’architetto è in fase di profonda trasformazione.

Concretamente, quali sono questi nuovi compiti?
Delorme: In questo caso abbiamo richiesto quali fossero i requisiti BIM alla direzione dei lavori, poi abbiamo rea­lizzato un template che consentisse di esportare in IFC tutti gli elementi del nostro modello con le informazioni integrate. Abbiamo quindi diviso i cinque investitori del nostro lotto urbano tra i due uffici JSAA e LRS. Infine abbiamo disegnato il progetto su base comune riunendo 12 file di lavoro, condivisi tra­mite un BIMCloud. Tutto questo richiede un enorme lavoro sull’organigramma, sulla struttura dei file, per determinare insieme gli elementi che devono o non devono essere ripresi.
Bruno Da Cruz, architetto FAUP, associato LRS, capoprogetto: L’altro compito delicato consiste nell’evitare un eccesso di in­formazioni. Tutti i parametri di base servono a definire il livello di dettaglio auspicato, indipendentemente da quello che si aspetta l’impresa. Per agevolare il lavoro abbiamo dovuto semplificare i parametri di base fino a ottenere un linguaggio grafico neutro, come un modello bianco.

Ritenete che questo considerevole lavoro a monte vi consentirà di guadagnare del tempo in fase di esecuzione?
Jean-Paul Jaccaud, architetto EPFL, ­partner JSAA: In realtà ciò impone una fretta eccessiva nel processo deci­sionale. Questa idea s’inserisce bene nella visione delle imprese generali o totali, che evidentemente sono interessate a un'esecuzione più rapida possibile, mentre non s’inserisce necessariamente nella visione dell’architetto, che mira innanzitutto alla qualità. Stiamo assistendo a una trasformazione dell’edilizia intesa come processo che si allontana dalle nozioni di forma e qualità. Il metodo BIM soddisfa a meraviglia questa visione.
Julien Grisel, architetto EPFL, partner bunq: Dipende tutto dal livello di dettaglio definito in fase preliminare, che è un argomento fondamentale nella trattativa con l’impresa totale. Se viene lasciato volontariamente vago, può giocare a favore dell’ottimizzazione di un progetto. Una volta ben definiti i punti fonda­mentali, il BIM consente di affinare successivamente il progetto o addirittura di modificarlo per trovare soluzioni costruttive semplici ed eleganti. Tuttavia, quando questo livello di dettaglio viene definito troppo in fretta, lo sforzo per modificare successivamente il progetto diventa eccessivo, poiché richiede una ridefinizione di tutti i parametri.
Un certo margine di indeterminatezza è importante nello sviluppo di un progetto ed è anche, in ultima analisi, nell’interesse dell’investitore.

Che cosa vi impedisce di determinare voi stessi il grado di precisione corrispondente alle esigenze del progetto preliminare?
Rolf Seiler, architetto EPFL, partner LRS: Il problema non è dato tanto dallo strumento, quanto dal rapporto con l’impresa edile. In quanto strumento e metodo, il BIM è molto interessante. Se ci occupiamo noi stessi della direzione dei lavori, in fase d’esecuzione la ­possibilità di abbinare il modello a una banca dati può rilevarsi molto utile. In realtà, attualmente gli architetti sono molto refrattari al BIM, anche a livello accademico. Così però ci scaviamo una fossa con le nostre stesse mani, mentre dovremmo essere noi architetti all’avanguardia in questa tecnica per fare in modo che i direttori dei lavori adottino i nostri metodi.
Cécile Aubecq, Ir. Architetto UCL, Responsabile dei Metodi LRS: Abbiamo davvero delle difficoltà a formare i nostri BIM Manager. Formarsi presso la scuola delle imprese generali equivale a fare entrare il lupo nell’ovile, se mi passate l'espressione un po’ cruda. Dobbiamo rimettere il BIM al suo posto, nella prospettiva dell’architetto. Altrimenti combattiamo una lotta ad armi impari.

Come fate a far tornare i conti per quanto riguarda le vostre prestazioni?
von Bergen: L’impresa totale non tiene conto di una parte delle prestazioni che forniamo, come l’introduzione dei parametri BIM, per esempio, che sono persino imposti. Se decidiamo di farlo volontariamente, perché dirigiamo il cantiere, allora lo strumento BIM e la semplificazione del coordinamento permetteranno di far tornare i conti.
Seiler: Un modo per recuperare queste prestazioni ci sarebbe: potremmo rivendere il modello BIM alla direzione dei lavori una volta che lo abbiamo terminato. È già stato fatto, e questa transazione potrebbe coprire le spese di ideazione.

Con il passaggio al BIM, occorre modificare il contratto tipo che definisce i ruoli e le responsabilità degli architetti e delle imprese?
Jaccaud: Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sempre è facile proporre il BIM ai direttori dei lavori: spesso preferiscono il metodo classico. Dal punto di vista contrattuale, non ­abbiamo modo di imporlo. L’attuale contratto per gli architetti SIA 1002 non tiene conto del BIM e la descrizione dei passaggi è sfasata per quanto concerne l’eventuale integrazione del metodo.
Un aspetto cruciale del BIM è la questione della progettazione multidisciplinare integrata. In una struttura di funzionamento SIA tradizionale, a stella, i team pluridisciplinari sono delle istanze relativamente autonome le une dalle altre. Sino ad ora, i direttori dei lavori non erano interessati a quel ruolo. Gli unici che possono attualmente rivendicare questo diritto sono le imprese generali o totali. Ora, nella prospettiva di un rin­novo del contratto SIA, sarebbe interessante in­serire una descrizione del processo adottando il punto di vista degli architetti, che rivendicano la direzione dei lavori: il processo, il passaggio al BIM, la struttura e l’integrazione dei vari mandatari. Se avessimo questa possibilità, potremmo mantenere un po’ di indeterminatezza nel progetto e quindi, una volta definito, sfruttare al massimo un metodo che in effetti è molto performante.

 

Ilôt A

Partecipanti al progetto

Committenza: Ciguë, CIEPP, CODHA, FVGLS, SCHG

Impresa generale: Losinger Marazzi

Architettura: bunq architectes et GD architectes

Struttura portante: BG Ingénieurs conseils

RC/VR: BG Ingénieurs conseils

Protezione antincendio: Amstein + Walthert

Architettura paesaggistica: Atelier Descombes Rampini

BIM Manager / Coordinazione BIM: Losinger Marazzi

 

Facts & Figures

Volume: 295 000 m3 (SIA 416)

Superficie per piano: 7260 m2

Label energetico: Minergie-Eco

Progettazione: 2017–2019

Esecuzione: 2020–2023

 

Ilôt B

Partecipanti al progetto

Committenza: CIEPP, CPEG, La Mobilière, FVGLS, SCHG

Impresa generale: Losinger Marazzi

Architettura: JSAA-LRS Architectes Associés

Struttura portante: Perreten et Milleret

RC/VR: Amstein + Walthert

Architettura paesaggistica: Atelier Descombes Rampini

BIM Manager / Coordinazione BIM: Losinger Marazzi

 

Facts & Figures

Volume: 255 000 m3 (SIA 416)

Label energetico: Minergie-Eco

Progettazione: 2017–2020

Esecuzione: 2021–2024

Tabella2

 

 

 

Qui si può leggere il volume BIM Rea­li­ty Checkqui trovate invece un dossier digitale che raccoglie articoli sul BIM.

Magazine

Articoli correlati