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MIhail Amariei Architetto

Mihail Amariei risponde alle sfide abitative odierne coniugando l'esigenza di razionalità e il desiderio di singolarità. La sua proposta progettuale unisce un’espressione rigorosa (volumi ben leggibili, campate, effetti di ripetizione, unità di forme) con l’arte delle variazioni e delle declinazioni. 

Data di pubblicazione
07-10-2024

Due dei tre edifici progettati da Amariei si trovano in via Turconi, l’antica strada cantonale, asse storico su cui è sorto il borgo di Mendrisio – lievemente in collina sulla valle del Laveggio –, strada che collega questa cittadina densamente abitata con il nuovo e vecchio ospedale regionale e il campus dell’Accademia di architettura. Non si tratta né del Fox Town o delle ferite inferte dalle infrastrutture metropolitane, né del paese con strade strette e acciottolate, ma di un quartiere periferico in pendenza occupato da grandi ville e dai loro parchi ombreggiati di cedri e magnolie. Proprio qui, l’idea di strada è ancora possibile, così come quella di giardino, senza che l’edificio sia necessariamente polarizzato tra una facciata principale e un cortile, un fronte e un retro. Amariei sfrutta questa morfologia per offrire una qualità residenziale contemporanea, con molteplici orientamenti e viste per ogni abitazione, installando in questi manufatti di quattro piani, sopra al piano terra, una forma di domesticità benevola. In questo contesto di ville simili eppure diverse, che ha risentito della recente densificazione con fabbricati troppo profondi e semplicistici, l’architetto introduce una via intermedia, tra la casa e il condominio, e gioca sottilmente alla scala degli oggetti, che appaiono più piccoli di quanto non siano, grazie alle logge e ai leggeri sfalsamenti che ne frammentano la volumetria. Con modestia urbana e garbata eleganza, la proposta progettuale unisce un’espressione rigorosa (volumi ben leggibili, campate, effetti di ripetizione, unità di forme) con l’arte delle variazioni e delle declinazioni. Questa risposta, discreta ma chiara, alle sfide abitative di oggi coniuga l’esigenza di razionalità con il desiderio di singolarità: condividere uno spazio e un layout comune con i vicini, avendo però un appartamento che si distingue dagli altri per una serie di caratteristiche. Per ottenere questo risultato, il progettista ha sfruttato le peculiarità di un sito composto da tre lotti, il terzo dei quali prospiciente una strada secondaria, via Rizzi.

La forma quasi quadrata del giardino risultante, fa sì che la pianta dell’edificio su via Turconi si conforma in un cuneo e anche la distribuzione interna si adatta, in modo articolato, a questa morfologia, rispetto agli altri edifici del lotto, sostanzialmente a pianta rettangolare. L’altro gioco di variazione è legato alla posizione delle logge e al modo di interpretare l’attico, su questo impianto a quattro piani: l’arretramento dell’ultimo piano non ha il significato che avrebbe in una strada allineata, e Amariei mantiene, nei suoi muri di cemento rigorosamente squadrati, il piano principale della facciata fino alla linea del cielo. È piuttosto negli angoli, grazie alle logge che, scandite da montanti spostati, sembrano danzare intorno alla massa dei muri, che l’ultimo livello viene alterato. È chiaro che questa libertà non è né un omaggio al pittoresco di Le Corbusier e al modernismo, né una citazione di fantasie eclettiche, ma l’alterazione sapiente e accattivante di un consolidato rigore costruttivo.

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