Re­cen­sio­ne a «Cam­pus Fi­ren­ze. Un pro­get­to di Ipo­stu­dio» di Mar­co Mu­laz­za­ni

Roberta Martinis commenta il volume dedicato da Marco Mulazzani al Campus Firenze, la nuova residenza studentesca realizzata da Ipostudio nell’area universitaria del quartiere fiorentino di Careggi. Un libro «godibile» che racconta una vicenda «edificante».

Data di pubblicazione
31-05-2021

È un libro godibile quello dedicato da Marco Mulazzani al Campus Firenze, la nuova residenza studentesca realizzata da Ipostudio nell’area universitaria del quartiere fiorentino di Careggi. Per l’agile formato (17x24 centimetri) e il numero contenuto delle pagine (96), per il layout grafico asciutto e la documentazione che accompagna il testo – disegni architettonici e particolari costruttivi ben leggibili; poche ma significative immagini di rendering e modelli di studio; fotografie del cantiere e del complesso completato (queste ultime, assai efficaci, di Pietro Savorelli). Ed è «edificante» la vicenda che racconta: un’iniziativa di cooperazione tra pubblico e privato, attuata con lo strumento del project financing – una procedura «potenzialmente virtuosa», introdotta nell’ordinamento legislativo italiano più di venti anni fa, il cui successo, oltre che da un’equilibrata distribuzione di costi e benefici tra le parti coinvolte è soprattutto misurato, osserva Mulazzani, «dalla qualità dell’opera consegnata alla collettività».

Muovendo dalla cornice normativa e analizzando le diverse fasi del processo progettuale e costruttivo, Mulazzani evidenzia il ruolo giocato dal progetto di architettura per cogliere questi obiettivi. Oltre che con un cronoprogramma stringente – Ipostudio è coinvolto nella vicenda quando il procedimento, valido per il decennio 2009-2019, è fermo da sei anni – il progetto deve confrontarsi con svariati vincoli. Alle residenze universitarie è destinato un lotto di forma trapezoidale e dimensioni ridotte – circa 3250 metri quadrati la superficie complessiva – adiacente alla Casa dello studente «Piero Calamandrei» (1964-1973), una struttura costituita da quattro torri su una piastra di servizi comuni e circondata da spazi adibiti a parcheggio. Obiettivo di Ipostudio, osserva Mulazzani, è integrare gli edifici esistenti e le nuove costruzioni in un unico grande campus, definendo «un più ampio contesto dai caratteri propri di un luogo urbano». Le pagine del libro dedicate all’individuazione del «principio insediativo» consentono di cogliere lo sviluppo tipo-morfologico del progetto – «dal blocco alla corte alla strada» – sino alla sua configurazione finale, costituita da due edifici che sorgono su un podio comune esteso sull’intera superficie del lotto. Lo spazio compreso tra le due costruzioni – una torre e un corpo di fabbrica in linea – è al tempo stesso una strada pedonale e una piazza, un luogo necessario di socialità per gli studenti del campus.

Non meno interessante è l’analisi dello studio tipologico, per la sua integrazione con il progetto strutturale (AEI progetti) e impiantistico (Consilium), convergenti sull’obiettivo di ottimizzare tempi e costi del cantiere (Neosia e MST – Gruppo Maire Tecnimont), gestito dal concessionario (Birillo 2007) per l’Università di Firenze. Recepito il vincolo dei parametri approvati nel 2009 dal Ministero dell’Università, relativi alla quota di residenze destinate alla gestione pubblica (l’edificio in linea), il progetto di Ipostudio si dimostra capace di contemperare le esigenze del gestore privato ottimizzando, nella torre, l’utilizzo della superficie e del volume fabbricabile previsti dalle norme tecniche. La messa a punto delle soluzioni tipologiche, distributive e strutturali accompagna, orientandola, la definizione della forma architettonica degli edifici. Al rigoroso partito delle facciate che esalta, trasfigurandolo, il telaio costruttivo, fa da contrappunto la differenziazione cromatica dei rivestimenti – in resina cementizia rossastra per il corpo in linea e mosaico ceramico bianco per la torre. Il disegno dei serramenti – vere e proprie pareti trasparenti «attrezzate» delle stanze – allude alle qualità spaziali delle «camere con vista», proiettate verso il paesaggio circostante. Svelando, come argutamente osserva Mulazzani, il desiderio di fare dell’alta torre realizzata per gli studenti un belvedere privilegiato di osservazione del centro storico di Firenze.

Marco Mulazzani, Campus Firenze. Un progetto di Ipostudio, Electa, Milano 2020

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