Le­gno: ma­te­ria­le del fu­tu­ro

In un'epoca di grande sviluppo delle costruzioni in legno, il co-curatore di «Archi» 6/2019 Stefano Miccoli si chiede: dove si inserisce il Ticino all’interno dei grandi temi dell’architettura in legno contemporanea? È lecito parlare di un’architettura del legno ticinese?

Data di pubblicazione
04-12-2019
Stefano Miccoli
Ingegnere civile POLIMI, assistente alla cattedra di strutture all’AAM, dottorando all’Università di Granada

La corsa al grattacielo più alto

Nel marzo del 2019 è stato inaugurato nella città di Brumunddal in Norvegia il Mjørstårnet, che detiene il record di edificio in legno più alto del mondo. 85,4 metri di altezza, la struttura dell’edificio è interamente in legno, lamellare incollato per le travi e i pilastri, pannelli in legno massiccio a strati incrociati (CLT – cross laminated timber) per i solai e i vani scala. Supera solo di 1 metro il secondo nella classifica degli edifici più alti in legno, la torre HoHo di Vienna, terminato e in fase di inaugurazione, che però ha una struttura mista in legno e calcestruzzo (i vani scala sono realizzati in calcestruzzo, come richiesto da molte normative per la sicurezza antincendio). Per trovare un altro edificio di dimensioni paragonabili dobbiamo spostarci in Canada, a Vancouver, dove troviamo il Brock Building, un edificio dell’Università della British Columbia. 18 piani per 52,7 m, è stato costruito per dimostrare che in legno si possono realizzare edifici alti. Anche in questo caso la struttura è mista, travi, pilastri e solai in legno e vani scala in calcestruzzo. Inaugurato nel 2017, ha rubato il primato di edificio in legno più alto del mondo al Treet di Bergen, in Norvegia, 14 piani per 51 metri di altezza, con struttura interamente in legno lamellare incollato.

Se guardiamo le date di inaugurazione di questi edifici – Treet di Bergen, nel 2015, UBC Brock Building di Vancouver, nel 2017, HoHo Tower di Vienna e Mjørstårnet di Brumunddal, nel 2019, notiamo che i quattro edifici in legno più alti del mondo sono stati costruiti negli ultimi cinque anni, quindi con una media inferiore a un edificio all’anno. Con un numero di edifici alti così esiguo, si può effettivamente parlare dell’inizio dell’era dei grattacieli in legno? Oppure si tratta di edifici sperimentali, che vogliono mostrare a che punto è arrivata la tecnica, ma che non sono ancora competitivi nei confronti dei materiali da costruzione tradizionali, il calcestruzzo e l’acciaio? E ancora, il primo edificio contemporaneo che supera i 50 metri di altezza (escludiamo quindi dalla trattazione gli edifici antichi come la pagoda ­Sakyamuni, in Cina, costruita nel 1056 e alta 67 metri) è stato costruito nel 2015. Prima di questa data, che tipo di edifici si costruiva con il legno? E per quale motivo non ci si è spinti prima a costruire edifici alti in legno?

Nelle pagine seguenti cercheremo di dare una risposta a queste domande e ci interrogheremo sullo stato dell’arte delle costruzioni in legno, sui motivi che stanno portando il legno al centro dell’architettura contemporanea e sempre più architetti ad amare e scegliere questo materiale.

Ovviamente è molto difficile, in poche pagine, sviluppare un tema così ampio, per cui cercheremo di individuare quelli che si possono considerare gli ambiti di sviluppo dell’architettura del legno in tutto il mondo occidentale, in particolare ­Europa e Nord America, ma focalizzeremo la nostra attenzione sulla situazione svizzera e, in particolare, quella ticinese.

Il Ticino è una regione geografica di piccole dimensioni, in qualche modo ­periferica, ma con una tradizione architettonica di livello internazionale, ed è sede di una delle più giovani e dinamiche scuole di architettura europee, l’Accademia di architettura di Mendrisio.

Le domande che ci poniamo sono le seguenti: dove si inserisce il Ticino all’interno dei grandi temi dell’architettura in legno contemporanea? È lecito parlare di un’architettura del legno ticinese? E, in caso affermativo, quali sono le sue ­caratteristiche?

Per continuare a leggere il saggio di Stefano Miccoli, acquista qui Archi 6/2019. Qui puoi invece leggere l'editoriale con l'indice del numero.

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