Fre­quen­ze per il be­nes­se­re: la bio­a­cu­sti­ca di Sound Green­fall al­la Bien­na­le di Ve­ne­zia

Intervista a Sofia Boarino, ideatrice di “Sound Greenfall - A musical courtship between plants and humans”, l’installazione immersiva presentata alla Biennale di Venezia che unisce soundscape design, neuroscienze e botanica. Un invito per il visitatore a riconnettersi con il mondo vegetale, in una dimensione benefica e avvolgente.

Data di pubblicazione
11-08-2025

Nella complessa varietà di installazioni e progetti che affastellano lo spazio dell’Arsenale alla Biennale di Venezia, ciò che emerge come contenuto davvero innovativo e variegato è la serie di progetti localizzati alle pareti del lungo spazio, selezionati dall’open call lanciata da Carlo Ratti, aperta a creativi di tutto il mondo, spaziando per ogni declinazione del fare architettura. 
Tra le centinaia di installazioni selezionate e presentate, abbiamo incontrato Sofia Boarino, sound architect diplomata all’Accademia di Architettura di Mendrisio, con il progetto Sound Greenfall.

Sophie Marie Piccoli: Ci racconti in cosa consiste Sound Greenfall?
Sofia Boarino: Sound Greenfall è una struttura sonora pensata per essere installata all'interno di un giardino fiorito ricco di menta — nello specifico la mentha pulegium. La sua struttura è costituita da lastre di metallo bugnato riflettente che si innestano nel terreno. “Questa ingloba dei risuonatori che, emettendo una frequenza sonora pari a 100 Hz, entrano in risonanza con le lastre che la compongono, trasformandole in vere e proprie casse audio vibranti. L’ambiente acustico generato crea una sorta di serenata sia per le piante che per l’uomo, producendo effetti benefici su entrambi gli organismi viventi. Con un team specializzato di neuroscienziati ed esperti di botanica, abbiamo condotto esperimenti scientifici che hanno analizzato le risposte fisiologiche dell’uomo e delle piante di mentha pulegium alla frequenza sonora analizzata, riscontrando un effetto positivo su entrambi gli organismi. L’intento è stato quello di sottolineare che non esiste il distacco tra “noi” e “le piante”, ma siamo lo stesso organismo, perché a livello biologico rispondiamo in modo assonante.
L'idea è quella che il pubblico entri in contatto con questa realtà attraversando l’opera. Il percorso è stretto — 75cm di larghezza per un’altezza di circa 2m — e la vibrazione delle lastre crea un’esperienza acustica avvolgente, fisico-tattile, immersiva: gli spettatori ricevono una doccia sonora di una frequenza tonale specifica – è quasi come ascoltare un “ohm”.

SMP: Il metallo bugnato ha un ruolo specifico nella poetica del progetto?
SB: Il metallo bugnato è riflettente ma non permette una riflessione precisa dell’immagine: decompone la luce e il paesaggio moltiplicando le macchie di verde e le foglie, trasformando le fronde in petali di fiori, la pelle in paesaggio. L’idea è che il materiale riprenda questa commistione tra uomo e natura, e che il concetto di cascata sonora venga ripreso dall’estetica del materiale. E poi ovviamente c'è il giardino, che delinea una sorta di percorso tra profumi, colori e scorci visivi bucolici.
Sound Greenfall si propone al visitatore come una scultura multisensoriale che intreccia all’aspetto poetico e scultoreo del progetto con la dimensione acustica, intesa come attivatrice di benessere fisiologico, trasmesso sia al vegetale che alla componente umana. Per lo sviluppo del progetto è stato assemblato un team di neuroscienziati e botanici specializzati in bioacustica con l’obiettivo di comprovare scientificamente come la Mentha Pulegium e l’attività cerebrale umana rispondano alla frequenza sonora scelta. I risultati degli esperimenti scientifici hanno evidenziato, da un lato un incremento dell’attività cerebrale alfa e l’attivazione di un’area associata al rilassamento, all’introspezione e alla rigenerazione cognitiva, e dall’altro una maggiore vitalità, crescita e conduttanza stomatica nelle piante di Mentha Pulegium.

In occasione della Biennale, inoltre, l’installazione si arricchisce di un video, sviluppato da Boarino in collaborazione con il regista Edoardo Sandulli, l’esperto di animazione Oscar Muro e il collettivo di danzatori MACULA. “È stato bellissimo, perché ho sempre pensato che le piante facciano un po’ una danza quando crescono” afferma la progettista. La colonna sonora è stata invece interamente sviluppata da Sofia Boarino stessa, in arte LOTO.

SMP: Avete condotto anche test neurofisiologici: che tipo di risultati sono emersi?
SB: I test neurofisiologici che abbiamo condotto per misurare variazioni nell’attività elettrica celebrale, segnano un aumento delle onde alfa nel lobo parietale, così come un’attivazione dell’area del Default Mode Network (DMN) durante e dopo l’esposizione al suono, indicando un incremento del rilassamento, della rigenerazione cognitiva e del benessere complessivo. Lo stato psicofisico generato è molto simile allo stato meditativo. Questa scultura permette quindi all'uomo di entrare in questo stato rigenerativo, di vivere un'esperienza che lo porta un po’ fuori dall'ordinario: ti riconnetti con te stesso e, allo stesso tempo, ristabilisci un legame con la natura. L'installazione è interattiva, ci sono dei misuratori che permettono di monitorare e misurare la crescita delle radici delle piante. Allo stesso tempo, per chi vuole, sono presenti degli strumenti per misurare l’attività cerebrale. In alcuni punti dell’installazione sono poi collocate delle sedute, che permettono al pubblico di fermarsi per tutto il tempo desiderato ed immergersi a fondo nell’esperienza.

L’installazione, in fase di sviluppo, è stata selezionata per essere esibita al Landscape Festival: I Maestri del Paesaggio di Bergamo.

SMP: Com'è nata questa ricerca? È partita dal suono come materia architettonica o da un interesse più personale per la musica?
SB: Io mi specializzo da anni nell’architettura sonora, non necessariamente in acustica dell'isolamento, ma piuttosto nel suono come vero e proprio materiale architettonico, fondamentale per creare spazi in grado di comunicare con noi e con l’ambiente. Promuovo un’apertura alla sonorità, ai paesaggi sonori, alla pratica dell’ascolto. Il suono fa parte del nostro ambiente ed esercita un forte impatto sulla nostra fisiologia: alcuni suoni ci danno fastidio, arrivando a generare forti stati d'ansia e sensazioni fisiologiche di malessere, altri invece, come la musica, ci fanno stare bene. Questo ha fatto nascere in me la domanda: “Com'è possibile che questo materiale non venga sufficientemente preso in considerazione nell'architettura contemporanea?”
E da lì mi sono aperta alla corrente del Soundscape Movement nata negli anni ’60-‘70, ho studiato l’archeologia acustica così come l’antica matematica dei suoni, per poi avvicinarmi al pensiero di letterati e progettisti contemporanei come Juhani Pallasmaa, che afferma come il suono sia uno dei sensi più potenti perché in grado di generare un’esperienza di interiorità e connessione, a differenza della vista che isola e separa. Sarebbe bello ascoltare il mondo e farlo sentire. Penso che tutto abbia una voce, che tutto canti perché tutto vibra.
Convinta dell’idea che probabilmente anche le piante parlino, ho scoperto una serie di ricerche scientifiche che dimostrano come le piante interagiscono tra di loro. Sottoterra, le piante comunicano attraverso scambi chimici e impulsi acustici, segnalando per esempio quando sono stressate perché non hanno abbastanza acqua, emettendo dei veri e propri “clic”.
Ho quindi preso spunto da queste ricerche per indagare la relazione tra acustica e biologia, uomo e natura, con l’intento di dar vita –attraverso l’architettura– a uno spazio in grado di avvicinare questi due mondi, di prendersi cura delle piante e dell’uomo:

Nato a Zurigo, il progetto ha preso poi consapevolezza e si è stratificato di complessità ed elementi, anche in occasione dell’ammissione all’evento veneziano, per il quale il team si è incontrato tra Cambridge e Firenze per condurre gli esperimenti scientifici in Monferrato per realizzare il video. 

SB: Il team ha reagito molto bene: c’è stato subito dialogo tra neuroscienziati e botanici, ed è stato interessante assistere alla loro curiosità ed interesse per il lavoro interdisciplinare. Si chiedevano: “Possiamo trovare un punto comune, e capire perché le cose funzionano così?”.
Sono emerse ipotesi condivise, come quella che attribuisce alla risposta sonora un ruolo di stimolo all’adattabilità e alla plasticità. Questo definisce potenzialmente l’opera come catalizzatore di pratiche ecologiche efficaci e benefiche, creando uno spazio interattivo capace di dialogare con questi aspetti teorici e fisici in tempo reale.

Sound Greenfall, — letteralmente “cascata di suoni verdi ” — avvicina le neuroscienze e la bioacustica alla progettazione architettonica, riconnettendo, attraverso uno sguardo olistico e poetico, le specie viventi, uomo e natura, vegetale e umano, incarnando precisamente l’auspicio generale della XIX Biennale di unire ogni intelligenza — naturale, artificiale, collettiva — a nostra disposizione per far fronte alle sfide del presente.

Glossario 

La neuroarchitettura è una disciplina che studia l'interazione tra cervello, ambiente costruito e comportamento umano con l'obiettivo di introdurre principi neuroscientifici nella progettazione architettonica al fine di creare spazi capaci di favorire il benessere e la qualità della vita.

Team

  • Artist and Project Manager: Sofia Boarino (Responsible for the conceptual development, artistic direction, project management, and coordination between the scientific teams. Present at both research sites with the team to monitor experiments, take measurements, and manage digital and artistic recordings for later translation into art. In charge of all the material necessary for the exhibition at the Biennale.
    Sofia Boarino (Architect and Sound Artist; Italian, b. 1995) of Sofia Boarino Architecture & Sound Art (Switzerland, 2020)
     
  • Plant Researchers: Diego Comparini & Mario Pagano
    Plant researchers specialized in bioacoustics, conducting experiments, analyzing outcomes, and theorizing the effects of sound on plant growth.
    Diego Comparini (Plant researcher; Italian, b. 1982) of the Department of Agriculture, Food, Environment and Forestry - DAGRI (Italy, est. 2016)
    Mario Pagano (Permanent Researcher; Italian, b. 1981) of National Research Council (Italy, est. 1923)
     
  • Architectural Neuroimmunologist Cleo Valentine & Neuroscientist Tony Steffert
    Expert in neurophysiology, Cleo Valentine and Tony Steffert are responsible for conducting experiments on the effects of sound on human beings, analyzing outcomes, and theorizing the effects of sound on human health.
    Cleo Valentine (Researcher; Irish/Canadian, b. 1993) of University of Cambridge (United Kingdom, est. 1209)
    Tony Steffert (Researcher & CTO, New Zealand/UK, b. 1965) of MindSpire (United Kingdom, est. 2019)
     
  • Dancers: Collettivo Macula
     
  • Animator: Oscar Muro
     
  • Filmmaker: Edoardo Sandulli 
     
  • Brain Imaging: Rael Lopes 

 

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