A Schatt­dorf si può con­ta­re sul So­le

Sisag si è trasferita da 3 anni nella nuova sede a Schattdorf (UR). L’innovativo approccio energetico, con facciata in vetro elettrocromico, gli elementi termoattivi e la sofisticata automazione hanno mostrato subito il loro valore.

Data di pubblicazione
14-07-2023

Il gruppo Sisag del Canton Uri conosce bene i sistemi di gestione dell’energia. Uno dei suoi numerosi prodotti è progettato per sincronizzare e coordinare i consumi energetici nelle stazioni sciistiche, come ad esempio funivie, funicolari, cabinovie o seggiovie per evitare picchi di potenza e ottimizzare, per il gestore, i costi e il consumo di energia complessivo. In generale l’azienda, che in 38 anni è passata da 5 a circa 200 dipendenti con competenze chiave nell’ingegneria di controllo, automazione e digitalizzazione, sembra essere costantemente alla ricerca di soluzioni innovative.

È quindi logico che questo legame con la tecnologia si esprima anche nella nuova sede di Schattdorf, completata nel 2020. Ma chi pensa che l’edificio alto 30 metri, situato nella principale area residenziale della bassa valle della Reuss, sia dotato di impianti tecnici fin sotto il tetto, si sbaglia. In effetti la tecnologia viene usata in modo molto specifico, discreto ed estremamente selettivo.

«Power Tower»

Nel 1996 Sisag si è trasferita da Altdorf a Schattdorf nel nuovo edificio per uffici e produzione «SisNova». Lo stabile a tre piani in acciaio e calcestruzzo, lungo circa 50 metri e largo 25, ha garantito all’azienda lo spazio necessario per la successiva fase di crescita. Dopo vent’anni il sito ha raggiunto i suoi limiti e, insieme alla necessità di concentrare tutte le sedi della Svizzera centrale, nel 2016 si è deciso di utilizzare le riserve di terreno edificabile disponibili e di dare con il «SisCampus» maggiore spazio all’azienda e al pubblico.

L’immobile dotato di uno scheletro in cemento armato di nove piani, completato nel 2020, si collega a sud-est con un ampliamento al precedente edificio degli anni Novanta, la sua superficie è di soli 19,7 × 18,5 metri. Questo ingombro modesto si armonizza perfettamente con l’approccio energetico scelto, in cui l’energia solare, la facciata in vetro elettrocromico, i soffitti in cemento per l’accumulo termico e la tecnologia di controllo intelligente svolgono i ruoli principali. L'edificio ha uno sviluppo in verticale, tutti i locali si dispongono attorno al nucleo di accesso e hanno ampie superfici vetrate che possono beneficiare dell’energia solare tutto l’anno.

Sebbene la valle della Reuss nel Canton Uri, molto esposta agli effetti del favonio, non sia tra le regioni più soleggiate della Svizzera, le temperature medie miti e le relative lunghe ore di soleggiamento, hanno portato alla decisione di proporre una facciata in vetro con un struttura a montanti e traversi. Si è quindi deciso di rinunciare alla protezione solare secondaria e di integrare attivamente la facciata nell’approccio energetico. In questo modo la vetrata dinamica regola la quantità di energia che entra nell’edificio e, in combinazione con gli altri componenti del sistema, assicura una confortevole temperatura interna tra i 22 e i 26 °C. In sintesi, il sistema funziona come segue: la vetrata elettrocromica della facciata regola automaticamente l’incidenza naturale di luce e calore. Mentre la luce naturale riduce significativamente il bisogno di quella artificiale, l’energia termica viene trasferita direttamente al sistema ad attivazione termica della massa TABS (Thermo-Active Building Systems) dei solai in calcestruzzo. Tale sistema funziona come un accumulatore di calore o di freddo e restituisce all’edificio l’energia assorbita nelle ore successive; la facciata in vetro gestisce così il corpo in cemento dell’edificio come una massa di accumulo. Su ogni piano, inoltre, un parapetto interno in calcestruzzo con un'altezza pari a quella di una seduta standard, serve da ulteriore massa di stoccaggio passiva. Il ricambio d’aria è assicurato da bocchette di ventilazione motorizzate, apribili anche manualmente. Solo i due piani superiori sono dotati di ventilazione meccanica.

Controllo intelligente senza interruttori

Il «SisCampus», oltre alle aree produttive e agli uffici (dal piano terra al 6° piano) ospita anche spazi a uso pubblico – da cui il nome con camere d’albergo e un ristorante (7° e 8° piano), punta soprattutto a un uso sostenibile ed energicamente efficiente dei principi di funzionamento legati alla natura. Sarebbe errato tuttavia descriverlo come un edificio low-tech. È infatti controllato in modo intelligente: un protocollo di automazione KNX (Standard Konnex) che registra costantemente i parametri all’interno e all’esterno dell’edificio, regola la trasmissione della luce del vetro elettrocromico e controlla le bocchette di ventilazione.

La facciata stessa è composta da 112 elementi della struttura a montanti e traversi in due formati, prefabbricati dal produttore di Hochdorf (Lucerna) e assemblati in loco. Ad eccezione della facciata nord-est, tutti gli elementi sono dotati di vetro elettrocromico, per un totale di 1100 m2 di superficie vetrata. In particolare si tratta di un triplo vetro isolante con quattro livelli complessivi di commutazione (chiaro, scuro e due livelli intermedi). Il sistema di automazione delle schermature solari consente in teoria di controllare separatamente tutti gli elementi, ma in realtà per il controllo gli elementi di ogni facciata sono combinati tra loro. Con un tempo di commutazione di circa 10 minuti tra i vari livelli, è possibile ottenere una trasmissione della luce compresa tra l’1% e il 52% il fattore solare (g) tra 0,03 e 0,37. Il livello di comfort, tra 22 e 26 gradi, è determinante per l’attivazione del sistema di controllo. Se i valori misurati nell’edificio si avvicinano a questi limiti, il sistema modifica automaticamente il fattore g delle vetrate e la temperatura di mandata delle TABS (al massimo 28°C utilizzando una pompa di calore o un raffreddamento diretto ad acqua di falda). In caso di radiazione solare diretta elevata, il sistema interviene indipendentemente dalla temperatura per garantire condizioni di lavoro confortevoli in prossimità della facciata, regolando il fattore g.

Tutto questo avviene dietro le quinte; non ci sono interruttori di controllo interni. Se necessario, il responsabile dell’edificio può intervenire manualmente sul sistema con la possibilità di regolare singole aree della facciata o la portata delle TABS sui singoli piani.

Un successo da cui imparare molto

Ripensando alla progettazione e alla realizzazione di questo edificio innovativo, Daniel Dittli, architetto e direttore generale del «SisCampus», riepiloga le principali sfide di un progetto fuori dagli schemi. Afferma infatti che essendoci, in questo paese, ancora poca esperienza con il vetro elettrocromico, la priorità è stata di trovare le aziende adatte e convincerle dell’approccio energetico scelto senza ridondanze e sovradimensionamenti. Per il «SisCampus» si sono riunite più di 40 imprese di impianti elettrici, che hanno dovuto essere coordinate. All’inizio della fase di progettazione Dittli aveva anche altre idee in mente per lo sfruttamento degli elementi termoattivi, infatti in origine, avrebbe voluto utilizzare il TABS anche per i parapetti; tuttavia, per ragioni costruttive e tecniche, ha dovuto rinunciarvi.

Da quando si è insediata, ormai tre anni fa, Sisag supervisiona direttamente il funzionamento della struttura. Erich Megert, ex amministratore delegato e attualmente responsabile dell’edificio di Sisag, è molto soddisfatto. Insieme a Dittli e a un team di esperti ha raccolto e monitorato i principali dati energetici dall’entrata in servizio alla fine di marzo 2020. I valori misurati secondo la norma SIA 2031 sono impressionanti e parlano da soli: un fabbisogno  per m2 di superficie di riferimento – pari a 6,6 kWh per riscaldamento/raffrescamento e di 4,7 kWh per il riscaldamento ad aria e raffreddamento all’ottavo piano. Sono valori che farebbero invidia a molti edifici con label energetici riconosciuti. Tuttavia, per i possibili limiti nella progettazione, non si è mai mirato a una di queste certificazioni: per Megert i valori bastano da soli a esprimere la sostenibilità in termini di consumo energetico. Alla fine il funzionamento dell’edificio – nonostante l’automazione intelligente – rimane un processo di apprendimento costante e Megert sta ancora lavorando per adattare le sottigliezze del sistema alle esigenze d’uso. Lui e l’edificio stanno ancora imparando a conoscersi, aggiunge con un filo di ironia.

Nel complesso, il committente e l’architetto hanno puntato sulla carta giusta: hanno implementato un concetto energetico innovativo in modo convincente a costi relativamente bassi. Un processo che non è passato inosservato. A Schattdorf, per esempio, sono giunti di recente un gruppo di architetti e il loro committente interessati alla realizzazione di un concetto simile per un edificio pubblico a Bellinzona.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero speciale «Fassaden | Façades | Facciate – Approcci sostenibili».

Potete trovare altri articoli sul tema nel nostro dossier digitale.

SisCampus, Schattdorf

 

Committenza
Sisag

 

Architettura e progettazione generale
Drost + Dittli Architekten, Zurigo

 

Struttura portante
Synaxis, Altdorf

 

Direzione dei lavori
Siebzehn13 Architekten, Altdorf

 

Progettazione della facciata
Fachwerk F+K Engineering, Berna

 

Costruzione della facciata
4B, Hochdorf

 

Ingegneria elettrotecnica
EWA-energieUri, Altdorf

 

Progettazione impiantistica
Marty, Altdorf

 

Progettazione spazi aperti
Studio Bürgi, Camorino

 

Tecnologia per l’automazione
Jobst Willers Engineering, Rheinfelden

 

Facts & Figures

 

Progettazione
2017-2018

 

Completamento
marzo 2020

 

Costi SIA 416 (CCC 2)
631 CHF/m3 VE; 2070 CHF/m2 SP

 

Struttura e materiale della facciata
montanti e traversi in metallo con SageGlass Climatop Classic

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