Abi­ta­re la mu­si­ca. Can­ta­re l'ar­chi­tet­tu­ra. Me­mo­ria, me­ra­vi­glia e vir­tua­li­tà - Li­sa La Pie­tra

«… l’Architettura ha, più o meno direttamente, sempre influenzato la Musica: il luogo, l’architettura entro la quale la musica sarebbe stata suonata, ne ha certamente suggestionato la composizione e soprattutto ne ha condizionato l’esecuzione, perché per innumerevoli caratteristiche legate all’Architettura, la riproduzione della Musica in ambienti diversi modifica il suono e la sua percezione uditiva».

Data di pubblicazione
09-04-2018
Revision
09-04-2018

Con queste parole Luca Curci introduce l’argomento della pubblicazione, osservando che è il tempo l’elemento comune a entrambe le discipline. Tuttavia, questa dimensione è stata stravolta dalla nascita del mondo virtuale che ha slegato definitivamente la musica e l’architettura dal tempo della loro produzione e realizzazione (Il tempo non esiste).

Questa nuova condizione di atemporalità e le molteplici possibilità connesse alla virtualità sono esplorate dal volume curato da Lisa La Pietra che presenta quindici saggi organizzati in tre blocchi tematici – memoria, meraviglia, virtualità – in cui nove giovani autori indagano i complessi rapporti oggi esistenti tra musica e architettura attraverso un approccio che interessa diverse materie: musica, teatro, letteratura, architettura, arti visive, nuove tecnologie e cinema.

Preso atto della fusione tra arti sceniche e figurative e del conseguente sentimento di rottura che scaturisce dai dogmi della tradizione musicale, la curatrice – soprano e studiosa di filosofia estetica, scienza e tecnologia delle arti a indirizzo musicale – coinvolge nell’analisi una nuova generazione di addetti ai lavori attiva in diversi ambiti artistici. Raccoglie quindi le riflessioni frutto della propria ricerca (Abitare la Musica - Cantare l’Architettura) insieme a una serie di relazioni (ricavate dagli atti dei convegni tenutisi nell’ambito della residenza artistica di Pizzoferrato CH nel 2015) che si interrogano sull’interazione fra musica e architettura attraverso una sperimentazione che dalla pratica musicale arriva alla formulazione di ipotesi teoriche di carattere generale.

Come funziona la memoria all’interno di due campi così differenti quali la musica e l’architettura? Quali sono le operazioni mentali sottese alla memoria musicale? Quali i luoghi della musica? Che relazione sussiste tra il suono e il cosmo o tra il suono e la coscienza? Se nel rapporto tra il luogo – inteso nella sua materialità fisica di ambiente naturale, territorio, struttura architettonica che comprende sempre lo spazio e il tempo – e la musica è il primo a determinare la seconda, quali sono le categorie di relazioni tra questi due termini? Come un «luogo della musica» diventa un «luogo di culto della musica»? Accertato che esiste una società virtuale che abita un’architettura virtuale, in che termini e in base a quali parametri si può parlare di musica, visto che il web la contiene e ne è al contempo parte integrante? In che modo aspetti architettonici possono influenzare altri elementi legati alla composizione tramite una programmazione informatica? Se la musica è «l’arte dei suoni che vivono e si relazionano nel tempo», come la dimensione spaziale ispira la forma, ossia il modo di stare nel tempo della musica? Quali le relazioni tra musica e immagine dove prevale l’intraducibilità linguistica?

Sono questi solo alcuni dei numerosi interrogativi presenti nei ragionamenti che sviluppano i diversi interventi, dimostrando quanto il tema aumenta il suo fascino nel corso del tempo. Riflessioni che evidenziano come, condividendo un principio generatore come la propria struttura geometrico-matematica, la musica e l’architettura – intrinsecamente non imitative della natura – aprono campi inediti per l’esplorazione di nuovi linguaggi artistici.

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