Il Li­do di Lo­car­no

Da «Archi» 2/2010 – Locarno e il suo territorio

Nella nostra sezione retrospettiva riproponiamo articoli apparsi su Archi dalla fondazione, nel 1998. Qui una presentazione del progetto del Lido di Locarno dal no. 2/2010.

Data di pubblicazione
17-06-2019

Il territorio litoraneo, che si estende dal nuovo porto alla foce, è l’ultimo residuo di riva naturale rimasto tra la murata del lungolago e l’argine della Maggia. La salvaguardia del suo assetto alluvionale offre l’opportunità di conferire a questo paesaggio la funzione di parco lacustre della città, integrando le strutture balneari quali isole attrezzate immerse nel verde.

Il parco viene servito dal viale-posteggio affiancato dalla ciclopista e, oltre la siepe, dall’«onda» pedonale alberata e dal reticolato dei sentieri immersi nell’ambiente naturale.

Il contesto della riva sommergibile ha determinato la concezione architettonica della struttura balneare come una chiatta galleggiante sulla spiaggia, con la chiglia che racchiude le attrezzature tecniche e i depositi. Adagiato sul ponte sta l’involucro trasparente come un grande acquario, che offre l’ambiente ideale ai bagnanti e lascia percepire, dall’interno, il paesaggio lacustre.

L’edificio è posto longitudinalmente tra la riva e il viale e scherma la spiaggia dalla città, lasciando trasparire le attività balneari e il panorama del lago, interrotto soltanto dai blocchi compatti degli spogliatoi e dei servizi emergenti dalla piattaforma. Con il futuro innalzamento del viale, previsto alla quota di esondazione, e con la creazione di una fascia acquatico-vegetale antistante, l’edificio costituisce una finestra continua attraverso cui godere il paesaggio del Verbano in tutta la sua ampiezza: dalle rive del Gambarogno al Piano di Magadino. Nell’arco della giornata, la luce naturale produce un alternarsi di immagini (in trasparenza o riflessione sulle vetrate e negli specchi d’acqua) e la sera l’edificio diventa una lanterna cangiante, a seconda delle variazioni di intensità e di colore dell’illuminazione artificiale.

A questo corpo emergente sono agganciate le piscine esterne che, in una sequenza di singoli bacini, affiorano a riva. Tutte le vasche sono realizzate a sfioro, senza ostacoli verso l’orizzonte lacustre, dando un’illusione di continuità con la superficie del lago.

La tipologia strutturale è data da una vasca sommersa, dalle cui pareti emerge la trama dei pilastri; in aggetto le due solette della piattaforma e della copertura. Al centro della struttura sono scavati i vuoti delle piscine e inseriti i pieni dei blocchi di servizio, i quali danno luogo a fasce periferiche quali percorsi di transizione tra i diversi settori: lato città quello vestito e lato lago quello in costume; mentre nell’area delle piscine la zona perimetrale è riservata alla distensione.

La realizzazione materiale di questa architettura è data essenzialmente dal cemento armato della chiatta sommersa, dal vetro e acciaio dell’involucro, dal granito della pavimentazione, dal legno naturale dei blocchi dei servizi; infine dai colori, diversi a seconda della funzione, delle superfici e degli arredi interni. I manufatti esterni sono realizzati in beton slavato, sono come degli affioramenti erratici della geologia alluvionale del delta.

Committente CBR – Centro Balneare Regionale SA
Architetti Paolo e Franco Moro; Locarno
Collaboratori R. Marzano, F. Turuani, L. Tenconi, E. Pazzinetti, S. Segler, L. Eberhard
Pianificatore HRS Real Estate SA
Ingegnere civile IM Ingegneria Maggia SA; Locarno
Ingegnere RVCS Marco De Carli; Locarno
Ingegnere elettrotecnico Erisel SA; Bellinzona
Tecnologia piscine Probading AG; Zumikon – Bafilco AG
Fisico della costruzione Mühlebach Partner AG; Wiesendangen
Fotografie Zoe Moro; Castione
Date progetto 2006-2007
Realizzazione 2009

 

Un approfondimento sulle passerelle del Lido è pubblicato qui, mentre qui si parla della fase successiva del progetto che ha portato alla costruzione della spa.

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