De­sig­nato il fu­turo de­gli spazi pub­blici del cen­tro di Lo­carno

Il coraggio di fare poco nel segno della continuità. Attraverso pochi interventi mirati il progetto vincitore cerca il fil rouge per legare i luoghi storici attorno a Piazza Grande. 
Il commento al concorso locarnese di Pablo Valsangiacomo.

Date de publication
02-06-2021

Nella cultura occidentale la piazza è lo spazio pubblico e civico per eccellenza. Dall’agorà di epoca ellenica alla piazza medievale di carattere religioso, civile o commerciale, questo spazio è sempre stato riconosciuto come il vuoto urbano con i più importanti contenuti pubblici. Questi luoghi, ereditati dal passato, costituiscono ancora oggi il fulcro della vita civica urbana.

Le tavole dei progetti premiati e il rapporto di giuria sono presentati su competitions.espazium.ch

Negli ultimi anni Locarno, in controtendenza rispetto ad altre città, ha rafforzato i suoi spazi centrali che dal lago portano al castello anche con progetti contemporanei, come la Rotonda di Piazza Castello di Galfetti, Krähenbühl e Pellegrini e il nuovo PalaCinema di AZPML e DFN Dario Franchini. Questi luoghi pubblici, che raggiungono il loro zenit esistenziale ogni estate – in particolare tra luglio e agosto, con eventi come Moon&Stars e il Film festival –, rimangono però ad oggi concettualmente slegati.

In un percorso breve si avvicendano i principali spazi collettivi della città: il lungolago, Largo Franco Zorzi con i giardini pubblici, Piazza Grande, Piazza Remo Rossi (sulla quale si affaccia il PalaCinema), il Castello Visconteo e infine la Rotonda di Piazza Castello.

Oggetto del recente concorso era la riqualifica di questo collage di vuoti pubblici che vanno da Piazza Rossi al lago. La procedura però non ha voluto focalizzare l’attenzione solo su questo percorso topico, bensì anche sull’area circostante, sia verso la città vecchia che verso quella nuova, cercando di legare entrambe a esso.

Verso la città nuova, cioè il quartiere Rusca, ci si è interessati a una valorizzazione di elementi dal grande potenziale, come Piazza Muraccio e i giardini pubblici sui quali si affacciano ad esempio la Ghisla Art Collection e (sull’angolo) la Ferriera di Livio Vacchini. Verso la città vecchia ci si è concentrati sul suo rapporto con gli imbocchi che la collegano a Piazza Grande.
 

Un antecedente importante che ha segnato l’elaborazione del concorso e ha influenzato molte delle proposte presentate è costituito dal progetto «La Riva» di Luigi Snozzi. Quest’ultimo era risultato vincitore di un concorso per la riqualifica di Piazza Grande nel 1989. La proposta di Snozzi prevedeva la continuazione di Piazza Grande con una linea definita «riva», che riprendeva la vecchia banchina del porto, per delimitare la Piazza dalla strada veicolare (allora ancora prevista) dalla parte ottocentesca della città, con i giardini pubblici e i quartieri del piano Rusca. La proposta di Snozzi rimase sul tavolo del Municipio per più di vent’anni finché, stanco dell’impasse politica, non fu lo stesso architetto a rinunciare al mandato.

Nel concorso attuale vi è però l’intenzione di pedonalizzare tutto Largo Zorzi portando i mezzi pubblici a due isolati di distanza, su via Luini. In questo senso e dal punto di vista funzionale, non vi è dunque più la necessità di dividere l’area nord della città vecchia da quella sud in direzione dei giardini pubblici.

Un neo che non trova un perché risulta essere la mancata pedonalizzazione di via delle Monache, che rimarrà a traffico limitato.
 

Tra i progetti non sono mancate proposte radicali come la rielaborazione della pavimentazione di Piazza Grande – un’importante testimonianza storica –, proposta che avrebbe comunque dovuto affrontare lo scoglio dell’Ufficio dei beni culturali, dal momento che la Piazza dovrebbe presto entrare a far parte dell’inventario cantonale protetto.

È interessante notare che le proposte più drastiche e sperimentali provenivano da studi esteri, mentre quelle più rispettose (anche timorose) del contesto storico, nonché più precise e consapevoli nel rapportarsi a preesistenze e sensibilità locali, sono state presentate da gruppi con rappresentanze autoctone. Ad esempio il secondo premio, di Bardelli Architetti associati e Francesca Kamber Maggini (Locarno), proponeva di eliminare il dislivello tra Piazza Castello e Piazza Grande per ritrovare l’antica corrispondenza tra le loro due quote. Questo dosso fu creato in passato per permettere alle automobili di imboccare via della Motta; infatti la quota originale di Piazza Grande coincideva con la riva del lago e proseguiva fino alle rovine di Piazza Castello. Con una gradinata tra gli edifici e il nuovo livello di via Rusca, il secondo premio intendeva quindi evocare il limite della banchina del porto medievale. L’idea di un abbassamento di via Rusca riprendeva quella del progetto di Snozzi, che voleva prolungare la quota di Piazza Grande fino al Parco archeologico.
 

La comunità di lavoro composta da WE architetti (Lugano), Pool Architekten (Zurigo), il consorzio Rotzler.Land con Linea landscape architecture (Zurigo) e Guscetti studio d’architettura e pianificazione (Minusio) ha elaborato la proposta insignita con il primo premio.

Il progetto «La Nouvelle Belle Époque» si contraddistingue in particolare per la delicatezza dell’intervento. Ha vinto quindi una proposta che fa della continuità spaziale e storica il suo metro – continuità che dovrebbe riuscire ad amalgamare spazi al momento slegati con pochi ma precisi interventi. In particolare è interessante come il progetto riesca ad attribuire caratteristiche e identità diverse ai vari spazi pubblici, che vengono collegati ma non appiattiti in un continuum monotono.

Infatti nella relazione tecnica i progettisti affermano che «restituire chiarezza significa per noi ritrovare la continuità con la storia e garantire che la vita circoli con più fluidità».

Con una posizione alternativa a quella di Snozzi, il progetto preferisce mantenere Piazza Grande con la sua pavimentazione originale, concludendola in corrispondenza dell’inizio di Largo Zorzi. Quest’ultimo, completamente pedonalizzato, assume proprie caratteristiche. La pavimentazione proposta per esso è di una tonalità calda ed è segnato da una nuova, lunga alberatura variegata che lega sul lato meridionale i giardini e il Kursaal, mentre il lato settentrionale rimane aperto verso i portici in direzione della stazione. Rimane quindi la continuità volumetrica proposta da Snozzi, ma vi è una diversificazione materica tra la Piazza e il Largo. Su quest’ultimo sono previsti dei getti d’acqua regolabili integrati nella pavimentazione, che sembrano una soluzione interessante per vivificare e rinfrescare durante il periodo estivo. Una proposta più dinamica rispetto agli specchi d’acqua fissi concepiti da altri partecipanti, che avrebbero limitato il generoso spazio pubblico e dei quali non si sente la necessità, data la vicinanza diretta con il lago Maggiore (se non per un richiamo storico al vecchio porto). Per quanto riguarda quest’area, infine, la giuria ha apprezzato «la proposta di ridefinire i contorni dell’isolato Ramogna, eliminando l’area verde che ora interrompe la continuità spaziale di via delle Monache». Una piccola critica è stata espressa dalla giuria riguardo all’eccessivo prolungamento del fronte alberato in Largo Zorzi, che si spingerebbe fino a inglobare la maestosa magnolia di fronte alla Posta.

Dalla parte opposta del comparto, il dislivello tra Piazza Rossi e via Rusca è mediato da una gradinata che definisce la piazza senza escluderla dalla via pedonale che porta a Piazza Grande, conservando quindi l’attuale morfologia di via Rusca.

Come sottolineato nel rapporto della giuria, l’illuminazione notturna di Piazza Grande è da rivedere: «in particolare non si ritiene opportuna la posa di lampioni lungo il fronte sud così come l’applicazione di corpi illuminanti sotto le gronde dei palazzi a nord».

Un appunto dei progettisti riguardo alle alberature riportato sulle tavole specifica che intendono «prediligere quelle [specie] in grado di far fronte alla crescente siccità e al clima più caldo».

Si sono anche considerati nella progettazione in maniera attenta gli spazi pubblici “secondari“ a meridione. 

Piazza Muraccio verrebbe riqualificata e nei suoi dintorni si propone la creazione di vari giardini, nonché lo spostamento della rampa di accesso all’autosilo sotto Largo Zorzi per rafforzare la continuità spaziale tra il Kursaal e i giardini.
 

In conclusione, il progetto vincitore si distingue per la sua semplicità e per la mitezza con la quale è riuscito a conseguire un’unione tra le diversità costituite da spazi medievali, ottocenteschi e contemporanei, come espresso chiaramente dalle parole della giuria: «Con pochi interventi significativi l’autore riesce a creare una nuova coerenza nella successione degli spazi da Piazzetta Remo Rossi – che però merita dei correttivi rispetto alla proposta – fino al lago».

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