«Praxis» e ca­rat­tere

Editoriale – «Archi» 6/2019

«La costruzione moderna realizza nuovi sistemi, obbedendo all’obbligo dell’economia. L’architetto affronta il compito – libero da tradizioni estetiche – incurante di pervenire alla bellezza formale – e vi trova la soluzione giusta, elementare» (Mart Stam, 1924).

Date de publication
04-12-2019

Richiamandosi all’etica della praxis cara alla rivista svizzera d’avanguardia «ABC», impegnata negli anni Venti nella definizione di una forma di intervento diretto nei rapporti di produzione, «Archi» pone in questo numero alcuni interrogativi in cui la nozione di sviluppo tecnico del sistema costruttivo risulta inseparabile dalla questione della sua sostenibilità. Un’esortazione alla responsabilità progettuale nell’uso consapevole delle risorse che, nel caso del legno – materiale naturale rinnovabile a basso impatto ambientale –, ha trovato risposta sia nella ricerca degli ultimi decenni che ha aperto nuove possibilità strutturali proponendo prestazioni inedite, sia nel recente moltiplicarsi di normative e certificazioni che ne promuovono l’uso garantendo una corretta gestione ecologica del patrimonio forestale in ambito elvetico ed europeo.

Sin dagli albori della civiltà il legno è stato adoperato nelle più di­verse latitudini con declinazioni locali differenziate. Tralasciamo in questa sede le teorizzazioni di cui è stato oggetto nel corso dei secoli, ricordando soltanto che sarà proprio a partire dalla rivoluzione industriale che con la disponibilità di nuovi materiali il legno perde progressivamente il suo ruolo tettonico originario e viene confinato ad un uso secondario di serramento, rivestimento e arredo. Tuttavia – com’è noto – il linguaggio della fabbricazione è presente in diverse esperienze dell’architettura moderna svizzera. Opere che, esplorando pragmaticamente la logica additiva della struttura in legno, manifestano la tensione tra artigianato e standardizzazione: esempi classici che reinterpretano il mito della capanna primitiva evocata anche da Le Corbusier in alcune delle sue abitazioni della metà degli anni Trenta o nello stesso Cabanon del 1952.

Questo filone progettuale interessato alle problematiche tecniche e funzionali dell’edificazione lignea ha trovato nuova linfa creativa nell’architettura recente a nord delle Alpi. Ciononostante in questa occasione «Archi» vuole soffermarsi sulla diffusione della costruzione in legno a sud delle Alpi, e quindi la Svizzera italiana – territorio di frontiera e contaminazione di modalità costruttive nordiche e mediterranee – delimita il focus delle sperimentazioni oggi in atto.

Legittima dunque l’ipotesi di partenza: esiste in quest’area geografico-culturale una precisa declinazione di questo sistema costruttivo? Quali sono gli antecedenti locali e le caratteristiche emergenti? Quali le sue condizioni di possibilità e di sviluppo?

Come le prossime pagine testimoniano, senza perdere alcuni tratti distintivi comuni l’uso del legno sta portando a risultati formali e costruttivi molto variati che spesso dipendono dalla capacità del progettista di elaborare soluzioni innovative all’interno delle regole imposte dalla prefabbricazione.

L’adozione delle più avanzate tecniche costruttive non impedisce che il progetto prenda spunto dagli archetipi dell’architettura alpina o dal patrimonio dell’architettura moderna – nordica, elvetica o ticinese – commentati in chiave contemporanea (il Centro sci nordico a Campra di Durisch + Nolli; la casa unifamiliare a Serravalle di Tocchetti Pessina), indaghi l’opportuna modulazione dei pannelli in legno nei tamponamenti (l’abitazione a Monte Carasso di Guidotti Architetti) o che sia leggibile solo all’interno attingendo ad altri materiali per il rivestimento di facciata con l’intento di inserire il manufatto in un preciso contesto (le unità abitative a Gordola di Moro & Moro; l’atelier a Rancate di Stocker Lee).

Forse ancora oggi – fluttuando tra praxis e carattere – è il caso di ricordare le parole di Walter Gropius quando in «Wohnhaus-Industrie» (Monaco 1925), riferendosi alla nascente industria dell’abitazione, osservava: «Il successo col quale questi elementi costruttivi, questo "insieme di montaggio" su larga scala, vengono integrati in una struttura concreta di proporzioni bene equilibrate dipende dal talento creativo dell’architetto».

 

I contributi di Archi 6/2019 incentrati sulla costruzione in legno

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