A Yvonne Far­rell e Shel­ley McNa­ma­ra il Pre­mio Pritz­ker 2020

Il riconoscimento celebra le opere imponenti e magnetiche delle architette irlandesi, co-fondatrici dello studio Grafton Architects e docenti a Mendrisio.

Publikationsdatum
04-03-2020

È un'architettura che si appoggia su massa e materia quella che è valsa il Premio Pritzker 2020 alle irlandesi Yvonne Farrell (1951) e Shelley McNamara (1952). Dall'interazione tra volumi (di un'imponenza che non dipende tanto dalle loro dimensioni quanto da una magistrale gestione delle proporzioni) e materiali (qui eletti ad alleati con cui determinare la forma dell'opera) scaturiscono edifici che emanano una sorta di forza gravitazionale – una forza che il visitatore non può mancare di percepire quando, ad esempio, per le strade di Milano si imbatte nel corpo raccolto e aperto, magnetico e algido, dell'Università Bocconi, insignito del premio «World Building of the Year» 2008.

«Nell'ambito dell'ethos di un lavoro come il nostro abbiamo spesso lottato per trovare spazi in cui applicare valori come l'umanesimo, la capacità tecnica, la generosità e il legame culturale con ogni luogo e contesto in cui operiamo», ha osservato McNamara. Nel 1978, dopo aver studiato insieme allo University College di Dublino, lei e Farrell hanno fondato con altri colleghi lo studio Grafton Architects, che già nel nome – è intitolato alla strada di Dublino in cui si trovava la sede originaria – afferma l'intento di conferire un'importanza primaria agli spazi, prima che ai loro artefici.

Lo studio ha realizzato numerosi edifici prima in Irlanda e poi nel mondo: tra essi, lo Urban Institute del 2002 e l'Office for the Department of Finance del 2009, entrambi situati a Dublino, l'Università Bocconi di Milano del 2008, con cui per la prima volta hanno superato i confini nazionali, il campus dell'università UTEC di Lima del 2015 e l'Institut Mines Télécom di Parigi del 2019.

Dall'inizio del loro percorso, Farrell e McNamara affiancano al lavoro di progettazione l'insegnamento, prima allo University College di Dublino e poi, in qualità di visiting professor, a Losanna, Harvard e Yale, e oggi all'Accademia di architettura di Mendrisio. Premiate con il Leone d'argento per la mostra Architecture as New Geography alla Biennale di Venezia del 2012, nel 2016 hanno curato la sedicesima edizione della manifestazione, dedicandola al tema Freespace. Per le loro opere di un levigato brutalismo hanno ottenuto la RIAI James Gandon Medal for Lifetime Achievement in Architecture nel 2019 e la RIBA Royal Gold Medal nel 2020, e ora arriva anche il più importante riconoscimento della disciplina, attribuito loro dalla giuria del Pritzker, presieduta da Stephen Breyer, «per la loro integrità sia nell'approccio ai loro edifici, sia nel modo in cui perseguono la loro pratica; per la loro fiducia nella collaborazione […], il loro incessante impegno a favore dell'eccellenza in architettura, la loro attitudine responsabile verso l'ambiente, la loro capacità d'essere cosmopolite facendo propria al contempo, nella loro opera, l'unicità di ogni luogo in cui lavorano».

«L'architettura può essere descritta come una delle più complesse e importanti attività culturali al mondo», ha commentato Farrell. «Essere un architetto è un enorme privilegio. Vincere questo premio è un potente segno di appoggio alla nostra fede nell'architettura».

Maggiori informazioni sul sito del Premio Pritzker.

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