Un filo rosso che attraversa il paesaggio
«[...] una ferrovia nelle Alpi è impresa di grave dispendio, non solo nella sua fondazione, ma anche nel suo esercizio perpetuo; poiché si ha da percorrere più di un centinaio di chilometri in valli anguste, con salita ardua e costante, e con sommo sforzo». Carlo Cattaneo, 1856
Lo scorso anno, con il numero 2, Archi aveva affrontato il tema del Prolungare la vita utile degli edifici; argomento che superava quello del restauro e della conservazione del patrimonio costruito per allargare il campo di indagine a tutti gli edifici nel loro valore materiale. La questione della sovrascrittura apriva inoltre il campo a una riflessione su modalità e valori diversi nell’intervento di trasformazione degli edifici esistenti. Era perciò lecito chiedersi se un simile approccio potesse essere trasferito anche al vasto ambito delle infrastrutture, delle opere d’arte, visto che queste ultime necessitano di continui interventi di manutenzione e ammodernamento per rispondere alle nuove e crescenti esigenze in modo da garantire la sicurezza. Si è deciso di trattare questo tema, idealmente – quello di prolungare la vita utile delle infrastrutture – attraverso un insieme coerente di manufatti che fossero in grado, da un lato, di illustrare i diversi tipi di realizzazioni e, dall’altro, di mostrare delle modalità di intervento di conservazione differenti, ma legate a un’idea, a un principio comune. La scelta è caduta sulle opere d’arte ferroviarie perché queste ultime hanno ormai spesso superato il secolo di vita e sono messe a confronto con le sfide dello sviluppo del traffico dei passeggeri e delle merci, anche in vista di ridurre quello stradale.
Il caso della Ferrovia Retica, che attraversa quasi completamente il Cantone dei Grigioni prevalentemente da est a ovest, è esemplare a vari livelli. Ha subito negli ultimi vent’anni una serie di interventi, non ancora ultimati, volti a garantire la sicurezza e l’adeguamento alle nuove norme legate sia alle infrastrutture sia alla tecnica ferroviaria; si snoda in un territorio alpino difficile che ha necessitato soluzioni ingegneristiche ardite; infine, una parte di essa è iscritta nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Gli interventi messi in atto hanno come elemento comune quello di riconoscere l’importanza delle diverse infrastrutture all’interno del paesaggio: opere che contribuiscono alla costruzione dell’ambiente in cui si trovano. La loro conservazione e il loro ammodernamento sono dunque una naturale conseguenza dell’importanza, anche simbolica, che rivestono.
Una volontà di trasmettere alle future generazioni una linea ferroviaria che non ha solo scopi turistici, ma che è nata soprattutto per collegare valli e zone diverse, a volte discoste, che attraverso questo tracciato hanno rafforzato la propria unità.
Il testo di Gian Rudolf Caprez introduce la sua storia e la inserisce nel contesto delle nascita delle linee ferroviarie alpine a cavallo tra Otto e Novecento. Da un punto di vista tecnico, la conservazione deve essere conciliata con il tema della sicurezza e dell’aumento della percorrenza; i manufatti della Ferrovia Retica, progettati ed eseguiti per rispondere a necessità che potremmo definire quasi immutabili perché legate a luoghi impervi e accidentati, hanno dimostrato che è possibile prolungare la loro vita utile attraverso un’attenta analisi delle loro caratteristiche tesa a informare gli interventi mirati di risanamento.
Il punto di vista dell’ingegnere civile è illustrato dal saggio di Jürg Conzett, che è intervenuto in varie occasioni su alcuni episodi particolari. Un approccio basato su linee guida e modelli per ogni tipo di opera d’arte permette di reiterare le soluzioni e di correggere eventuali errori sulla base delle esperienze accumulate. Un atteggiamento simile a quello utilizzato nella costruzione della linea; una forma di tipizzazione. Questa modalità di progettazione, ma anche di pianificazione, è spiegata nel saggio di Karl Baumann, responsabile per un ventennio del settore delle opere d’arte presso gli uffici della Ferrovia Retica. Questa strada ferrata offre quindi una tipologia di infrastrutture che possono servire quale esempio di una possibile via che insieme alla garanzia della sicurezza possa contemplare anche la conservazione di un patrimonio materiale in un’ottica di sostenibilità globale. Gli esempi riportati nel numero non sono quindi da intendersi come casi unici, ma come esemplificazione di un approccio a un tipo di manufatto. Si trovano così un ponte, tre gallerie di cui una di protezione, un muro di sostegno.
Un insieme di opere d’arte che costituisce il complesso della linea ferroviaria. Infrastrutture intimamente legate sia al luogo sia all’immaginario collettivo, che anche per queste ragioni meritano di poter essere tramandate prolungandone la vita utile.