Sto­ria di un con­cor­so

L'importanza di un buon bando per un concorso e della responsabilità degli architetti.

Data di pubblicazione
14-07-2022

In questi giorni ricorrono i sessant'anni della decisione da parte del Consiglio comunale di Lugano di edificare il Palazzo dei Congressi dietro Villa Ciani, in seguito costruito e portato a termine nel 1975.

All'epoca, nel 1961, la posizione fu oggetto di una perizia dell'architetto Alberto Camenzind che identificò sei luoghi più o meno idonei tra Paradiso e Campo Marzio, esprimendosi però a favore di piazza Castello, sul lato settentrionale di Villa Ciani. L'anno seguente la commissione approvò tale ubicazione con qualche polemica. Infatti furono presentati due rapporti, quello di maggioranza a favore di tale proposta e quello di minoranza che sosteneva l'idea di posizionare il Palazzo a Campo Marzio nord. Quest'ultimo rapporto affermava che «la costruzione del Palazzo dei Congressi sull'area delle casermette, del maneggio e del terreno del Parco a levante del maneggio produrrebbe diminuzione e danno alla Villa Ciani, edificio d'alto valore storico e artistico, […]. Una costruzione come il previsto Palazzo dei Congressi, anche se contenuto entro modesti schemi, infliggerebbe alla Villa un danno grave, e ne scapiterebbe anche il Parco. […] Con la soluzione Campo Marzio il Palazzo potrà in futuro essere ingrandito e, oltre a manifestazioni congressuali, potrà essere utilizzato come nocciolo di eventuali manifestazioni di mostre, mercati, fiere che richiedono più spazi in sito che non i Congressi».

Ma nell'aprile del 1962 il Consiglio comunale optò per l'ubicazione di piazza Castello, considerata più idonea in quanto non si voleva decentrare eccessivamente il nuovo polo. A distanza di qualche decennio fa sorridere l'idea che Campo Marzio potesse essere considerato lontano dalla città, ma all'epoca questo aspetto fu determinante, in particolare fu favorito questo sedime per la vicinanza al centro città e al Kursaal (dopo congressi e conferenze la serata sarebbe goliardicamente proseguita nel casinò), ma anche per utilizzare simbioticamente la villa.

Francesco Chiesa, all'epoca presidente della Commissione cantonale Monumenti Storici, contrario alla decisione comunale scriveva: «tutti sanno […] che cosa sia per Lugano quella stupenda zona verde che s'estende a levante della città: i suoi alberi e la sua villa, i suoi viali e le rive libere». Nel frattempo l'opposizione si era fatta più grande e organizzata e in appena un mese furono raccolte 1'200 firme per indire un referendum. Gli architetti ticinesi presero nel frattempo posizione a favore dell'ubicazione a Campo Marzio nord, avversando l'idea di intaccare il contesto di Villa Ciani e demolirne delle componenti. Infatti il sedime scelto dal Consiglio comunale avrebbe previsto la demolizione del maneggio, che con le sue due ali a semicerchio, costituiva un'importante entrata alla villa e le casermette che ne definivano il confine su viale Cattaneo. Purtroppo la votazione, avvenuta nell'ottobre dello stesso anno, fu inflessibile: 1'283 favorevoli e 892 contrari. Il popolo è sovrano e, come pochi anni dopo per la legge urbanistica del 1969, si dimostrò poco lungimirante e complice nel futuro sviluppo territoriale ticinese.

Fu quindi indetto il concorso d'architettura al quale però la grande maggioranza degli architetti ticinesi decise di non prendere parte. Scriveva Paolo Fumagalli nel 1976: «un gesto questo di rara coerenza, che non trova altri confronti nella storia dell'architettura ticinese, né in epoche precedenti né tantomeno in quelle successive». Infatti vincitore del concorso fu uno studio di architettura d'Oltralpe, Otto & Associati di Basilea.

Il risultato è da quasi mezzo secolo davanti agli occhi della cittadinanza. L'antica dimora prima immersa nel parco è ora brutalmente accostata al moderno volume in calcestruzzo; il maneggio e le casermette non esistono più e la parte settentrionale del parco è stata eliminata per far posto a un posteggio. In seguito si cercò di riqualificare l'area attraverso un concorso di architettura indetto nel 2004 che prevedeva di interrare i parcheggi per far posto a una piazza. Vinto da Giraudi & Wettstein e Paolo Bürgi il nuovo intervento ha migliorato il contesto, ma non risolve completamente lo sfregio subito dalla villa e del parco.

Per coloro ai quali piace addossare agli architetti tutte le colpe della speculazione e della demolizione di vecchi edifici cittadini, questo può essere un aneddoto interessante. Per un buon progetto ci vuole un buon committente (e quindi un buon bando di concorso e una giuria attenta e competente) e un architetto all'altezza, anche etica, del compito. Snozzi diceva: «prima di tutto l'architetto deve avere una coscienza morale per poter lavorare. Senza questa diventa un disastro, un pericolo pubblico».

I risultati dei concorsi su competitions.espazium.ch/it

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