Ac­co­glien­za e me­dia­zio­ne ter­ri­to­ria­le

Lopes Brenna I Borlini & Zanini I Giorgio Aeberli

Collocato tra Novazzano e Balerna, il Centro federale d’asilo di Lopes Brenna si configura come mediatore territoriale: una struttura lineare che bilancia strada e ferrovia, ordine e attesa, rigore istituzionale e dignità umana, trasformando il margine in luogo di incontro.

 

Data di pubblicazione
09-09-2025

Reception and territorial mediation english version 

Centro federale d’asilo, Balerna - Novazzano TI

Collocato tra Novazzano e Balerna, il Centro federale d’asilo progettato da Lopes Brenna si configura come un’infrastruttura mediatrice tra movimento e stasi, tra l’ordine istituzionale e la condizione umana dell’attesa. Il territorio, plasmato a lungo da logiche infrastrutturali, rivela una morfologia duale: a sud la griglia ortogonale della viabilità, a nord il tracciato sinuoso della ferrovia. L’architettura non cancella questa tensione, ma la riconosce e la riorganizza in una composizione leggibile. L’adiacenza infrastrutturale non è trattata come vincolo, bensì come catalizzatore. L’edificio si dispone lungo il margine ferroviario, inserendo un volume lineare che media e stabilizza la topografia. Funziona come cerniera tra strada e binari, un innesto preciso che riconosce il contesto pur affermando la propria autonomia.

Il prospetto verso la ferrovia rivela questa logica: una stratificazione disciplinata di piani scanditi da bucature continue e solette aggettanti. Il ritmo conferisce trasparenza e leggerezza alla facciata, attenuando il carattere istituzionale del centro di asilo. Il profilo digradante e le altezze calibrate dei piani producono chiarezza senza monumentalità, assertività senza dominio. All’interno, l’organizzazione segue una logica rigorosa ma permeabile. Piante e sezioni mostrano livelli differenziati – cortile, giardino, piano terra, piani superiori – ciascuno con funzioni specifiche, ma connessi da una circolazione fluida. Spazi amministrativi, residenziali e collettivi si allineano lungo una spina centrale, bilanciando sorveglianza e autonomia. Questo ordine genera orientamento intuitivo, sostituendo l’opacità burocratica con leggibilità.

Il cortile occupa un ruolo centrale. Leggermente ribassato e protetto, costituisce il cuore collettivo dove gli ospiti si incontrano, transitano, sostano. In opposizione alle tipologie chiuse della reclusione, apre prospettive e connessioni visive, favorendo incontri informali. Le soglie tra interno ed esterno, individuale e collettivo, producono un ritmo di esposizione e ritiro, essenziale là dove vulnerabilità e protezione devono coesistere. Le scelte materiche privilegiano la permanenza alla temporaneità. Il calcestruzzo a vista fornisce struttura e finitura, affiancato dal legno negli interni e nei serramenti per introdurre calore e qualità tattile. La gamma contenuta rafforza l’ambizione di un’architettura civica più che di un rifugio d’emergenza. Il centro si propone, così, come parte di un’infrastruttura sociale durevole, non come dispositivo provvisorio.

Il progetto ridefinisce il centro d’asilo come interfaccia territoriale: non un’enclave, ma un’apertura verso il contesto. Si misura con le infrastrutture attraverso una logica di permeabilità, addomestica l’attesa senza negarne la complessità politica. Con l’articolazione di forma, materia e sequenza, offre un contro-discorso all’accoglienza intesa come limitazione.

Letto alla luce del diritto all’accoglienza e alla cura, l’intervento di Balerna-Novazzano rivela come l’architettura possa sostenere dignità e quotidianità. Corti, percorsi e finiture non sono semplici elementi spaziali, ma strumenti che accompagnano l’abitare senza anonimato. Ai margini, l’infrastruttura si apre come invito alla relazione anziché ergersi a barriera, trasformando il limite in occasione di incontro. Il punto più significativo del progetto è lo spostamento di paradigma: dall’infrastruttura alla dimora, dove l’attesa si trasforma in spazio abitato e il diritto a essere accolti diventa il diritto a vivere con dignità.

  • Luogo Balerna - Novazzano 
  • Committenza Ufficio federale delle costruzioni e della Logistica, arch. Giovanni Bignasca 
  • Architettura Lopes Brenna, Chiasso 
  • collaboratori E. Zdebel; S. Marmori; V. Argenti; M. Luppi; S. Porzi; A. Rapetti; C. Maitan 
  • Progetto di concorso Lopes Brenna+ Filippo Bolognese 
  • Architettura del paesaggio Giorgio Aeberli, Gordola 
  • Impresa CSC Impresa costruzione SA, Lugano 
  • Ingegneria civile Borlini & Zanini, Montagnola 
  • Progetto impianti RVCS VRT Visani Rusconi & Talleri, Taverne 
  • Progetto impianti elettrici, fotovoltaico, illuminotecnica Elettroconsulenze Solcà, Mendrisio 
  • Fisica della costruzione e acustica EcoControl SA, Locarno 
  • Geologia CGA - Consulenze Geologiche e Ambientali, Morbio Inferiore 
  • Fotografia Walter Mair; Marco Cappelletti; Maurizio Fraquelli 
  • Date concorso 2018; progetto 2019–2022; realizzazione 2021–2024 
  • Pianificazione energetica EcoControl SA, Locarno 
  • Certificazione o Standard energetico Minergie, TI-632 
  • Intervento e tipo edificio nuova costruzione 
  • Categoria edificio (Ae) amministrazione 150 m², magazzini  284 m², ristoranti 728 m², abitazioni PF  MF 5’315 m2 
  • Fattore di forma (Ath/Ae) 0.9 
  • Riscaldamento 100% pompa di calore aria-acqua
  • Acqua calda | Hot water 77% pompa di calore aria acqua 
  • Elettricità | Electricity Impianto fotovoltaico 
  • Produzione fotovoltaica annua 64 MWh  
  • Requisito primario involucro 24.1 kWh/m²a (limite: 24.1 kWh/m²a) 
  • Indice energetico complessivo 59 kWh/m²a (limite: 59.8kWh/m²a)