Jürg Con­zett: Land­sca­pe and Struc­tu­res

La mostra Landscape and Structures, curata dall’ingegnere Jürg Conzett e proposta nel 2010 alla Biennale Architettura a Venezia, approda ora nel nuovo Teatro dell’architettura di Mendrisio.

Data di pubblicazione
23-04-2019

La mostra presenta, con le suggestive immagini in bianco e nero del fotografo Martin Linsi, costruzioni che si contraddistinguono per un particolare legame col paesaggio: ponti, passerelle, gallerie, muri di sostegno e strade sono considerate opere con ambizioni architettoniche.

Conzett è noto per la sua particolare sensibilità architettonica e storica, oltre che per le indubbie capacità quale ingegnere strutturista e docente. Le sue passerelle e ponti realizzati nel canton Grigioni continuano l’importante tradizione svizzera in questo campo. Tradizione che è però poco conosciuta dal pubblico non specialista: l’ingegneria svizzera è infatti nota in tutto il mondo prevalentemente per le dighe e le gallerie, ma meno per la costruzione di ponti e strade, in genere ben inserite nel nostro territorio. L’iscrizione nel patrimonio dell’UNESCO della linea ferroviaria retica dell’Albula e del Bernina con i suoi ponti ne è un esempio. Ingegneri come Koechlin, Ammann e Maillart nel passato e contemporanei come Menn, Calatrava, Muttoni e Conzett hanno realizzato costruzioni pregevoli e degne di considerazione.1

La mostra di Conzett, corredata da un bellissimo libro, permette di sensibilizzare il pubblico non specialista al paesaggio prodotto dalle costruzioni realizzate dagli ingegneri civili. Essa è il risultato di varie escursioni che i due autori hanno intrapreso attraverso la Svizzera, dedicando particolare attenzione agli aspetti architettonici e alle sensazioni suscitate da tale paesaggio negli utenti o negli osservatori. Nell’esposizione queste riflessioni si aggiungono a quelle tecniche e economiche – tipiche dell’ingegneria – e sono completate dai modelli costruiti da Lydia Conzett-Gehring, piccoli gioielli realizzati in legno massiccio.

Sono presentate sia costruzioni storiche sia contemporanee, fra le quali anche alcune ticinesi: i muri di sostegno e i portali di galleria dell’autostrada di Rino Tami, le strade di Gandria e del Piottino, con qualche vecchio ponte ferroviario ormai dismesso.

Questa mostra ha il merito di guardare il paesaggio costruito con occhi diversi e di sensibilizzare alla necessità di conservare le costruzioni più significative. Purtroppo in Ticino molte sono già andate perse: il ponte metallico di Sementina (demolito unicamente per motivi finanziari), il ponte di Castello, la fabbrica Tannini di Melano, i magazzini Usego a Rivera. Ma altre restano e dovrebbero essere valorizzate e inserite nei cataloghi dei beni culturali. Mi permetto qualche esempio: il magazzino Punto Franco di Chiasso, i manufatti dell’autostrada di Rino Tami, la diga della Verzasca, la strada della Tremola, i numerosi tracciati ferroviari dismessi.

Lo scorso anno è stata firmata a Davos la carta europea per la promozione del patrimonio costruito, la cosiddetta “Baukultur”. Questa esposizione è un esempio concreto che dimostra che l’ingegneria civile è un’attività culturale e che il paesaggio costruito va documentato con sensibilità e attenzione, né più né meno di quello naturale.

 

Note

  1. L’attività dell’ingegneria civile svizzera è documentata da qualche anno dalla Società svizzera per l’arte dell’ingegneria.

 

La mostra

Landscape and Structures – Un inventario personale di Jürg Conzett, fotografato da Martin Linsi, con 22 modelli di Lydia Conzett-Gehring. Fino al 7 luglio 2019.

Catalogo: Jürg Conzett, Martin Linsi, Landschaft und Kunstbauten / Landscapes and structures, Scheidegger & Spiess, Zurigo.

Questo articolo riadatta un testo apparso sul «Corriere del Ticino» il 26.10.2010.

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