È Phi­lip­pe Jo­ri­sch il nuo­vo pre­si­den­te BGA

Da dicembre 2021, il gruppo professionale Architettura della SIA ha un nuovo presidente: l’architetto Philippe Jorisch. Chi si cela dietro questo nome? Scopriamolo nell'articolo che segue.

Data di pubblicazione
08-02-2022

L’entrata in carica, ai primi di dicembre 2021, di Philippe Jorisch, architetto MSc ETH, in veste di nuovo presidente del gruppo professionale Architettura (BGA) della SIA, è passata pressoché inosservata, forse per via della situazione pandemica o perché il Natale era alle porte. Ma chi è Philippe Jorisch? Scopriamo insieme qualcosa in più sull’uomo che ha preso in mano le redini del gruppo, su che cosa gli stia più a cuore e su quali siano le motivazioni che lo hanno spinto a rilevare la mansione di presidente del BGA.

Cofondatore dello studio JOM Architekten

Un curriculum vitae che lascia a dir poco senza parole. Philippe Jorisch, anno 1985, nasce e cresce a Zurigo. Dopo vari soggiorni negli Stati Uniti, dal 2005 al 2011 studia architettura al Politecnico federale di Zurigo. Lavora come assistente ausiliario ai corsi di design e come redattore per la rivista specialistica trans Magazin, pubblicata dal Dipartimento di architettura dell’ETHZ, trascorre un semestre all’Università tecnica (TU) di Delfs, nei Paesi Bassi, partecipa a conferenze e seminari estivi in Messico e Brasile, conclude gli studi con un master in architettura e urbanistica alla cattedra del Prof. Dr. Marc Angélil. Queste le pietre miliari del suo periodo formativo. In seguito, nel 2014, con i suoi due partner Stefan Oeschger e Michael Metzger, realizza il sogno di aprire il suo studio. Nasce così la JOM Architekten. Qui Philippe Jorisch assume la direzione generale di vari progetti, prende in mano progettazioni e concorsi, ed è responsabile del servizio «Comunicazione». Ma non è ancora tutto: Jorisch è anche membro fondatore di una cooperativa di costruzione (la Mini-Baugenossenschaft), fa parte dell’associazione SSBS (Schweizer Schneesport Berufs- und Schulverband), è membro del Rotary Club Zurich au Lac e della sezione zurighese dei Verdi liberali. E, non da ultimo, è anche papà di due gemelli! Insomma, se non ci si fosse ancora posta la domanda, adesso è davvero giunto il momento di farlo: come riesce a conciliare tutto questo? Jorisch è anche poliglotta: parla tedesco, francese, inglese, olandese e portoghese.

Nella giusta direzione

Nella foto allegata al CV sorride all’obiettivo un uomo giovane, rilassato, con maglia e camicia azzurre. Ricorda forse vagamente Mike Hucknall, il cantante dei Simply Red, quando era nel fiore degli anni. Ma ora basta con le cifre e con i fatti, rompiamo il ghiaccio e facciamo conoscenza con Philippe Jorisch in persona. Il telefono squilla e, dell’altra parte del filo, risponde una voce giovanile (il che non sorprende), fresca e sì, forse anche un po’ riservata. Man mano che la conversazione va avanti, però, ecco che il tono cambia e si fa più rilassato. Alla domanda su quale sia la motivazione che l’ha spinto a diventare presidente del BGA, risponde: «Dopo quasi nove anni di attività come libero professionista, ho avuto modo di constatare che lavorando in uno studio ero preso per lo più da compiti pratici, concreti, e non avevo spesso l’occasione di occuparmi di quelle che sono invece le questioni di fondo attorno alle quali ruota il settore dell’architettura. Se volevo colmare tale lacuna era importante che mi impegnassi anche a livello politico». Più in là, nel corso della conversazione, il nostro interlocutore dirà che la mansione gli è stata proposta e che prima di allora non aveva mai pensato di prendere in mano le redini del gruppo BGA. Però, quando si è presentata l’occasione gli è sembrata una possibilità per muovere le cose nella giusta direzione.

Impegnarsi. Coinvolgere. Entusiasmare.

I grandi temi che occupano l’agenda di Philippe Jorisch, in altre parole, gli obiettivi che si pone in veste di presidente del BGA, coincidono, quasi esattamente, con le tematiche principali che stanno a cuore anche alla SIA, vale a dire il clima, la trasformazione digitale e i regolamenti per le prestazioni e gli onorari (RPO). Per il neopresidente soprattutto il tema clima o, in altre parole, gli obiettivi delle zero emissioni fissati dalla Confederazione rappresentano una vera e propria occasione per la cultura della costruzione. Egli è convinto, infatti, che il design e l’interazione tra le diverse discipline riacquisteranno importanza. Se vogliamo fare in modo che il settore della progettazione sia maggiormente interconnesso dobbiamo allontanarci da quello che è il pensiero in compartimenti stagni, dobbiamo imparare a lavorare insieme, a collaborare, sin dall’inizio. Ciò con l’obiettivo di rispondere all’esigenza di sostenibilità su un piano transdisciplinare. «In questa mia nuova carica, non vedo l’ora di coinvolgere altre persone e di motivarle a seguire questa strada». Impegnarsi. Coinvolgere. Entusiasmare. Sono queste le parole chiave che ricorrono con maggiore frequenza durante la telefonata. È evidente che Jorisch rifletta molto su queste tematiche, argomenti che non riguardano soltanto il settore della progettazione, ma rivestono grande importanza anche sul piano politico-sociale. Vuole riuscire a muovere le cose e, anche se sembra una frase fatta, a fare qualcosa di buono per l’intera società. Il 6 gennaio 2021, il giorno dell’assalto al Capitol Hill di Washington, è stato per lui un momento forte, sconcertante, in cui si è accorto di quanto, in realtà, sia fragile la democrazia. Non è un dato di fatto, ormai acquisito e ovvio, perché ci sia democrazia ci vuole l’impegno unanime da parte di tutti. Ad ogni modo, il neopresidente BGA mantiene uno sguardo lucido e realista, ed è ben consapevole del proprio ruolo quando aggiunge: «In veste di rappresentante di tutti gli architetti della Svizzera, mi faccio evidentemente portavoce delle esigenze del settore. Non sono quindi nella posizione di far valere soltanto gli argomenti per me prioritari, dato che rappresento un quarto dei delegati SIA.

Esperto di Virtual Design & Construction

Tra le altre cose, Philippe Jorisch interviene anche nel ruolo di esperto presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW) per il modulo Sostenibilità del ciclo di studi master in Virtual Design & Construction – una mansione a cui si riferisce così, giusto en passant, nel corso della conversazione. La digitalizzazione? Anche qui la visione è sobria e oggettiva. Per lui è semplicemente un nuovo strumento di lavoro. E quanto sia utile e performante un dato ausilio dipende strettamente dall’abilità di chi lo utilizza. «Se prima abbiamo lavorato solo con il martello, la digitalizzazione rappresenta ora la pistola sparachiodi – ci permette di lavorare di più, e più rapidamente». A suo modo di vedere, la grande euforia che ci ha spinti a credere che con la digitalizzazione potessimo fare tutto, sta andando via via scemando. Adesso quello che davvero conta è capire quali strumenti, in quale fase e a quale livello, sia sensato implementare. Questo per lui sarebbe già un passo fondamentale. Inoltre, è dell’avviso che la digitalizzazione potrà, ad esempio, servire ai progettisti a tradurre la sostenibilità in cifre, ma non sarà certo in grado di sostituire la creatività o il lavoro intellettuale di chi realizza un’opera.

Un primo bilancio a inizio marzo

E come vede il futuro, signor Jorisch? Ben cosciente del fatto che assumere una carica di questa portata significa anche abbracciare le strutture esistenti, il neopresidente comincerà innanzitutto a familiarizzare con il contesto, a capire meglio le dinamiche e il suo ruolo all’interno di esse. Probabilmente, come per molti altri che varcano per la prima volta la grande e complessa comunità SIA, con i gruppi professionali, le sezioni, le associazioni di specialisti e le oltre 200 commissioni tecniche e normative, si tratterà per prima cosa di orientarsi e capire come funziona l’intero meccanismo. Nel frattempo, però, Jorisch si è già immerso nella politica societaria ed è stato subito coinvolto nei lavori che concernono la norma SIA 144, un documento per gli architetti cruciale e la cui approvazione è imminente. «Il mio obiettivo è quello di instaurare un contatto con tutte le regioni linguistiche, favorendo i momenti di incontro e di scambio con i presidenti degli altri gruppi professionali. Un primo passo in questa direzione è certamente la Conferenza delle sezioni e dei gruppi professionali (KSB) del 3 e 4 marzo». Per volgere lo sguardo a quanto fatto finora e trarre un bilancio, il neopresidente aspetterà l’11 marzo 2022, quando scadranno i suoi primi cento giorni in carica.

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