Ci­mi­te­ro isla­mi­co, Al­tach, Au­stria

Il progetto di un cimitero è basato sulle credenze e sui riti funerari: essi ci danno molte informazioni sull’interpretazione della natura e delle relazioni sociali. Il nuovo progetto per il cimitero musulmano ad Altach, nel Vorarlberg, in Austria, dovrebbe dimostrarlo chiaramente.

Data di pubblicazione
16-10-2013
Revision
12-10-2015
Azra Aksamija
Professore associato corso in arte, cultura e tecnologia del MIT

A prescindere dall’orientamento religioso e dal fatto che ospiti insieme cristiani e musulmani, il cimitero è innanzitutto un giardino. Come il vero «Urgarten» è caratterizzato dalla coltivazione del terreno ed è chiaramente definito dalla propria superficie. Quando si crea un giardino per la prima volta, l’appezzamento di terra viene delimitato e recintato per lasciar fuori il terreno incolto.

Un delicato tessuto di mura di varie altezze incornicia le tombe e la struttura costruita. Le tombe sono disposte come «dita di una mano», i campi di sepoltura permettono uno sviluppo progressivo, in modo che si possano estendere man mano nel paesaggio intatto. I campi di sepoltura progettati sono circondati da muri bassi formando spazi distinti. Ognuno è suddiviso in un’area per la sepoltura e in un piccolo spazio con panche per sedersi. Le funzioni richieste vengono sviluppate a partire dal tema del muro.

Il progetto degli interni di Azra Aksamija intende connettere culture e tradizioni diverse, utilizzando simbolismi islamici ed elementi della tradizione locale. I materiali utilizzati sono il cemento armato, pigmentato secondo una miscela di nero e rosso e il legno di quercia, utilizzato per gli elementi decorativi della facciata d’ingresso e per lo spazio della preghiera. Il Qibla è progettato per essere percepito in maniera diversa a seconda della posizione in cui si trova il fruitore. Entrando, appare come un muro in scandole di legno, spostandosi pare animarsi. Le scandole sono direzionate ortogonalmente alla finestra e verso la Mecca, e permettono all’osservatore di vedere l’esterno. All’avvicinamento all’altezza dell’occhio si leggono due scritte, Allah e Mohammed. I tappeti (kilims) che arredano lo spazio della preghiera sono stati tessuti a mano dalle donne dall’«associazione bosniaca per la conservazione del Kilim Bosniaco».

Committente: Municipio di Altach, Borgomastro Gottfried Brändle, Immobilienverwaltung

Architetto: Bernardo Bader; Dornbirn (A)

Artista: Azra Aksamija; Boston (USA)

Luogo: Altach; Vorarlberg (A)

Struttura: Merz Klei partner ZT; Dornbirn (A)

Fotografie: Archive Architect

Date: realizzazione 2012

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