Ri­fles­sio­ni sull’al­log­gio per stu­den­ti in Sviz­ze­ra

Negli ultimi vent'anni, il profilo degli studenti iscritti alle università svizzere è cambiato. Gli alloggi a loro destinati, però, continuano a rifarsi a modelli novecenteschi. Come innovare, allora, le tipologie architettoniche per adeguarle alla nuova fisionomia dei loro abitanti? E quali sono i tratti caratterizzanti questa fisionomia?

Data di pubblicazione
06-05-2021
Frédéric Frank
Professore di teoria dell’architettura e della città all’HEIA di Friburgo
Nicolas Yerly
Collaboratore scientifico di teoria dell’architettura e della città all’HEIA di Friburgo

Negli ultimi vent’anni, il rafforzamento delle attività di ricerca delle università svizzere e i partenariati pubblico/privato hanno profondamente modificato l’idea che abbiamo dei campus universitari. I campus svizzeri hanno un sempre maggior numero di edifici dedicati alle attività di ricerca o alle start-up. Questi nuovi aspetti devono essere affrontati dagli architetti e daranno origine a nuove prospettive per i campus a partire dal 2020. Purtroppo la questione degli alloggi per studenti non ha raggiunto lo stesso livello di approfondimento. Mentre le riflessioni sulle qualità degli spazi per l’insegnamento prosegue in alcuni edifici, come la nuova sede della ZHAW Departement Gesundheit a Winterthur progettata da pool Architekten (2013-2020), è chiaro che le questioni legate alla vita degli studenti non sono contraddistinte dall’innovazione.

Leggi la versione originale francese di questo testo

Tuttavia, i recenti cambiamenti sociologici nella popolazione studentesca sono notevoli. Da un profilo relativamente omogeneo alla fine degli anni Novanta, questa popolazione è variata considerevolmente, senza che le piante degli appartamenti ad essa dedicati venissero modificate. Tra i principali mutamenti si nota il prolungamento dell’età degli studenti che va ben oltre i 25 anni, la diffusione di corsi di formazione più lunghi – dal master al post-dottorato –, il fatto che una parte importante di studenti svolge un corso di formazione in parallelo a un’attività lavorativa, o ancora cambiamenti nei percorsi professionali che portano a riprendere gli studi. Questi aspetti, poco presenti in passato, ora riguardano la maggior parte del settore studentesco.

Considerando la produzione architettonica recente in Svizzera, i nuovi modi di abitare non si riflettono nelle realizzazioni. Quali sono le attuali necessità di questa popolazione? Chi costruisce oggi alloggi per studenti? Quali sono i modelli attualmente utilizzati per progettarli? Come la produzione architettonica di qualità reinterpreta questa domanda?

Quale popolazione studentesca oggi?

Non c’è uno studente tipo, ma diversi tipi di studenti appartenenti a diversi gruppi sociali: questo è l’assunto che proponiamo nel 2021. I recenti cambiamenti sociologici sopra menzionati ci portano infatti a descrivere gli stili di vita degli studenti secondo la triplice matrice solitamente utilizzata nella progettazione urbana, che si stabilisce in base al reddito, all’età e ai valori della famiglia.1 Per esempio, uno studente di bachelor, padre di famiglia che lavora part-time e che ha una intensa vita sociale, avrà uno stile di vita diverso da quello di un post-dottorando pagato a tempo pieno dall’università che cerca una sistemazione tranquilla e anonima.

Trovare un appartamento adatto al proprio modo di vivere indirizza lo studente verso diverse opzioni, come per qualsiasi inquilino. Per questa categoria, però, i redditi da modesti a bassi portano spesso a scelte molto limitate, se non alla mancanza di alternative. Se oggi siamo in grado di offrire, a parità di costo, un’ampia varietà di soluzioni per alloggi, perché questo tema non è stato ancora sviluppato anche per questo settore?

Attori nella produzione di alloggi per studenti

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo guardare agli attori coinvolti nella produzione di alloggi studenteschi in Svizzera: la maggior parte degli appartamenti occupati oggi non sono stati progettati a questo scopo. A priori, questa non è una debolezza del sistema. Da un lato, come per le abitazioni in generale, le abitudini delle persone hanno una certa elasticità rispetto al loro ambiente di vita. Infatti ciò permette agli studenti di risiedere in diversi quartieri, il che aiuta a creare «città studentesche» e non campus chiusi. Far risiedere o rafforzare la presenza degli studenti nei campus, per renderli più attivi, è un fenomeno recente in Svizzera, ispirato alla politica universitaria delle università nordamericane. Quanto questo aspetto sia preso in considerazione da parte dei Politecnici federali lo si evince dalle procedure di concorso promosse da entrambi nel periodo 2007-2008.

A posteriori, questo può rappresentare una debolezza del sistema, nel senso che gli alloggi per studenti possono essere più esposti agli speculatori privati, oppure a promotori immobiliari o individui senza scrupoli. Negli ultimi dieci anni circa, questi investitori si sono accorti che gli alloggi studenteschi rappresentano un’opportunità per tre ragioni: i piccoli appartamenti hanno un prezzo d’affitto per metro quadrato più alto di quelli più grandi; il turnover negli appartamenti per studenti è, per definizione, elevato, il che rende possibile aumentare gli affitti ogni volta che si stipula un nuovo contratto senza una specifica giustificazione; una gran parte della popolazione studentesca non ha un reddito o certificati sufficienti per presentare domanda di alloggio presso gli studentati.2 Il guadagno finanziario è quindi assicurato. Il caso studio di Losanna ovest è significativo a questo proposito: vicino al doppio campus UNIL/EPFL sono sorte speculazioni immobiliaridisastrose che si sono spinte al punto di affittare i parcheggi per biciclette.Allo stesso tempo, molti «alloggi» al limite della legalità, per esempio in seminterrati, vengono offerti agli aspiranti inquilini senza tutte le carte in regola, approfittando delle debolezze del sistema istituzionale.

Tuttavia, le fondazioni che si occupano di alloggi per studenti esistono e continuano ad essere attive nella costruzione di nuovi edifici. Nello svolgimento delle ricerche preliminari, è emerso che queste non sono necessariamente una garanzia in termini di qualità architettonica e ancor meno – questo è il paradosso – in termini di adattamento tipologico ai cambiamenti sociologici precedentemente descritti. Un grande progetto di alloggi per studenti recentemente completato a Friburgo ne è una triste dimostrazione, tanto all’interno quanto all’esterno dei fabbricati. Ma esistono anche esempi virtuosi.3

Categorie e attuali tipi di alloggi per studenti

Quando gli edifici hanno una maglia strutturale «usuale», si propongono due categorie di alloggi che ne sfruttano la profondità: monolocali o appartamenti condivisi, che sono due tipologie identificabili. Gli appartamenti che ne risultano sono, come per gli alloggi collettivi, sempre più spesso distribuiti da ballatoi.4

I monolocali – o le camere indipendenti se non c’è la cucina – sono frequentemente molto simili al tipo usato per gli alberghi e negli istituti medico-sociali: una cella composta da uno spazio rettangolare multifunzionale separato dal sistema di distribuzione collettiva da un’area di transizione che serve il bagno. L’angolo cottura si trova in questo spazio o nel locale multifunzionale.

Gli appartamenti in condivisione sono generalmente strutturati secondo una rigida separazione tra una zona collettiva e uno spazio individuale sotto forma di stanza rettangolare che può normalmente ospitare solo una scrivania, un armadio e un letto singolo. Tra gli spazi privati e quelli collettivi ci sono i moduli bagno che occupano il cuore dell’appartamento e sono trattati, nei casi più interessanti, come una zona che conferisce maggiore privacy alle stanze. Questa organizzazione spaziale, che ha almeno vent’anni, era già presente nell’interessante progetto Bülachhof di Zurigo di Marc Langenegger (2003). L’edificio è servito da un ballatoio e, se non si tratta del riferimento per i progetti recenti, lo si può considerare un’importante pietra miliare diventata un antecedente di questa disposizione in Svizzera.5

Tipologie che non rispondono più alla diversificazione degli stili di vita

Le due tipologie trattate sono sufficienti alla progettazione di abitazioni per studenti in linea con i cambiamenti sociologici attuali? Rispondiamo negativamente. Infatti, il monolocale o gli appartamenti in condivisione, sopra descritti, sono soluzioni adatte solo per una parte della popolazione studentesca. La nostra critica riguarda la debolezza di queste proposte. Senza entrare in una critica esaustiva, proviamo a spiegare quali sono i principali punti deboli.

Nel caso della co-locazione, l’assenza di una soglia tra spazi collettivi e individuali non permette che le differenti fasce d’età e gli stili di vita possano oggi coesistere all’interno di uno stesso alloggio condiviso; in altre parole l’intimità viene meno. Le sperimentazioni sugli appartamenti in cluster  in generale, e non solo quelli per gli studenti, propongono possibili soluzioni per le piante dedicate all’alloggio in condivisione.

Nel caso di camere singole o di monolocali, lo spazio rettangolare multifunzionale sembra sempre più inadeguato confrontato con i diversi modi di abitare. Dormire, mangiare, divertirsi e rilassarsi, tutto questo stando sempre davanti alla propria scrivania, al computer o ai plastici dei progetti  non è una situazione invidiabile.6 L’aspetto costrittivo di questi spazi rivela che i progettisti spesso confondono la «multifunzionalità» con la «non specificità». Le recenti sperimentazioni con piccoli appartamenti non studenteschi stanno dando vita a nuove idee, come il progetto manifesto di Elli Mosayebi per la Haus der Wandlung sui tetti dell’ETH di Zurigo (2019).

Cosa ci dicono i concorsi attuali

Partendo dalla premessa un po’ semplicistica che i concorsi rappresentano una piattaforma di discussione che permette all’innovazione di emergere in un determinato programma, guardiamo ora ai recenti concorsi banditi in Svizzera per alloggi per studenti, al fine di identificare le tendenze attuali e mettere in discussione le soluzioni proposte ai problemi già individuati.

Per continuare a leggere questo articolo, acquista qui «Archi» 1/2021. Qui si può leggere l'editoriale con l'indice del numero.

Approfondimenti

Francesco Zanchi, Alloggi per studenti, da «Archi» 2/2014

 

Note

  1. Vedi la ricerca pionieristica di Corinna Heye su questo argomento.
  2. Per esempio mancanza di documenti quali loro certificati di salario o di un genitore che vive in Svizzera ecc.
  3. Ad esempio in Romandia, recentemente, sono stati realizzati diversi progetti interessanti: nel campus dell’EPFL, gli edifici di Esposito & Javet (2006-2009) e il Vortex dell’atelier Dürig (2015-2019); a Ginevra, l’immobile di Charles Pictet alla Coulouvrenière (2010-2011) o ancora le abitazioni di Lacroix-Chessex vicino alla stazione di Cornavin (2008-2012). In ciascuno di questi progetti, la qualità dell’espressione architettonica si esprime con una ricerca sulla materialità delle facciate, un impegno pregevole a fronte degli attuali vincoli costruttivi. A livello tipologico, si può notare come le categorie di appartamenti normalmente proposte – il monolocale o la co-locazione – non hanno portato a delle vere e proprie innovazioni, nonostante le mutazioni sociologiche attualmente in atto.
  4. Attualmente il ballatoio sembra essere l’espressione architettonica del «vivere insieme». Uno sguardo attento rivela che la recente riscoperta del ballatoio è spesso motivata da aspetti economici legati alla formidabile efficienza del suo principio distributivo, in particolare nelle operazioni immobiliari costituite da piccoli appartamenti.
  5. Anche uno studio realizzato dalla cooperativa di alloggi per studenti WOKO è favorevole alla divulgazione di questo tipo: WOKO, Studentische Wohnmodelle in Europa, Zürich, aprile 2011.
  6. Questa osservazione è particolarmente importante nel contesto dell’attuale crisi sanitaria.
Etichette

Articoli correlati