Il tun­nel del Ce­neri: uno sguardo so­cio-eco­no­mico

Lo sviluppo socio-economico del Canton Ticino è da sempre legato alle vie di comunicazione: è allora lecito aspettarsi che la Galleria di base del Ceneri vada a ridisegnare l’assetto territoriale di questa area, contraendo le distanze (anche dal punto di vista psicologico) e avvicinando luoghi e punti di interesse.

Andrea Huber
Docente-ricercatore del Centro competenze management e imprenditorialità della SUPSI

Nel 1999 il Consiglio federale approvò il progetto preliminare della Galleria di base del Ceneri, lunga 15,4 km, che si snoda fra il Portale nord di Vigana (Camorino) e il Portale sud di Vezia. Dopo oltre vent’anni, questo tassello del più ampio progetto della Nuova ferrovia transalpina (NFTA) sarà messo in esercizio, completando di fatto la ferrovia di pianura che attraversa le Alpi. Con il traforo del Ceneri, quello stesso Ceneri che ha sempre diviso in due – psicologicamente e culturalmente – il nostro Cantone in Sopra e Sottoceneri, si darà vita al concetto di «Città Ticino», un unico grande agglomerato diffuso spazialmente, dove da Lugano è possibile raggiungere Bellinzona in poco meno di 15 minuti, e in circa 10 minuti in più anche Locarno, dimezzando di fatto gli attuali tempi di percorrenza.

Tutto ciò influenzerà innanzitutto gli spostamenti pendolari interni al Cantone, così come gli spostamenti per il tempo libero e la formazione. Per quest’ultimo aspetto, basti pensare infatti al nuovo Campus universitario SUPSI in prossimità della stazione ferroviaria di Mendrisio, che ospiterà il Dipartimento di ambiente, costruzione e design (DACD) a partire dal semestre primaverile 2021 e accoglierà circa 250 collaboratori stabili, 650 studenti della formazione di base e oltre 700 studenti della formazione continua, oppure al progetto a nord della stazione FFS di Lugano, dove in futuro dovrebbero insediarsi la Direzione generale della SUPSI e il Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale (DEASS). Anche a Chiasso, nei pressi della stazione ferroviaria, è prevista la costruzione della nuova sede del Centro professionale tecnico (CPT) del settore tessile. I comparti delle stazioni diventano quindi delle aree strategiche della «Città Ticino» per quanto attiene il nostro sistema educativo-formativo, e non solo. Le opportunità di sviluppo socio-economico e territoriale attorno alle stazioni del sistema ferroviario regionale sono infatti molteplici. Ne sono un esempio i quasi 120’000 metri quadrati dell’area degli attuali stabilimenti industriali ferroviari, a ridosso della stazione FFS di Bellinzona e in pieno centro, dove dovrebbe sorgere un nuovo quartiere modello, composto da cooperative intergenerazionali d’abitazione, scuole, centri di formazione, un parco tecnologico, oltre a contenuti residenziali, amministrativi e commerciali. Un’adeguata concentrazione di abitanti, di posti di lavoro, di istituti formativi-educativi, così come di attività che generano un importante flusso di movimenti è nell’interesse di tutti quanti, siano essi cittadini, imprese o enti pubblici. Una sfida anche in termini pianificatori e di sviluppo urbano sostenibile.

Da sempre lo sviluppo socio-economico e imprenditoriale del Canton Ticino è strettamente legato alle vie di comunicazione e alle infrastrutture di trasporto, in quanto fattori che influenzano la localizzazione delle singole attività, ma anche degli individui. Tuttavia, un efficace ed efficiente sistema di trasporto non è sufficiente: il dibattito sulla competitività territoriale ha spostato la propria attenzione dai tradizionali fattori di localizzazione, quali ad esempio i trasporti, l’infrastruttura fisica e la presenza di servizi pubblici e parapubblici, ai fattori definiti «soft», come i servizi e le strutture per il tempo libero, la tranquillità e l’amenità dell’ambiente circostante, la presenza di attività culturali, il capitale sociale e relazionale, solo per fare alcuni esempi. Il territorio deve essere inteso come un soggetto vivente ad alta complessità, in grado di innescare e favorire i processi co-evolutivi e innovativi. In questo contesto, la concentrazione spaziale e la prossimità fisica e geografica degli attori è considerata un prerequisito necessario per lo sviluppo di innovazione sistemica, promuovendo anche processi di apprendimento collettivo.

La diminuzione dei tempi di percorrenza tra un luogo e l’altro non solo darà vita alla «Città Ticino», ma anche a un «cluster Ticino», consolidando ulteriormente l’attuale ecosistema innovativo. L’indice Regional Innovation Scoreboard della Commissione europea, che fornisce una valutazione comparativa delle prestazioni dei sistemi di innovazione in 238 regioni di 23 Stati membri dell’Unione Europea, nonché Norvegia, Serbia e Svizzera, pone per il 2019 la regione di Zurigo e il Ticino al primo e al secondo posto, superando regioni quali Helsinki, Stoccolma e Copenaghen. Dal profilo territoriale è importante creare le migliori premesse per uno sviluppo economico e imprenditoriale di qualità, così come migliorare i fattori d’attrattività e di competitività della futura, ma imminente, «Città Ticino».

L’apertura della Galleria di base del Ceneri può sicuramente contribuire a questo processo di sviluppo, in quanto ridisegna l’assetto territoriale cantonale, contraendo le distanze, anche sotto l’aspetto psicologico-cognitivo, e avvicinando di fatto i luoghi e i punti di interesse. Il nostro Cantone diventa un unico spazio funzionale, in cui è possibile fruire anche di una rete di trasporto pubblico capillare e complementare, garantendo tra l’altro interessanti ritorni d’immagine anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale della destinazione. Per un Cantone a vocazione turistica quale il Ticino (il solo meta-settore del turismo contribuisce a oltre il 10% del PIL cantonale), la possibilità per turisti e visitatori – siano essi di giornata, su più giorni, del segmento MICE (Meetings, Incentives, Conventions e Events) o altro – di spostarsi velocemente all’interno del territorio, esattamente come se si trattasse di una metropolitana, rappresenta indubbiamente un valore aggiunto. Da qui l’importanza anche degli attori del territorio (privati, pubblici, istituzionali, associazioni, categorie imprenditoriali ecc.) di fare sistema: l’esempio del Ticino Ticket, che oltre alla libera circolazione su tutti i mezzi di trasporto pubblico del Cantone garantisce anche agevolazioni sugli impianti di risalita, la navigazione e i principali attrattori turistici, ne è un ottimo esempio.

Il territorio è fatto anche, e soprattutto, da coloro che lo vivono quotidianamente. Anche in questo caso l’apertura della Galleria di base del Ceneri offre interessanti spunti di riflessione e di analisi. Quest’opera influisce in modo significativo sulla mobilità dei residenti e dei lavoratori. Come si evince dai dati dell’Ufficio cantonale di statistica, il Canton Ticino, con 9 pendolari ogni 10 persone occupate, è caratterizzato da un debole flusso intercantonale, ma molto intenso al suo interno. La mobilità non riguarda però solo il lavoro: vi sono anche spostamenti per il tempo libero, lo svago e gli acquisti. Il trasporto motorizzato individuale è attualmente il metodo prediletto da parte della popolazione ticinese e, pertanto, con l’apertura del traforo del Ceneri ci si aspetta anche un cambiamento nelle abitudini, dando un’ulteriore accelerata al trend positivo che negli ultimi anni ha visto un lieve aumento dei chilometri percorsi con i mezzi pubblici e una flessione di quelli percorsi utilizzando il veicolo privato. L’accentuata mobilità della «Città Ticino», soprattutto tra gli agglomerati urbani cantonali, può anche portare le persone ad essere più propense a trasferirsi da sud a nord del Ceneri, in virtù degli attuali prezzi più bassi degli affitti. Un fenomeno, quello del travaso dalla regione di Lugano a quella di Bellinzona, già avviato negli anni passati e che nel futuro potrebbe accelerare ulteriormente, con conseguenze anche sui prezzi immobiliari.

Il nostro Cantone non è fatto solo di città e di agglomerati, ma anche di regioni periferiche, alle quali bisogna dedicare altrettante attenzioni. Infatti, vi è il possibile rischio che le disparità regionali tra le zone urbane e le valli si intensifichino, in quanto si potrebbe osservare una maggiore concentrazione di popolazione e di attività economiche in pianura, nei centri cittadini o nelle loro immediate vicinanze. Questo nuovo assetto territoriale del Ticino pone quindi importanti sfide per quanto concerne la questione dell’equità territoriale. L’apertura della Galleria di base del Ceneri rappresenta quindi un epocale cambiamento di paradigma non solo nella politica dei trasporti del Canton Ticino, ma di tutto il suo sistema socio-economico.

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