Aldo Rossi, architettura per frammenti
Per la sua settima edizione, il Lake Como Design Festival sceglie il tema Fragments e invita il pubblico a un percorso diffuso di mostre e installazioni site-specific. Tra i protagonisti, la mostra Aldo Rossi, architettura per frammenti ripercorre il pensiero dell’architetto milanese attraverso disegni, documenti e opere che trasformano il frammento in strumento critico e poetico di progetto.
Abbiamo visitato il Lake Como Design Festival che, per la sua settima edizione, ha scelto il tema Fragments. La rassegna propone un percorso diffuso tra mostre e installazioni site-specific, invitando il visitatore a esplorare il concetto di frammentazione da molteplici punti di vista e ovunque: dalle guerre in corso ai frequenti fenomeni naturali distruttivi, la società appare sempre più divisa e dispersa, immersa in un individualismo collettivo che separa ciascun individuo da sé stesso, dagli altri e dalla natura. Eppure, in un mondo incline alla massificazione, la frammentazione può trasformarsi in atto di ribellione: un gesto consapevole che sfida l’omologazione e rivendica la pluralità delle espressioni. Il Lake Como Design Festival si propone così come un momento rigenerativo, dove la frammentazione – naturale o volontaria – diventa occasione di ricostruzione, riconnessione, memoria e riscoperta.
La mostra Aldo Rossi, architettura per frammenti, invita a ripercorrere il pensiero e l’opera dell'architetto milanese attraverso materiali che ne rivelano la straordinaria complessità. Disegni, fotografie, testi e documenti testimoniano la sua capacità di trasformare il frammento in strumento critico e poetico di progetto. Ne emergono opere che hanno segnato momenti cruciali della sua ricerca: dalla piazza del Municipio di Segrate con il Monumento ai Partigiani, fino alla ricostruzione dell’isolato tra Schützenstrasse e Charlottenstrasse a Berlino. Il percorso espositivo mette in luce come Rossi abbia intrecciato architettura, memoria e rappresentazione, restituendo un pensiero che continua a interrogare il presente.
I preziosi disegni sono allineati lungo il perimetro dello spazio della chiesa mentre i tavoli accolgono le prime edizioni di alcuni libri e le riproduzioni di documenti d'archivio dedicati al tema del frammento.
Esposto nella sua imponenza, il disegno della Città Analoga suggerisce una metropoli utopica, frammentaria e stratificata, dove le forme e i caratteri di città diverse convivono in un armonico mosaico urbano. La tavola realizzata da Aldo Rossi con Eraldo Consolascio, Bruno Reichlin e Fabio Reinhart per la Biennale di Venezia del 1976 racchiude numerosi frammenti ticinesi.
I materiali selezionati per l’allestimento curato da Chiara Spangaro in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi, sono completati dal film Ornamento e delitto realizzato nel 1973 con Gianni Braghieri e Franco Raggi, in occasione della XV Triennale di Milano e diretto da Luigi Durissi. Il titolo riprende l’omonimo saggio di Adolf Loos del 1908 in Parole nel vuoto, tradotto e pubblicato per Adelphi, per la prima volta in italiano nel 1972, da Sonia Gessner, allora moglie di Rossi.
Come ulteriore contributo all'esposizione è stata proposta, la sera dell'inaugurazione, la proiezione del documentario Aldo Rossi design, diretto da Francesca Molteni e Mattia Colombo e prodotto da Muse Factory of Projects in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi. Il film intreccia rari materiali e filmati d’archivio con testimonianze inedite, immagini e album di famiglia, dando vita – con gli scritti dell’architetto – alla prima narrazione audiovisiva dedicata a questo tema.