La ricon­quis­ta del­la bel­lez­za nel ter­ri­to­rio del Ti­ci­no

Lettera aperta

Publikationsdatum
19-02-2024

«Non è possibile risolvere un problema con la stessa mentalità che lo ha creato»
Albert Einstein

Care colleghe, cari colleghi,

il risultato di ogni procedura è il riflesso di un problema esistente. È nello spirito di questo principio che vorrei indirizzarvi la presente lettera, riguardante il Premio SIA Ticino 2024.

Prima di provare a esporre le mie osservazioni, vorrei sottolineare che è evidente che i compiti che i colleghi della SIA si trovano ad affrontare in Ticino sono complessi, estremamente impegnativi e anche carichi di conflitti. Pertanto, questo breve testo sul premio si compone di cinque parti, come segue: Tema, scopo, risultati del concorso secondo il verbale della giuria; Riflessioni su architettura, percezione e valori; Premio SIA Ticino 2024. Un modello esemplare contrapposto a tre scuole; L’energia è sinonimo di sostenibilità? Ovvero: sulla riluttanza a fare domande; Post Scriptum - Premio SIA Ticino 2028.

Tema, scopo, risultati del concorso secondo il verbale della giuria

I temi scelti per il concorso del premio sono il «territorio nella progettazione», la pianificazione, la costruzione, l’organizzazione e la gestione e, non ultime, le conseguenze degli interventi effettuati sulla società, la mobilità, le attività nel paesaggio e l’ecologia. Tutto ciò rappresenta un’eredità speciale della storia culturale. La maggior parte dei timori e delle problematiche del Ticino sono molto simili ai contenuti elencati nel Manifesto Urbanistica della nuova Associazione svizzera per una buona urbanistica (cfr. Archi 5/2023).

Le opere candidate e valutate sono complessivamente 54. Nell’accurata relazione della giuria si afferma chiaramente che il Ticino è una «regione in grado quindi, a volte, di esprimere profondi valori e capace di scaricare finalmente le dinamiche speculative, ormai non più sostenibili, a favore di nuovi linguaggi etici ed estetici». È su basi così notevoli e lungimiranti che la giuria ha lavorato e preso le sue decisioni.

Questo il risultato: 1x Premio SIA 2024, 1x Menzione Under 40, 1x Menzione Architettura e Ingegneria, 1x Menzione Architettura. Il tema della Sostenibilità non riceve alcuna menzione speciale, a differenza di quanto previsto. In termini di edifici, si tratta di una piccola località e di tre scuole. Ciò significa che in questa edizione il premio non fornisce indicazioni sufficienti né per la produzione edilizia né per il più ampio tema del territorio.

Riflessioni su architettura, percezione e valori

Per cominciare, pensiamo alla bellezza. Alla luce della nostra storia sulla Terra, questa ha la priorità, nonostante resistenze di contenuto e anche linguistiche. Noi pensiamo alla bellezza come a un linguaggio dei sentimenti e, sfortunatamente, tendiamo a ignorarla. Negli ambienti professionali raramente ne discutiamo esplicitamente. In altre parole, non si cita mai questo termine come parte integrante di un’idea di valore. Si pensa che parlarne sia sconveniente, una questione privata, e che non adeguarsi alla moda del momento possa essere dannoso. Al contrario, la bellezza resta sempre saldamente radicata nella memoria come un valore personale ed elevato. Questo accade anche quando le immagini e le piacevoli sensazioni sbiadiscono all’improvviso, cominciano ad appassire o la bellezza viene completamente dimenticata. Gli scontri violenti, le discussioni e i litigi non sono soltanto simbolici. Ma la bellezza raramente appassisce. Perché nella coscienza dell’uomo, sotto la voce bellezza, non vi è alcuna indicazione che sia qualcosa di superfluo, irrilevante o addirittura banale. La bellezza è di solito un’esperienza, una capacità, e non ultima una forma seducente di espressione dell’esistenza umana. Si coltiva in modo diversi, ma soprattutto riflettendo sui nostri sentimenti e creando arte.

Nei nostri mondi interiori, la bellezza è in cortocircuito con le facoltà della ragione e del giudizio. La cosiddetta intelligenza artificiale IA sarà in grado di imitare i nostri sensi, insieme a quelli dei pensieri e delle azioni? In altre parole, la questione se la nostra capacità di percepire il mondo, di comprenderlo e di valutarlo con sicurezza possa essere riprodotta artificialmente utilizzando l’IA, rimane al momento ancora aperta. Se sì, cosa ne consegue? Dove avverrà, e perché?

Nel rivivere la bellezza, rovinano ogni speranza giungendo in forma brutale da molte parti del mondo, dove conflitti di vasta portata si svolgono in breve ma rapida successione, con conseguenze mostruose. Mi riferisco alle epidemie, alle onnipresenti guerre, alla progressiva distruzione degli esseri viventi, compresa la devastazione delle loro condizioni di vita, e, non ultime, le discordie continuamente visibili all’interno delle cerchie globali e nei discorsi di élite egoiste.

Degno di nota, tuttavia, è il modo in cui le catene di azioni distruttive si manifestano direttamente su scala sia globale che locale. Grazie alla nostra biografia in quanto specie umana sulla Terra, la conoscenza della bellezza maturata storicamente ci diventa pian piano di nuovo accessibile e quindi leggibile. Questa conoscenza interessa la vita quotidiana dell’uomo riguardo a due dimensioni della bellezza: da un lato essa incarna un’alternativa all’odio, alla guerra, alla distruzione e, non da ultimo, all’omicidio (questo riguarda tutti gli esseri umani); dall’altro la bellezza non conosce limiti di scala fisica o temporale, esiste su tutte le scale di spazio e di tempo.

Presumo che sia possibile cogliere il rispettivo significato in modo intuitivo ed emotivo. Il valore che hanno per ogni forma di vita e quello che hanno in rapporto alla convivenza nell’ambiente urbano conduce costantemente a domande aperte sul nostro futuro su questo pianeta. Nella pratica quotidiana, esse ci invitano a prendere queste domande, a dar loro forma e, non ultimo, a trovare e realizzare le risposte attraverso la bellezza. Grazie alla musica e all’architettura, abbiamo scoperto presto che la bellezza è una forma di conoscenza.

Come questa edizione del premio dimostra, i concetti di architettura, costruzione e abitazione in un paesaggio urbano portano a opportunità pubbliche, anzi alla sfida di coltivare la discussione sulle suddette idee di valore in termini di bellezza, e anche a quella di produrre bellezza. Sarei felice se nel territorio del Ticino proseguisse un dialogo sulla bellezza e sul suo futuro. È su questa scia che si collocano le opere premiate.

Premio SIA Ticino 2024. Un modello esemplare contrapposto a tre scuole

Il premio a Monte, frazione di Castel San Pietro, arriva esattamente dieci anni dopo il riconoscimento alla Valle di Muggio come «Paesaggio dell’anno 2014». Un rapporto simbolicamente bello, sfaccettato e fruttuoso. La convincente sinergia tra la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (SL-FP) e SIA Ticino è poco conosciuta. Ma d’ora in avanti potrà essere trasferita anche su altri progetti (vedi Post Scriptum. Proposte programmatiche per il Premio SIA Ticino 2028).

Nella Svizzera italiana si è progressivamente diffusa la consapevolezza della furia incontenibile e perfino distruttiva legata al possesso delle cosiddette «belle località». Le necessarie controdinamiche si manifestano secondo il principio dell’equilibrio reciproco tra noi e gli altri, tra individui e comunità, cultura e natura, investimento e profitto – ma per chi? E per cosa? – Nel verbale della giuria, il riconoscimento a Monte è motivato in dettaglio, con prudenza e soddisfazione. Per me è il giusto premio a un progetto esemplare, al tempo stesso spunto di riflessione sul modello come strumento di progettazione del territorio, e sinonimo di habitat umano.

Il concetto di modello va ben oltre la rappresentazione, che si riferisca a un campo visivo piccolo o più ampio. Per modello si intende innanzitutto un modo di pensare e di praticare l’architettura che può essere trasferito ad altri progetti. È una pratica che si distacca dalla mera imitazione, dal luogo, dallo scopo, dalla scala, dalle normative, ma che si lega a principi sociali come la partecipazione dei residenti alla progettazione e alla costruzione del sito, o l’applicazione delle leggi fisiche, come la gravità e i principi della termodinamica, all’edilizia. Nel progetto Monte, la pratica del modello inizia con il disegno, il che significa osservare e ridurre la realtà data alle figure chiave presenti in loco. Nel progettare il borgo/città in relazione al paesaggio, queste costituiscono la coppia spazialmente e reciprocamente vitale formata dall’insieme insediativo e dagli organi del corpo sociale urbano. Si tratta delle normali figure chiave di una densa comunità urbana, come nel progetto Monte sono esemplarmente diagnosticate, nonché curate, mostrate e, soprattutto, riportate a nuova vita nella bellezza. Ho anche il sospetto che allo straordinario risultato di Monte abbia contribuito una ricca conoscenza pregressa, unita a un’attenzione empatica per la bellezza e anche a una giocosa leggerezza nel fare le cose.

In questo esempio, il binomio empatia e bellezza agisce come forza creativa. Concretamente, ciò significa che Monte crea nella sua biografia attuale un equilibrio direttamente percepibile, vale a dire l’armonia desiderata, grazie all’immagine spaziale e fisica del piccolo borgo. Questa affermazione si può spiegare con l’aiuto di sentimenti di bellezza introversi ed estroversi. Tali sentimenti non sono infatti casuali, perché fanno parte del processo artistico, e l’arte in questo caso si rivolge a un pubblico costituito da abitanti interessati: la res publica.

A tal fine, tutti gli elementi in questo paesaggio hanno una doppia faccia. Ciò significa che nell’esperienza e nella progettazione, gli edifici e gli spazi sono il prodotto di due punti di vista. Sono pensati e realizzati, in prospettiva dall’interno verso l’esterno ma anche dall’esterno verso l’interno. Questo vale in particolare per il denso spazio abitativo urbano.

I due progetti scolastici – mensa scolastica di Viganello (2022) e Campus Universitario SUPSI di Mendrisio (2021) – si distinguono per qualità costruttive e di percezione dell’immagine particolarmente elevate. Dal punto di vista spaziale, entrambi gli oggetti sono pensati principalmente dall’interno. Nella percezione inversa, ovvero dall’esterno verso l’interno, colpisce quanto poco le proprietà dialogiche dell’architettura influenzino il visitatore. A risultare indimenticabile nell’edificio di Viganello è la radiosa leggerezza percepita nella vista del San Salvatore. In quello di Mendrisio non si può dimenticare il forte contrasto tra l’esperienza dialogica dello spazio all’interno e il colossale mutismo dell’esterno. L’edificio ICEC di Bellinzona (2020) viene elogiato in dettaglio nel verbale della giuria per la sua ubicazione, la storia costruttiva e la ristrutturazione pianificata con merito. Tale apprezzamento è da comprendere con forti riserve in quanto il potenziale inespresso di un esemplare spazio vitale vicino al fiume è in attesa di protezione e tutela.

Da un contesto così differenziato si possono ricavare due postulati: l’architettura del paesaggio urbanizzato appartiene sia alla forma introversa di bellezza che a quella estroversa, la riconquista della bellezza nel territorio del Ticino è vissuta come obbligo pubblico.

L’energia è sinonimo di sostenibilità?
Ovvero: sulla riluttanza a fare domande

Riguardo alla prevista menzione speciale sulla sostenibilità in ambito energetico, che non può essere giustificata in nessuna opera di questa edizione, accolgo questo giudizio con rispetto e speranza, perché un’affermazione così evidente può nascondere una forza motrice positiva e dal potere creativo esplosivo. Tutto ciò suscita chiaramente l’esigenza di individuare le ragioni che hanno portato a un risultato insoddisfacente. Come per il tema della bellezza, questo richiede che le questioni aperte vengano discusse pubblicamente e i passi futuri siano decisi di conseguenza. La questione centrale non è tanto quella della cosiddetta sostenibilità, ma piuttosto quella dell’energia: cosa intendiamo esattamente per energia? Di che tipo di energia stiamo parlando?

Secondo le leggi della fisica, l’energia è una fonte fondamentale per la vita, per tutte le forme di vita esistenti in natura. Inoltre, l’energia è un prerequisito per l’autonomia, sia essa individuale o collettiva. L’energia è un importante tema socio-politico e culturale di estrema attualità nell’economia e nella politica, soprattutto in Ticino. Noi esseri umani abbiamo sempre inteso l’energia come origine, fonte e forza principale della vita. Fin dall’Ottocento, grazie all’elettricità, abbiamo potuto illuminare, creare ambienti tecnicamente controllati e utilizzare l’energia nei più diversi ambiti (pensare, guarire, produrre ecc.).

Post Scriptum – Proposte programmatiche per il Premio SIA Ticino 2028

Carissime lettrici e lettori di queste righe,
ho scelto la forma di una lettera a voi indirizzata perché fin dall’inizio ho cercato di immedesimarmi con l’attuale situazione in Ticino. Faccio lo stesso in questo Post Scriptum.

In estrema sintesi espongo la mia proposta:

  • il Premio SIA Ticino 2028 abbia gli stessi compiti e obiettivi di quello del 2024;
  • sia svolto in collaborazione con il Cantone e i Comuni;
  • sia strettamente legato ai piani finora parzialmente completati per il PD-COM delle quattro aree urbane dinamiche di Sopra e Sotto Ceneri;
  • basi il proprio impegno sull’urbanizzazione esemplare del «Ticino moderno» a partire dagli anni Sessanta;

In ultima istanza auspico che segua tre principi guida:

  • Le somme dalle aggregazioni – L’unione delle forze; Lavori pubblici sui progetti.
  • Protagonisti della prossima generazione – Un nuovo capitolo nel territorio ticinese.
  • Motivo conduttore di sintesi – «La riconquista della bellezza nel territorio del Ticino»


Ringraziandovi per l’attenzione,
porgo i miei più cordiali saluti

Franz Oswald

Verwandte Beiträge