Un er­ba­rio ar­chi­tet­to­ni­co

Nella sala conferenze dell’orto botanico di San Gallo le piante sono protagoniste. L’architettura in legno con un minimo di impianti tecnici di Tom Munz accoglierà delle orchidee sul tetto.

Data di pubblicazione
09-11-2022

La sala conferenze è circondata su tre lati da serre in acciaio e vetro. Di fronte troviamo un piazzale, con alte camelie e azalee in vaso d’estate, e dietro, leggermente rialzata, l’antica e imponente aranciera, che conferisce al sito un sapore meridionale. Tra le finestre a tutta altezza si viene circondati da una notevole varietà di piante. «Abbiamo discusso molto con il committente a proposito delle vetrate. Volevamo creare una scenografia vegetale e proiettare un gioco di luci e ombre sul piazzale e all’interno della struttura», spiega l’architetto, Tom Munz. Guardando dentro la sala dall’esterno, le silhouette delle piante si moltiplicano come in un caleidoscopio. Solo osservando più attentamente si distingue se ciò che si vede sono delle piante davanti alla finestra di fronte, o frammenti d’ombra delle rampicanti davanti alla facciata proiettati sulla tenda o, ancora, il riflesso sul vetro di un albero dall’altra parte del locale. Che si tratti di ombra, di riflessi o di piante, tutto si muove delicatamente al vento e segue la posizione del sole oppure è oscurato da una nuvola di passaggio. L’effetto è rafforzato da un filtro verde nel vetro e, naturalmente, la vegetazione ha anche un’azione climatizzante.

La sala conferenze può essere oscurata con tende, che servono anche a suddividere lo spazio. Una struttura formata da pannelli multistrato colorati al mordente verde, con armadietti per microscopi e libri, un lavabo e le prese di alimentazione elettrica, divide il foyer. Nell’altro angolo si trova l’uscita di emergenza, con una finestra per la ventilazione incrociata. Tra una conferenza e l’altra, quando c’è poco tempo, è possibile aprire le due porte, che hanno orientamento est-ovest in direzione della massima intensità del vento dell’alta valle di San Gallo.

Le «tavole di sacrificio» e il sapone norvegese

La controparte del metallo delle serre è il legno della sala conferenze. La struttura è basata sul tipo classico della vecchia aranciera modulare. L’intelaiatura impilabile è stata consegnata senza bisogno di trasporti speciali: un vantaggio, anche perché durante i lavori il giardino era aperto al pubblico. Le parti sono state assemblate rapidamente e gli elementi di copertura montati in situ.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero speciale «Città in legno: Uffici, centri tecnici, ateliers e altri luoghi di lavoro». Potete trovare altri articoli sul tema del legno nel nostro dossier digitale.

«In un primo momento la città ha insistito per una controventatura in acciaio, ma noi abbiamo ribadito che era possibile usare il legno. Tutto è stato fatto in abete rosso locale non trattato», ricorda Tom Munz. Soltanto le due porte presentano una protezione in superficie a norma SIA e sono laccate secondo l’ecostandard di San Gallo. La protezione UV del legno interno, una saponificazione basata su una ricetta norvegese, è stata applicata dalla ditta Blumer-Lehmann. Gli angoli esterni della facciata, più esposti e soggetti a invecchiamento, sono protetti dalle cosiddette «tavole di sacrificio», elemento tradizionale della casa contadina: quando sono consumate possono essere rimosse e sostituite senza bisogno di cambiare l’intero elemento. Le tavole segate grezze sotto la sporgenza del tetto seguono lo stesso principio.

Orchidee su caucciù naturale

Le foglie sottili delle orchidee sul tetto piano proiettano la loro ombra sul piazzale. I rari esemplari trovano poco spazio nell’am-biente urbano, senza terreno magro, anche se le loro spore sono quasi dappertutto. Gli esperti dell’orto botanico che le curano hanno rivestito il tetto con stuoie di ritenzione posate su caucciù naturale. In realtà gli architetti avevano previsto che l’acqua piovana colasse oltre il bordo, ma dai test è emersa la possibilità che si raccogliesse in quantità eccessiva. Alla fine si è optato per una variante moderata, con poche gocce che colano delicatamente oltre il bordo del tetto mentre il resto scorre in maniera controllata in una canalizzazione agli angoli; da lì raggiunge le aiuole intorno alle fondazioni, risparmiando l’innaffiatura serale.

«Tutto è stato realizzato come proposto dal concorso, abbiamo aggiunto solo la facciata ricoperta di piante», spiega Tom Munz. Nella proposta di progetto gli architetti avevano avuto degli scrupoli per gli alti costi di gestione e avevano inizialmente messo da parte l’idea, per poi riprenderla nelle discussioni successive. L’allora direttore dell’orto botanico, Hanspeter Schuhmacher, ne è stato entusiasta, e così i giardinieri hanno scelto le piante e la posizione delle aiuole in base ai punti cardinali.

PARTECIPANTI AL PROGETTO
 

Committenza:
Ufficio costruzioni Città di San Gallo

Architettura: Tom Munz Architekt, San Gallo

Ingegneria civile:
Borgogno Eggenberger + Partner, San Gallo

Struttura in legno:
Blumer-Lehmann, Gossau

Impianti elettrici:
Elektro Akermann, San Gallo

Ingenieria elettrotecnica:
Gübeli Energie Technik, Degersheim

Fisica della costruzione:
Studer + Strauss, San Gallo

Protezione antincendio:
Meile + Hollenstein, Mühlrüti

 

EDIFICIO

Superficie: 110 m2

Volume: 542 m3

 

LEGNO E COSTRUZIONE

Struttura: abete rosso (Svizzera)

 

DATE E COSTI

Progetto e costruzione: 2017-2020

Edificio (CCC 2): 5500 CHF/m2

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