Pa­di­glio­ne di in­gres­so agli sca­vi dell’Ar­te­mi­sion, Si­ra­cu­sa

Il progetto realizza, mediante lo scavo archeologico, il collegamento con un’area sepolta dei sotterranei dell’edificio comunale che custodisce parte della testimonianza millenaria dell’isola di Ortigia.

Data di pubblicazione
01-10-2018
Revision
01-10-2018

L’area di progetto, situata nel tessuto urbano, presentava un piccolo affaccio su piazza Minerva: era caratterizzata da un vuoto, o meglio da uno squarcio che interrompeva la continuità della cortina muraria e conteneva all’interno alcuni resti di murature pericolanti, per lungo tempo puntellate, di un edificio comunale demolito negli anni Sessanta del secolo scorso; sul lato opposto vi è l’eccezionale presenza della colonna d’angolo del peristilio del tempio di Atena, inglobato nel sistema murario della cattedrale.

Il progetto realizza, mediante lo scavo archeologico, il collegamento con un’area sepolta dei sotterranei dell’edificio comunale che custodisce parte della testimonianza millenaria dell’isola di Ortigia. In questa si individuano i resti delle fondazioni del tempio ionico, di alcune capanne sicule della tarda età del bronzo e la cripta della chiesa di San Sebastianello. 

Il padiglione è concepito come un «monolite» di calcare duro, generato dal «magnetismo» delle vestigia sotterranee del tempio ionico e dall’adiacenza dell’Athenaion. La colonna d’angolo di quest’ultimo dista dal padiglione soltanto 18,30 metri. L’interno del padiglione è caratterizzato dal forte movimento plastico, per cui l’androne di connessione e accesso al piano archeologico è stato immaginato come una cella aperta, a interpretazione della memoria del nàos del tempio ionico che genera all’interno dell’edificio uno spazio «ipetrale», simile a un’opera di «scavo» attuata nella massa dell’edificio. 

I materiali e l’illuminazione interna del padiglione sono interpretate come evocazione contemporanea di un ipogeo, memoria delle Latomie del Paradiso di Siracusa. Il padiglione è caratterizzato dalla penombra e dalla luce misurata con parsimonia, che filtra attraverso una grande «lanterna» che diventa una camera di luce sugli scavi sottostanti; tale accorgimento accentua il carattere sotterraneo dell’intervento.

La struttura del padiglione, del tipo a telaio, non poggia direttamente sul sito archeologico ma su cuscinetti elastici e ha richiesto la realizzazione di un giunto sismico perimetrale all’edificio. Il giunto denota lo stacco dell’edificio dal suolo e conferisce alla compatta massa dell’edificio, «vestito» da un omogeneo strato di blocchi di calcare, un senso di levitazione. 

L’apparente assenza della fondazione genera nell’edificio delle presenze invisibili, presenze che sembrano far lievitare l’edificio che come un magnete «risponde» al polo opposto. 

Il padiglione determina una ricucitura urbana che ripristina la continuità dei fronti di piazza Minerva. Il rivestimento perimetrale dell’edificio realizzato con blocchi calcarei di pietra di Palazzolo Acreide, è caratterizzato da una trama e una tessitura muraria poco enfatica che favorisce la strutturazione di un paramento murario e rimanda a un carattere di tipo medievale o catalano. Sono i caratteri prevalenti che strutturano la composizione muraria di base di molti edifici di Ortigia, su cui si è innestato il barocco dopo il sisma del 1693. 

Il «retablo» della trama e della tessitura del rivestimento evocano, in chiave contemporanea, il paramento murario catalano-chiaramontano della chiesa di San Sebastianello. La chiesa era situata nell’area adiacente al padiglione e fu demolita per la realizzazione degli edifici comunali del Rapisardi. A tal proposito, su piazza Minerva si intende realizzare il fronte di un edificio «silente», che ascolta il suono proveniente dal colonnato dorico della cattedrale e da alcuni straordinari monumenti limitrofi. Un unico accento è costituito da un taglio verticale nella parete che opera una connessione visiva e spaziale diretta tra i reperti del tempio ionico e la colonna dorica d’angolo del tempio di Atena.

 

Luogo: Siracusa, piazza Minerva 
Committenza: Comune di Siracusa 
Architettura: Vincenzo Latina architetti, Siracusa
Collaboratori: R. D’Angelo, V. Mangione, L. Sipala, C. Speranza, F. Tantillo 
Consorzio imprese: 2G Costruzioni srl, Messina; M.A.C. restauri srl, Agrigento 
Ingegneria civile: Nicola Impollonia, Siracusa 
Progetto impianti elettrici: Sirgen srl, Floridia 
Fotografia: Lamberto Rubino, Padova-Siracusa
Date: progetto 2005-2006; realizzazione 2007-2013

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