Un tetto nella sa­vana

Centro professionale Mama Lorenza, Ukunda, Kenya

Nel 2006 la fondazione Child to child for Africa, una ONG creata nel 2002 da Lorenza Bernasconi, ci ha proposto di realizzare in Kenya una scuola che potesse offrire, oltre a nuove opportunità a livello educativo e formativo, anche una migliore qualità di vita, e quindi anche architettonica.

Date de publication
26-05-2015
Revision
08-10-2015

Si trattava di creare un edificio che, per le sue qualità spaziali, di comfort e di durabilità, potesse proporre un modello di abitare migliore rispetto a quelli esistenti. Questo ha comportato l’uso di tipologie e tecniche costruttive diverse da quelle locali, caratterizzate da una grande precarietà e povertà.

Il contesto in cui abbiamo dovuto operare è quello del cosiddetto terzo mondo, dove gli aspetti climatici e della sicurezza sono stati preponderanti nelle scelte progettuali. Siamo vicini all’equatore, sulla costa dell’Oceano Indiano, con un clima caratterizzato da temperature che non scendono mai sotto i 27-28 gradi, e da un lungo periodo secco frammentato da due brevi ma intense stagioni di piogge. Un ambiente dove occorre ripararsi essenzialmente dal caldo e dall’acqua.

Vi è poi il contesto sociale. Ukunda è un grande agglomerato suburbano di circa 60.000 abitanti, situato 30 km a sud di Mombasa, lungo la strada costiera che porta in Tanzania. Esso è cresciuto negli ultimi 20-30 anni a ridosso della località turistica di Dyani, che si affaccia sulla barriera corallina. Si tratta di un ambiente di grandi contrasti sociali ed economici, in cui, a poche centinaia di metri di distanza, convivono hotel e residenze di lusso per i turisti con capanne, bidonville e agricoltura di sussistenza. Un ambiente in cui ogni «oasi» di ricchezza è cintata da muri e filo spinato, con cancelli rigorosamente controllati da guardiani armati.

Il Mama Lorenza Vocational Centre è nato per accogliere circa 50 ragazze vittime di abusi, maltrattamenti o matrimoni precoci, già precedentemente aiutate dalla fondazione in un’altra struttura, e dar loro una formazione professionale che permetta di renderle indipendenti. Non è dunque solo una scuola, ma un centro di vita e di scambio col mondo esterno, in cui le ragazze studiano, dormono, mangiano, e in cui si svolgono attività che autofinanziano la scuola, come l’atelier di sartoria, la produzione di prodotti dell’orto e la vendita dell’acqua potabile agli abitanti della zona.

Si trattava dunque di creare non tanto un edificio, quanto una vera e propria «cittadella», all’interno della quale i contenuti potessero crescere col tempo a fronte di nuove necessità. Le scuole della regione sono generalmente organizzate a padiglioni di pietra corallina, con tetti di lamiera, che durante il periodo caldo e secco diventano dei veri e propri forni. Noi abbiamo invece optato per un unico organismo, una struttura modulare in cemento armato definita da un tetto a volta della larghezza di 3.6 m sorretto da pilastri.

Un grande tetto, sotto il quale trovano posto tutti i contenuti e i percorsi di collegamento, che riparasse dal sole e dall’acqua, ma che permettesse anche una ventilazione naturale degli interni. Infatti l’aria che passa attraverso le lunette delle volte, da una parte ventila i locali, dall’altra raffredda la temperatura del tetto.

I contenuti sono organizzati lungo un grande spazio centrale: da un lato le aule e i locali legati all’insegnamento, dall’altro i dormitori e i locali legati alla vita dell’internato. Nel centro sono situati la cucina e la mensa, concepita come un grande spazio coperto ma aperto, vero fulcro della vita collettiva della scuola.

Con questo progetto speriamo di essere riusciti nell’intento di creare non solo uno spazio di vita rappresentativo dei valori culturali della fondazione, ma anche un ordine, un sistema per gestire la crescita futura del centro.

Committenza: Fondazione Child to child for Africa; Cadro

Architettura: Carola Barchi e Aurelio Galfetti; Massagno Collaboratori G. Basso, M. Coello, A. Era, A. Monfrini, G. Zamboni

Ingegneria civile: Messi & associati SA, Bellinzona

Ingegneria elettrotecnica: Erisel SA; Bellinzona

Ingegneria RVCS: Giogio Scheu Studio d’ingegneria AGS; Locarno

Impresa generale: Coast Building Projects LTD; Mombasa, Kenya

Fotografia: Carola Barchi; Massagno

Date: progetto 2007-2008, realizzazione 2009-2011

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